Lo storico “Palazzo dei ladri” cambia pelle per risparmiare

Lo storico “Palazzo dei ladri” cambia pelle per risparmiare
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Alla fine degli anni Quaranta il Comune di Aosta avviò una campagna di risanamento urbanistico che coinvolse l’intero isolato che si trovava all’interno delle attuali vie Gramsci e Challand. Un intervento che oggi, fortunatamente, sarebbe impossibile - solo a Breuil Cervinia continuano a succedere certe cose - e che cancellò per sempre la testimonianza medievale del nucleo di abitazioni, quasi tutte con giardino interno, costruite lungo l’asse che da Croce di Città conduceva alla porta di Bramafam e quindi alla strada per il Pont Suaz. Allo stesso modo una parte dello storico Hotel Suisse lasciò spazio alla nuova viabilità di via Gramsci, con la distruzione dei fabbricati che si trovavano di fronte alla facciata occidentale e al fastoso ingresso del bellissimo Palazzo dei Freydoz, baroni di Champorcher, divenuto dal 1772 sede dell’Ospedale Mauriziano, con il grande portone barocco, il cortile all’interno caratterizzato dalla splendide balaustre in ferro battuto, la torre altana e la cappella affrescata. Tutto venne abbattuto.

In una fase di grande trasformazione della città (erano appena stati costruiti il Palazzo Valbruna di via Promis e la Casa Luchini di via Monte Solarolo) la disponibilità di questa ampia area centralissima alle spalle di via De Tillier, dove avrebbe trovato posto qualche anno dopo anche il nuovo Palazzo della Regione, poté in parte essere acquistata per la realizzazione del Condominio Augusta Praetoria che per posizione, servizi e finiture divenne l’edificio residenziale più moderno della città. Costruito nel 1949 con un ampio fronte porticato senza ingressi ma destinato esclusivamente a galleria coperta commerciale, il condominio si componeva di ampi alloggi con soluzioni di pregio, ai quali si accedeva da due soli ingressi dotati peraltro di doppi ascensori, su via Festaz e sulla futura via Losanna. Destinati ad una cliente abbiente, visti i prezzi di vendita, considerata anche la presenza dei garage sotterranei per le auto, gli alloggi vennero venduti dal 1951 a liberi professionisti, come medici, avvocati, ingegneri e commercialisti, a dirigenti della Cogne e della Regione, mentre l’Ordine Mauriziano in permuta ricevette alcuni alloggi, alienati alcuni anni fa.

Per la gente di Aosta il Condominio Augusta Praetoria divenne subito il “Palazzo dei ladri”, una definizione che non ha mai perso. Ebbene ora il Condominio Augusta Praetoria, alias “Palazzo dei ladri”, si sta rifacendo il look approfittando bel bonus statale del 110 per cento, anche perché i lavori sono rilevanti, visto che ammontano a 3 milioni e 587mila euro. All’epoca infatti, la scelta dei progettisti e dei costruttori, fu quella di creare degli ampi terrazzi e degli attici all’ultimo piano, le cui superfici a più di settant’anni dalla loro costruzione presentano parecchi problemi, come le facciate ricoperte da tessere grigie in cemento. Pertanto, oltre alla sostituzione degli impianti di riscaldamento, il progetto redatto dallo Studio Copaco di Aosta e coordinato dall’architetto Nicole Salvatore prevede, in accordo con la Soprintendenza regionale, la totale rimozione degli attuali rivestimenti e la loro sostituzione, dopo la posa di nuovi materiali per l’isolamento termico. L’impresa esecutrice dei lavori è la Chenevier di Charvensod.

Fin dalla sua costruzione l’imponente Condominio Augusta Praetoria divenne un’alternativa alla passeggiata degli aostani nelle vie centrali. Sotto i portici e nelle due ali si installarono delle attività che hanno rappresentato la storia del commercio cittadino, con unico supersiste il Bar Deorsola, all’angolo di via Losanna, sede sin dal 1950 del Torino Club, anche se i suoi biliardi al piano inferiore sono ormai un ricordo. Come ricordi sono all’angolo opposto il negozio del mobiliere Tieri, la prima sede dei Magazzini Gatti poi rilevata dai Bertoldo, la bellissima boutique Luisa Spagnoli con i suoi tailleurs che coloravano le vetrine, la Latina Assicurazioni di Beniamino De Lauretis, la piccola tipografia, la macelleria di Otello De Biagi, il barbiere, il negozio della De Agostini e quello di frutta e verdura della famiglia Bisson, l’elegante boutique dei Bagna, il negozio di biancheria intima. Un tessuto di commerci oggi scomparso per sempre, fatto di sorrisi, di educazione e di conoscenze, in una città che si trasformava vivendo nel miracolo economico.

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