Lo smantellamento dello stadio divide, però tutti sono d’accordo su una cosa: «Che tristezza quel muro grigio!»

Lo smantellamento dello stadio divide, però tutti sono d’accordo su una cosa: «Che tristezza quel muro grigio!»
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Il Comune ha deciso di trasformare lo stadio Puchoz di Aosta in un parco cittadino. Una decisione condivisibile oppure no?

Enrico Frassy: «Magari molte persone non saranno d’accordo ma personalmente mi piace il progetto del Comune. Da troppi anni ormai il Puchoz è in disuso e dall’esterno, con i suoi muri alti, trasmette un’impressione di grigiore, di abbandono e di decadenza. Mi rendo conto che lo stadio ha vissuto anni di gloria, ospitando partite importanti e facendo da cornice a concerti indimenticabili. Adesso, però, è ora di voltare pagina e lasciare spazio a un parco che diventerebbe un polmone verde indispensabile per la città».

Germano Belmonte: «Lo stadio Puchoz è una testimonianza storica degli anni d’oro del calcio aostano indelebilmente impressi nella memoria di molte generazioni di tifosi. Per questo credo che sarebbe indispensabile conservarlo, magari con qualche intervento per renderlo più bello. I parchi sarebbero più indicati in periferia».

Luciano Belmonte: «Credo che l’idea del Comune otterrà un vasto consenso. La decisione di realizzare una grande zona verde al posto del Puchoz difatti rappresenta una innovazione e un bellissimo biglietto da visita per la città che purtroppo scarseggia di parchi. Un progetto di cui beneficeranno soprattutto bambini e persone anziane».

Carola Saba: «Sono dell’opinione di non abbattere lo stadio Puchoz per ovvie ragioni. Infatti è un’icona per il capoluogo e per gli aostani appassionati di calcio. Da sempre l’idea che venga smantellato per essere adibito a zona verde lascia diverse perplessità e parecchi dubbi. Anche noi giovani siamo stati abituati a vedere lo stadio in questa zona, è strano pensare che non possa più esistere».

Angela Barana: «Vorrei che lo storico Puchoz restasse al suo posto, senza subire trasformazioni nel corso degli anni. In una piccola città come Aosta abbiamo assistito a troppi cambiamenti, sovente non indispensabili, che in qualche misura ne hanno cambiato l’aspetto, lasciando quasi un senso di vuoto e nostalgia».

Anna Treu: «Lo stadio Puchoz è parte integrante della storia e dalla cultura valdostana, difficile immaginare qualcosa di diverso per quanto innovativo. Perciò preferisco e spero che possa restare al suo posto, magari con una ristrutturazione per renderlo più piacevole esteticamente, in maniera che possa essere inserito nel contesto cittadino con più colori, senza trasmettere il senso di edificio “trasandato” che corrisponde invece all’immagine odierna».

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