Lo scultore di Cogne Dorino Ouvrier dona una sua opera ai peuples frères del cuneese
Sarà un Cristo dell’artista Dorino Ouvrier di Cogne, il grande testimonial della prossima edizione della mostra “Alpi dell’Arte 2019 arte, cultura, artigianato, eccellenze del territorio”. In tale occasione lo scultore donerà la sua opera “Il Cristo del volo degli angeli” alle comunità alpine delle diocesi di Saluzzo e Cuneo, che così assumerà pure il significato di Cristo dei peuples frères. La rassegna espositiva è fortemente voluta dalla Regione e in particolare dagli assessori al Turismo, Sport, Commercio, Agricoltura e Beni culturali Laurent Viérin e al Bilancio e Attività produttive Renzo Testolin, in collaborazione con l’Associazione Octavia e il sostegno di vari Enti locali nonché, per la prima volta, con il supporto di Associazioni di volontariato di Manta e del territorio provinciale congiuntamente ad attività agricole, artigianali e commerciali. La scelta del luogo del vernissage dell’evento, che si terrà domenica 7 aprile, non è casuale, infatti ad accogliere l'inaugurazione sarà la chiesa parrocchiale di Santa Maria degli Angeli di Manta dove il Cristo di Dorino Ouvrier rimarrà fino al Roumiage de Settembre quando salirà a Coumboscuro.
Nell’iconografia classica il Cristo morente viene raffigurato con le braccia aperte, con un volto insanguinato e rattristato, quasi rassegnato. Quello di Dorino Ouvrier invece è, sì, sfinito, con un collo enorme che soffre nel reggere il capo, ma con il viso rivolto verso il volo degli angeli pronti a portarlo in cielo.
Una rappresentazione unica e di forte impatto visivo, ricavata da un tronco scavato, senza nessun disegno preparatorio né schizzi sulla materia lignea. Dorino Ouvrier ha perciò sentito la necessità di donare una delle sue opere a sfondo religioso al popolo fratello delle comunità alpine delle diocesi di Saluzzo e Cuneo e di ergere a garanti dell’evento gli amici di vecchia data di Sancto Lucio de Coumboscuro.
Dorino Ouvrier è una figura di primo piano nel panorama dell’arte e dell’artigianato di tradizione. Si definisce autodidatta, non ha frequentato una scuola, non ha la pretesa di appartenere ad alcuna corrente artistica. Ha uno stile particolare e personale. Nell’epoca del digitale è rimasto immerso nella poesia d’altri tempi. Nel legno riesce a esprimere i sentimenti più profondi legati alla tradizione valdostana e a estrarne forme rappresentative dei momenti maggiormente significativi della vita. Le sue opere rivelano una singolare capacità di trasmettere emozioni profonde. «Mi piace creare il movimento - precisa Dorino Ouvrier - Ci sono riuscito, per esempio, con il fisarmonicista, che ho sempre amato riprodurre». Negli ultimi anni ha iniziato a scolpire dei Cristi “particolari” (come ama definirli) che lo affascinano e che forse evidenziano una religiosità istintiva. Insomma, un bel gesto di Dorino Ouvrier nei confronti di quelli che come tutti i valdostani percepisce peuples frères. Comunità che condividono una visione sopranazionale, vera caratteristica dei popoli delle Alpi che non sono mai stati barriere ma, piuttosto, cerniere con quelli del resto d’Europa.
«Ogni forma di cultura arricchisce non solo l’appassionato, ma chiunque se ne avvicini e le mani sapienti dell’artista riescono a ricreare quelle emozioni che sono proprie di chi le vive nella quotidianità. - commenta l’assessore Laurent Viérin - Tra le “mission” di un’istituzione pubblica c’è quella di creare le condizioni per veicolare la cultura nella sua accezione più ampia. In questo caso l’espressione artistica-culturale si unisce alla tradizione e costituisce un utile veicolo di promozione per tutto il patrimonio artistico ben presente nella nostra regione che si esplica anche con le forme dell’artigianato, inteso come strumento di identità popolare che è quindi da proteggere e tramandare oltre che da sostenere».