Lo sciacallo dorato fotografato nel Parco del Mont Avic “Documentata per la prima volta la sua presenza”
Era già stato avvistato nella zona di Châtillon dagli agenti del Corpo forestale della Valle d’Aosta nell’autunno dello scorso anno ma nessuno nella nostra regione era ancora riuscito a fotografarlo o a filmarlo. Adesso, invece, si sa con certezza che questa specie selvatica è presente tra le nostre montagne. Si tratta dello sciacallo dorato - il nome scientifico è Canis aureus Linnaeus - il cui eccezionale avvistamento da parte dei guardaparco dell’Ente è stato effettuato, nelle scorse settimane, nella zona intermedia del Parco naturale Mont Avic compreso nel versante della valle di Champdepraz. Le immagini video e le fotografie catturate da una fototrappola documentano per la prima volta in Valle d’Aosta la presenza dell’animale.
L’uso delle fototrappole nel parco permette di eseguire sul territorio un continuo e capillare monitoraggio. Il passaggio dello sciacallo dorato davanti ad una di esse potrebbe essere considerato un caso fortuito ma l’occasionale avvistamento ha di sicuro stupito il personale specializzato del parco.
«Inizialmente abbiamo pensato che fosse un lupo. - dice il presidente del Parco Davide Bolognini - Solo dopo un’attenta osservazione dei dettagli insieme agli esperti dell’Università degli studi di Trieste Alberto Pastorino e Federica Fonda, si è giunti alla conclusione che con elevate probabilità si tratterebbe proprio di un esemplare di sciacallo dorato. Il condizionale è d’obbligo nel mondo delle scienze naturali, dunque per quanto ci riguarda proseguiranno gli studi per ulteriori accertamenti e per raccogliere altri dati sull’eventuale presenza della specie nel nostro territorio. Va precisato, però, che lo sciacallo dorato non è una minaccia per l’uomo. Noi abbiamo consapevolezza dei percorsi che fanno gli animali nel parco e disponiamo le fototrappole in modo mirato. La foto divulgata è nitida e dettagliata, di qualità estrema e che permette di identificare la specie avvistata. Per noi significa dare contezza di un avvistamento per il quale abbiamo creato i presupposti».
«Adesso - afferma Paolo Oreiller, responsabile regionale della Struttura Flora, Fauna, Caccia e Pesca dell’Assessorato dell’Agricoltura e Risorse naturali - siamo in una fase di espansione di questa specie selvatica su tutto il territorio nazionale. Non è del tutto eccezionale che, essendo lo sciacallo arrivato dai Paesi dell’Est fino in Piemonte, alcuni esemplari si spostino fino a occupare anche il nostro territorio. Si tratta comunque di individui erratici, in altre parole che non sostano sempre in un luogo preciso. Quando c’è qualche elemento nuovo, significa che gli animali si riappropriano del loro territorio, anche se bisogna dire che la memoria storica non ci parla della presenza dello sciacallo dorato nei tempi passati, come invece sono ben documentate le antiche presenze del lupo, della lince e del gipeto».
A differenza del lupo, che è un predatore totale, lo sciacallo dorato è più piccolo (pesa tra i 12 e i 13 chilogrammi ed è più simile alla volpe, ma ha la coda più corta e il muso più stretto) è un “predatore opportunista”, perché è onnivoro e si nutre di piccoli animali (topolini, avicole, talpe, ma anche insetti e anfibi) di carcasse di altri animali morti, di frutta, tuberi, semi e rifiuti prodotti dall’agricoltura.