Livio Charbonnier, una vita dedicata all’artigianato valdostano di tradizione

Livio Charbonnier, una vita dedicata all’artigianato valdostano di tradizione
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«Pa de bride, pa de poussa»: senza rumore (delle macchine), senza polvere. Era questo il motto di Livio Charbonnier, diventato anche il titolo di una mostra che la Regione gli aveva dedicato nel 2021 e che era stata allestita nelle sale espositive della collegiata dei Santi Orso e Pietro, ad Aosta. Aveva 85 anni ed era uno dei veterani della Fiera di Sant’Orso: da quando aveva cominciato a parteciparvi, nel 1965, non aveva saltato neppure un'edizione, tanto che nel 2016 aveva festeggiato le nozze d’oro con la Millenaria. Livio Charbonnier era considerato uno dei massimi esperti valdostani nel settore degli attrezzi e oggetti agricoli, utensili peraltro all’origine della Foire de Saint Ours. Per la prima volta, nell’ultima edizione non era fra gli espositori anche se non aveva mancato di visitarla. Una passione per il legno, la sua, che coltivava fin da bambino. Era nato l’11 novembre 1938 in una famiglia di agricoltori ad Arpuilles: i suoi genitori erano Maurizio e Cecilia Fiou che gli avevano dato 2 fratelli, Giulia e Silvio. Da ragazzo aveva aiutato i suoi cari e poi era stato assunto in Regione, dove ha lavorato fino alla pensione, raggiunta negli anni Ottanta, occupandosi tra le altre mansioni pure dell’allestimento delle mostre di artigianato. Dal matrimonio con Rita Castello sposata nel 1963 - e mancata nel 2017 - è nata nel 1964 Rosanna, dipendente nel pubblico impiego, e madre dell’adorato nipote Andrea. Per Livio Charbonnier la passione per l’artigianato era una vera ragione di vita e prime di realizzare un’opera si documentava con approfondite ricerche, proprio per rispettare la tradizione. Alla Fiera di Sant’Orso il suo banco era all’ombra della Porta Pretoria dove inizialmente esponeva attrezzi agricoli, dalle scale ai rastrelli. Premiato più volte nel corso delle varie edizioni della Fiera, negli anni Settanta ha iniziato ha proporre oggetti intagliati: tabacchiere, porta penne, timbri per i pani di burro e ciondoli, rigorosamente in legno di noce. Persona dal carattere riservato, era comunque molto affabile e spiegava volentieri ai visitatori della Foire come realizzava i suoi pezzi: famoso era il suo “te sa cenque let?” quando mostrava l’oggetto insolito che ogni anno realizzava puntualmente, riproducendo un originale ritrovato grazie alle sue ricerche, un modo efficace e per lui importante perché la memoria della cultura materiale non si perdesse.

Livio Charbonnier è mancato all’età di 85 anni lunedì 11 marzo all’Ospedale regionale di Aosta e i funerali sono stati celebrati mercoledì 13 nella chiesa parrocchiale di Excenex, risultata troppo piccola per accogliere tutti gli amici che lo hanno voluto salutare un’ultima volta.

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