Linea Bianca in Val d’Ayas, i racconti e l’entusiasmo dei protagonisti

Linea Bianca in Val d’Ayas, i racconti e l’entusiasmo dei protagonisti
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Val d’Ayas in grande spolvero nella puntata di Linea Bianca andata in onda su Rai Uno nel pomeriggio di sabato 29 gennaio alle 15.20, ottenendo uno share dell’8,73 per cento con 1 milione 193mila spettatori.

Si è partiti dal villaggio di Mascognaz, esempio di architettura walser e oggetto di un restauro conservativo che lo ha trasformato in un hotel diffuso, accompagnati dallo studioso Saverio Favre, vera memoria storica della Val d’Ayas. «E’ stato tutto molto veloce, a volo d’uccello, ma è comprensibile non trattandosi di un approfondimento culturale, ma di un programma tendente piuttosto all’intrattenimento e alla promozione turistica. Infatti mi è stato chiesto di dare risposte sintetiche» commenta Saverio Favre. «Le esigenze televisive portano a tagliare e a costruire scenette che strizzino l’occhio al pubblico. Sono contento per l’idea generale, anche se per rapidi cenni, che la trasmissione ha dato della Val d’Ayas».

Poi il conduttore Massimiliano Ossini si è spostato sulla Testa Grigia, a quota 3.313 metri cima tra le più iconiche della valle, in compagnia di Simone Origone, atleta del Kilometro Lanciato e guida alpina della società di Champoluc. E, a proposito di sci, non potevano mancare riprese dal Monterosa Ski insieme a Enrico Chasseur, direttore della Scuola di sci di Champoluc, che ha coinvolto anche alcuni maestri di Brusson, per sciare verso Gressoney. «Prima della sciata c’è stata una scenetta girata all’Hotel Campo Base. Ho trovato Massimiliano Ossini simpatico e il cameraman molto bravo. Le condizioni meteo erano talmente belle che la promozione è assicurata» dichiara Chicco Chasseur.

La telecamera si è quindi posata sul castello di Graines. Ad accogliere il conduttore è stato lo scrittore milanese Paolo Cognetti, autore del romanzo «Le otto montagne», vincitore del Premio Strega nel 2017, che ha apprezzato che la troupe fosse «Abituata alla montagna e preparata sui luoghi. La scelta di Graines è stata azzeccata, anche perché è il luogo della mia infanzia e compare anche nel libro e nel film. Mi sarebbe piaciuto riprendere il villaggio e non solo il castello, è chiaro che quest’ultimo è stato valutato come più scenografico. Ho concordato con la redazione il tema della montagna come scelta di vita. Mi sarebbe piaciuto parlare anche delle persone che ho conosciuto vivendo in montagna».

La vallata si è raccontata anche attraverso la sua antica tradizione artigiana. I sabot, creati da Samuele Becquet e caratteristici di Ayas, e anche panche, tavoli, sedie, mobili e fioriere di Maison Cugnod, realizzati da Serafino Cugnod utilizzando esclusivamente il legno di recupero, derivante dalla manutenzione dei boschi. «La troupe - spiega Samuele Becquet - è venuta due volte, una nel laboratorio della Cooperativa dei Sabotier ad Antagnod per riprendere mentre lavoravano Fabio Merlet e Julien Pinet e una per le riprese nel bosco dietro a Maison Cugnod».

Si è raggiunta anche Brusson per scoprire il fascino della miniera d’oro di Chamousira. Nerinka Quadrelli, guida ambientale escursionistica e mineraria, aveva già girato nel 2017 una puntata di Linea Bianca. «La miniera è un argomento che piace anche a chi non è del posto. La novità di questa puntata è stata la galleria numero 6, che si inaugurerà nell’ultimo fine settimana di maggio nella Giornata nazionale delle miniere e che sarà aperta al pubblico dal 1° giugno, inizio della stagione estiva delle visite in miniera. La galleria è rimasta allo stato originario, con pavimentazione piena di cristalli e detriti, luci deboli e passaggi stretti e impervi. Linea Bianca ha uno staff pazzesco, che è bello veder lavorare. Nulla è lasciato al caso. Si capisce la passione della redazione e dei conduttori. Mi sono emozionata nel rivedere la puntata e mi sono sentita come se avessi aperto le porte di casa mia».

Brusson, in inverno, vuol dire anche sci di fondo e biathlon. I conduttori hanno intavolato una divertente sfida con i giovani talenti dell’Asiva, per poi spostarsi alla Fromagerie Haut Val d’Ayas, dove è stato coinvolto il casaro Maurizio Bréan, che rispetto a precedenti esperienze televisive ha apprezzato la capacità di Massimiliano Ossini di gestire l’intervista mettendolo a suo agio. «Il fatto che in tv ci sia il montaggio - racconta Maurizio Bréan - mi ha reso più facile parlare del mio lavoro e dei formaggi prodotti. Abbiamo girato nel giardino dell’Hotel Au Petit Charmant Lac di Champoluc, per circa due ore, giovedì 13 gennaio scorso, prima la scena parlata, poi la stessa scena solo con i movimenti senza i dialoghi».

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