Limite dei mandati, chiesto un parere: è a rischio il futuro in Giunta di Renzo Testolin e Luigi Bertschy
Sui limiti di mandato, il gruppo consiliare di Progetto civico progressista ha chiesto «formalmente» un chiarimento al presidente del Consiglio Valle Alberto Bertin.
L'istanza riguarda «una nota di analisi e interpretazione giuridica da parte degli uffici competenti affinché sia trasparente e chiaro ai valdostani quello di cui si sta discutendo molto nei corridoi, addirittura ipotizzando possibili dimissioni anticipate».
Secondo Pcp «la questione è di fondamentale rilevanza politica, poiché riguarda la possibilità per alcuni attuali componenti della Giunta regionale di ricoprire nuovamente incarichi governativi nella prossima legislatura, qualora non intervenissero modifiche alla composizione dell'attuale giunta o alla normativa regionale vigente».
La richiesta, presentata martedì 15 ottobre scorso, riguarda «l'applicazione della legge regionale 21 del 7 agosto 2007», ovvero le «Disposizioni in materia di modalità di elezione del presidente della Regione e degli assessori, di presentazione e di approvazione della mozione di sfiducia e di scioglimento del Consiglio regionale».
In particolare, l'istanza «verte sui limiti di mandato previsti per i membri della Giunta regionale, come stabilito dall'articolo 3, comma 3 della suddetta legge».
Quindi «in attesa di una risposta ufficiale, le consigliere ribadiscono l'importanza di un dibattito aperto e trasparente su questo tema, che tocca il cuore della democrazia regionale e della partecipazione politica».
Se l’interpretazione della norma che circola è corretta, per Renzo Testolin e Luigi Bertschy potrebbe essere l’ultima legislatura in Giunta.
Cosa dice la norma? «Chi ha ricoperto per due legislature consecutive cariche all’interno della Giunta regionale non è, allo scadere della seconda legislatura, eleggibile all’interno della Giunta nella successiva legislatura. E’ consentito ricoprire una carica all’interno della Giunta nella terza legislatura consecutiva, se in una delle due legislature precedenti la carica ricoperta ha avuto durata inferiore a due anni, sei mesi ed un giorno».
La trafila
Il Presidente della Regione, eletto per la prima volta in Consiglio Valle nel 2013, ha ricoperto in quella legislatura l’incarico di Assessore all’Agricoltura e successivamente di Assessore al Bilancio. La legislatura seguente, iniziata il 26 giugno del 2018 - presidente Nicoletta Spelgatti - ha visto dopo una serie di ribaltoni, l’insediamento nel dicembre del 2019 di Antonio Fosson alla carica di Presidente della Regione, poi dimessosi, lasciando il posto a Renzo Testolin. Meno di un anno dopo si tornò al voto. Proprio in virtù della fine anticipata della legislatura, che non ha superato i 2 anni e 6 mesi e 1 giorno previsti dalla norma citata, nell’attuale legislatura Renzo Testolin ha potuto tornare ad essere Presidente della Regione.
Luigi Bertschy: nel primo mandato in Consiglio regionale nel 2013 è stato Assessore alla Sanità. La legislatura seguente - quella finita prima - ha ricoperto la carica di Assessore agli Affari europei, Politiche del lavoro, Inclusione sociale e Trasporti dal 10 dicembre 2018. Infine nell’attuale è stato sempre presente in Giunta come Assessore, ricoprendo anche per alcuni mesi - nel passaggio fra Erik Lavevaz e Renzo Testolin - il ruolo di presidente della Regione facente funzioni.
Vi è quindi chi sostiene che non vi sarebbero dubbi sull’esclusione, in caso di rielezione, dal futuro Governo regionale dei due consiglieri dell’Union Valdôtaine Renzo Testolin e Luigi Bertschy .
Per altri invece la questione è da approfondire. In questo senso potrà tornare utile allora il parere chiesto agli uffici del Consiglio Valle da parte di Pcp. La questione delle dimissioni e delle elezioni anticipate, garantiscono nelle file della maggioranza, è una bufala. Però inevitabilmente il nodo del limite dei mandati si intreccia con le trattative per la legge elettorale.
Ora come ora la questione è squisitamente tecnica. Nel momento in cui arriverà il parere degli uffici, naturalmente diventerà materia di esperti per avere un pronunciamento definitivo. Quando ci sarà anche questo, allora la questione diventerà politica. E tornerà a squillare il telefono di Rassemblement Valdôtain, anzi ora del nuovo centro autonomista. Vogliamo mettere mano alla legge elettorale? Modifichiamo anche questo passaggio sul limite dei mandati?
Paradossalmente, potrebbe essere proprio quest’ultimo nodo a riaprire il cassetto delle preferenze. Perchè con la preferenza unica, nel centro autonomista - se si dovesse presentare alle Regionali del 2025 con il «listone» - rischia di diventare «tutti contro tutti».