Liberi professionisti, crollano gli iscritti agli Albi «La pandemia, e poi veniamo da 10 anni record»
Sono le regioni del Sud (più il Trentino Alto Adige) ad aver subito meno i contraccolpi della pandemia, per quanto riguarda i liberi professionisti. Nel 2020, primo anno del Covid, infatti Sardegna, Basilicata, Sicilia, Abruzzo, Puglia e Lazio sono rimaste in territorio positivo per quanto riguarda il numero dei liberi professionisti. Mentre il resto d’Italia ha registrato una flessione rispetto all’anno precedente portando il totale dei liberi professionisti 2020 ad arretrare del 2,8 per cento. Sono questi i primi dati elaborati dall’Osservatorio delle libere professioni di Confprofessioni. Nel primo anno di pandemia il numero dei professionisti iscritti agli Albi ha fatto registrare una battuta d’arresto in mezza Italia. Il vero tonfo però si registra proprio in Valle d’Aosta, con uncalo del 20,7 per cento.
«Quello evidenziato dall’Osservatorio è certamente un dato che merita attenzione ma che deve anche essere contestualizzato per essere analizzato in maniera oggettiva. - afferma Roberto Sapia presidente della Chambre Valdôtaine - Il calo del 20 per cento registrato tra il 2019 ed il 2020 giunge infatti al termine di un periodo di grande crescita che, dal 2009 al 2019, ha visto passare il numero dei liberi professionisti in Valle d’Aosta da 2.969 a 3.896 con un incremento di circa il 30 per cento». Un valore quest’ultimo che colloca la nostra regione tra quelle con l’aumento più rilevante a livello nazionale «e questo dato può essere utile per provare a dare una lettura al calo che ne è seguito nel 2020».
«Sono infatti 2 gli elementi che a mio avviso vanno presi in considerazione.
Il primo è l’effetto dell’ emergenza sanitaria che ha portato ad una riduzione della forza lavoro, ad un calo degli occupati e ad un aumento dei disoccupati sia nell’ambito del lavoro dipendente, sia di quello indipendente».
Quella pandemica è stata infatti una condizione che, oltre ad avere riflessi immediati in termini di contratti di lavoro dipendente a tempo determinato giunti a scadenza e non rinnovati, ha anche colpito il settore del lavoro indipendente con una diminuzione delle opportunità lavorative, e anche diffondendo un senso di insicurezza che certamente ha condizionato l’accesso da parte delle nuove generazioni alla libera professione. Interessante è in questo senso il dato riportato dall’Osservatorio che indica come i liberi professionisti di età compresa tra i 15 ed i 34 anni operanti in Valle d’Aosta siano, nel 2020, circa il 20 per cento del totale.
«Un secondo aspetto che ritengo importante - continua Roberto Sapia - è proprio quello della forte crescita dei liberi professionisti nel decennio 2009-2019. E’ infatti possibile immaginare che il calo registrato tra il 2019 ed il 2020 possa essere anche un fisiologico assestamento del sistema economico ed imprenditoriale al boom di iscrizioni registrato in precedenza.
Detto questo si tratta sicuramente un ambito di fondamentale importanza per un comparto imprenditoriale ed economico valdostano caratterizzato da realtà di piccole dimensioni che proprio nei professionisti possono trovare un supporto non solamente per svolgere attività basilari che altrimenti non sarebbero gestibili sia in termini di tempo sia di risorse a disposizione, anche per crescere ed affrontare le sfide che il mercato propone».
«Per questa ragione occorre tenere alta la guardia, - prosegue - monitorando l’evoluzione della situazione e sarà interessante in questo senso vedere i dati riguardanti il 2021 che hanno, ad esempio, visto una ripresa del settore delle costruzioni che da sempre rappresenta un rilevante ambito di lavoro per i liberi professionisti. Nel contempo sarà fondamentale mettere in campo tutte le azioni possibili - conclude Roberto Sapia - per generare condizioni economiche che possano favorire l’impegno delle nuove generazioni in un settore fondamentale per generare una crescita generalizzata di tutto il sistema Valle d’Aosta».