Lettera aperta di Coldiretti all’Ue No alla direttiva “ammazza stalle”

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Gli agricoltori europei dicono no alla “Direttiva ammazza stalle” che equipara gli allevamenti alle fabbriche spingendoli alla chiusura. E’ l’appello lanciato in una lettera aperta promossa dalla Coldiretti e firmata dalle principali organizzazioni agricole europee. «Equiparare gli allevamenti, anche di piccole/medie dimensioni, alle attività industriali, appare ingiusto e fuorviante rispetto al ruolo che essi svolgono nell’equilibrio ambientale e nella sicurezza alimentare in Europa. - dichiarano il presidente Alessio Nicoletta e il direttore Elio Gasco di Coldiretti Valle d’Aosta - Soprattutto è il risultato di una valutazione d’impatto basata su dati imprecisi e vecchi e di un approccio ideologico che va stigmatizzato, anche perché potrebbe avere impatti negativi sull’ambiente, riducendo le aree a pascolo, una delle peculiarità che caratterizzano l’economia e il paesaggio montano della Valle d’Aosta. L’unica opzione possibile per Coldiretti è mantenere l’attuale quadro normativo con l’eliminazione del settore bovino dallo scopo della direttiva e il ripristino delle attuali soglie stabilite per il settore avicolo e suinicolo. Questa soluzione andrebbe a riconoscere gli sforzi che gli allevatori stanno compiendo per aumentare la sostenibilità delle loro aziende che, su scala globale, sono già quelle che registrano le migliori performance in termini di impatto ambientale e mitigazione dei cambiamenti climatici. I progressi raggiunti non devono essere vanificati e fermati. Infine, riteniamo che accelerare il processo verso una posizione comune in Consiglio non sia coerente con le tempistiche che stanno emergendo nelle discussioni interne al Parlamento europeo».

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