Les Crêtes: “Bolletta elettrica quintuplicata in un anno” L’allarme del mondo del vino: “Servono contributi ad hoc”
Il folle aumento dei costi energetici grava a maggior ragione su una realtà geografica come quella valdostana che da sempre evidenzia spese agricole di lavorazione molto superiori alla media italiana. Parole espresse da Giulio Corti, comproprietario della cantina Les Crêtes di Aymavilles, che evidenzia come in piena vendemmia si stia vivendo «con grande preoccupazione il caro energia che sta mettendo in crisi l’imprenditoria italiana». «Dallo scorso anno, assistiamo a un aumento che quintuplica il costo mensile delle nostre bollette che, a parità di consumi, dai 2mila euro dell’anno precedente supera oggi i 10mila euro. - sottolinea Giulio Corti - Il pellet, che la nostra cantina utilizza da anni quale fonte alternativa è in rialzo di oltre il 100 per cento e le materie prime sono già alle stelle. Siamo in un contesto che mina fortemente la crescita aziendale e tutti gli investimenti avviati da anni. Questi sono i temi cruciali per le imprese agricole valdostane che saranno portati ai tavoli istituzionali tramite il Consorzio Vini Valle d’Aosta, nella consapevolezza che il mondo agricolo valdostano si trova di fronte a una vera e propria emergenza che ha bisogno di misure urgenti».
Intanto proseguono gli incontri tra la Regione e il Consorzio Vini Valle d’Aosta che chiede «maggiore attenzione», come spiega il presidente Stefano Di Francesco, perché «anche noi abbiamo ribadito le nostre difficoltà come aziende vitivinicole e quello che ha tracciato Giulio Corti è significativo di una situazione di tutti. Con l’assessore Davide Sapinet abbiamo incontri mensili prefissati su questioni che a mano a mano si verificano. Anche noi abbiamo fatto presente di non essere esenti dalle difficoltà che stano affliggendo l’intero settore agricolo. E chiediamo maggiore attenzione (con tutto il rispetto per il settore zootecnico che molto spesso usufruisce di sostegni economici a fondo perso e dove gli investimenti sono poderosi), perché la viticoltura è un settore in continua crescita ed espansione che necessita di investimenti a lungo termine ed è importante per la conservazione del territorio».
Il Consorzio sta lavorando alla redazione di un protocollo che nei giorni scorsi è stato presentato verbalmente alla Regione. Uno dei punti fondamentali su cui sta ragionando il Consorzio, aggiunge Stefano Di Francesco «è chiedere che, dal punto di vista della metodologia, cambino il tipo di investimenti regionali. La Regione riunisce in un unico calderone la zootecnia, la frutticoltura e la viticoltura. Noi siamo una categoria a parte che sta dimostrando una crescita che è sotto l’occhio di tutti e, seppure sulla carta si parla sempre di una sessantina di aziende, in realtà ci sono privati e 5 cooperative sociali per un totale di un migliaio di famiglie che ruotano intorno alla nostra realtà. Le modalità di acceso agli investimenti non ci soddisfano. Ecco perché chiediamo anche delle procedure diverse, soprattutto in vista di una programmazione più mirata».