Legge sulla montagna, via libera al Senato

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Il Senato della Repubblica ha completato l'esame del Disegno di legge 1054 sulle “Disposizioni per il riconoscimento e la promozione delle zone montane”, volto a sostenere lo sviluppo socio-economico sostenibile delle aree montane, contrastando spopolamento e disuguaglianze territoriali e tutelando ambiente e cultura locali.

In particolare, le norme generali (Capo I) mirano a promuovere la crescita economica e sociale delle aree montane, in collaborazione tra Stato, Regioni e comunità locali. All'articolo 2 viene affidato al Governo il compito di riordinare la normativa vigente in materia di agevolazioni, inclusi incentivi di natura fiscale, per i Comuni montani.

Il Capo II (articoli 3-5) introduce la Strategia per la montagna italiana (SMI), con obiettivi di sviluppo economico e sociale, mentre il Capo III (articoli 6-10) affronta i servizi pubblici, con incentivi per il personale sanitario che lavora in montagna, misure specifiche per la scuola, interventi per i tribunali e per l'infrastrutturazione tecnologica e digitale.

Il Capo IV (articoli 11-18) tratta la tutela ambientale attraverso la valorizzazione agroforestale, con maggiore supporto alla manutenzione del territorio montano e incentivi per i piccoli imprenditori agricoli. Il Capo V (19-25) concerne lo sviluppo economico e incentivi per contrastare lo spopolamento e la denatalità.

Le disposizioni finali del Capo VI (26-29) garantiscono l'applicabilità del testo anche nelle Regioni a statuto speciale e definiscono le risorse finanziarie del provvedimento. L'articolo 27 consente a Regioni e Comuni di applicare ulteriori esenzioni fiscali per le aree montane e incentivare iniziative economiche.

«Come referente delle Regioni e Province autonome per la montagna, audito anche al Senato nel corso della discussione in 1ª Commissione, - dichiara l’assessore regionale alle politiche nazionali per la montagna, Luciano Caveri - mi auguro che la Camera calendarizzi in fretta il provvedimento, atteso da tempo. Infatti, la legge in vigore risale al 1994 e da molto tempo le Regioni ne sollecitano la modifica con norme di immediata applicazione. Positiva nel testo attuale una “pulizia” nella perimetrazione della montagna, troppo generosa in passato a detrimento della “vera” montagna».

«La legge non è blindata e alla Camera ci impegneremo a promuovere miglioramenti su temi fondamentali come la riorganizzazione dei sistemi territoriali, la chiarezza nella classificazione dei Comuni montani, il rafforzamento del ruolo delle Regioni e del Fondo per la Montagna (Fosmit), poiché sono necessarie risorse finanziarie aggiuntive rispetto a quelle attualmente stanziate».

Così il deputato valdostano Franco Manes (Misto - Minoranze linguistiche).

«È necessario prevedere - anticipa Manes - interventi concreti per contrastare la desertificazione antropica e assicurare il mantenimento dei servizi di base e della sanità di prossimità, per preservare la vita e la qualità dei servizi nelle nostre montagne».

«Grazie alla determinazione e alla capacità del ministro Calderoli e della Lega, per la prima volta il riconoscimento, la promozione, la crescita economica e sociale, il ripopolamento delle zone montane, diventano obiettivi di interesse nazionale e lo diventano con una strategia concreta e di amplissima portata, con misure che toccano diversi ambiti» afferma la senatrice della Lega Nicoletta Spelgatti.

«Una legge, quella sulla montagna, che nell'ultimo passaggio parlamentare, grazie al determinante apporto di Forza Italia, dopo i 9 emendamenti e gli 8 ordini del giorno già approvati in sede di commissione, ha visto l'accoglimento di ulteriori importanti modifiche, alcune delle quali condivise direttamente con la Regione, a dimostrazione di come non ci dovrebbero mai essere divisioni o colori politici da difendere su tematiche di così ampia e alta portata». Così la responsabile nazionale del dipartimento per le Politiche della Montagna di Forza Italia, Emily Rini. «Tra le ultime modifiche, gli ordini del giorno che impegnano il Governo a considerare l'inserimento della categoria professionale degli addetti agli impianti a fune nell'elenco dei lavori considerati particolarmente usuranti, a valorizzare le funzioni svolte nelle zone montane da medici in formazione o specializzandi e da infermieri di medicina generale, a valutare la modifica della normativa vigente in ordine ai criteri per il calcolo del reddito imponibile dei maestri di sci e a prevedere misure di agevolazione fiscale, anche con riferimento all'Iva, per le prestazioni rese nell'ambito sportivo da guide alpine e maestri di sci».

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