Legge elettorale, volano gli stracci nella Lega Stefano Aggravi non firma: «separato in casa»

Legge elettorale, volano gli stracci nella Lega Stefano Aggravi non firma: «separato in casa»
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«Si può non essere d'accordo ma allinearsi alla linea politica. Se le posizioni sono troppo discordanti chi non è d'accordo a questo punto deve fare delle scelte».

Parole della segretaria regionale della Lega Marialice Boldi, dopo la riunione del gruppo in Consiglio Valle convocata nella mattinata di ieri, venerdì 4 agosto, a seguito della mancata sottoscrizione da parte di alcuni consiglieri (Dino Planaz, Dennis Brunod e Christian Ganis), in primo luogo Stefano Aggravi, della proposta di legge elettorale del centrodestra unito presentata con una conferenza stampa giovedì scorso, 3 agosto.

«Noi non mettiamo alla porta nessuno, ognuno deve fare le sue scelte in coscienza, la decisione spetta ad Aggravi», prosegue Marialice Boldi. «Ora c'è la pausa estiva, ognuno rifletta sulle proprie posizioni e quello che vuole fare da grande». «Si può non essere d'accordo, nel senso: non capisco ma mi adeguo, per intenderci. Non è che non c'è posto per Aggravi - aggiunge Boldi - c'è un posto enorme perché è una persona di valore che ha dato tanto alla Lega, ma anche a cui la Lega ha dato tanto».

Tirato in ballo, Stefano Aggravi non vuole replicare. «Mi limito a una citazione di Pio XII: sto alla porta e attendo». Di sicuro è stata una riunione calda, durante la quale i toni si sono accesi. A quel punto Aggravi si è alzato e se ne è andato. I problemi sarebbero soprattutto con la segreteria del movimento, dalla quale il consigliere si è dimesso giusto un mese fa, martedì 4 luglio. D’altronde la differenza di vedute sulla legge elettorale non è cosa degli ultimi giorni.

Il dissenso di Aggravi

«Come ho già annunciato all'ultima riunione del gruppo consiliare, vi è un aspetto di questa nuova proposta che non mi convince del tutto e credo possa rappresentare un punto di debolezza rispetto agli altri contenuti che nel complesso ricalcano la traccia definita dalle due proposte di area già depositate» ha dichiarato in merito alla proposta legislativa presentata giovedì il vicecapogruppo leghista Stefano Aggravi.

In particolare ciò che non piace ad Aggravi è la previsione che in caso di dimissioni del Presidente della Regione o di mozione di sfiducia dello stesso si torni immediatamente al voto, eliminando quindi l’istituto della mozione di sfiducia costruttiva, che negli ultimi anni ha portato a ribaltoni e controribaltoni e i 60 giorni di tempo previsti per dare modo ad una nuova maggioranza o governo di palesarsi. I dubbi dell’ex Assessore alle Finanze sulla costituzionalità della proposta sono legati all’articolo 15 dello Statuto Speciale.

«Preferisco restare il più attinente possibile alle previsioni del nostro Statuto Speciale e scegliere (a malincuore) di non sottoscrivere una proposta di legge che non mi convince pienamente».

«Chi mi conosce comprenderà questa scelta e le motivazioni che la guidano. Ho sempre ritenuto che politica e tecnica debbano trovare tra loro un punto di equilibrio. L'una non deve dominare l'altra. In questo caso il dubbio mi resta e preferisco non rischiare di venire meno al fondamento delle nostre Istituzioni regionali, lo Statuto Speciale».

Perplessità sull'abrogazione della mozione di sfiducia costruttiva - che vede al suo posto il ritorno immediato alle elezioni nel caso in cui il presidente della Regione venga sfiduciato o si dimetta - arrivano anche dal costituzionalista Giovanni Boggero, consulente tecnico incaricato dal gruppo consiliare delle Lega, che nei giorni scorsi si è dimesso dall'incarico.

Prima di tutto i partiti

«Noi crediamo nel sistema dei partiti: quindi prima di tutto ci sono i partiti e poi le individualità che sono libere non essendoci il vincolo di mandato, ognuno può ritenere di fare ciò che crede». A sostenerlo è il consigliere leghista Paolo Sammaritani, primo firmatario del provvedimento presentato questa mattina in Consiglio Valle.

Per il consigliere della Lega, «gli aspetti tecnici verranno poi valutati. Bisogna tenere conto anche che una legge elettorale è sempre frutto di un grosso compromesso anche a livello di commissione e di Consiglio quindi noi auspicheremmo che il modello sia quello che abbiamo scritto ma è difficle pensare che sarà esattamente questa la legge che verrà approvata. Si andrà a mediare per trovare il compromesso migliore».

Sulla questione, la segretaria regionale della Lega, Marialice Boldi, conclude: «Ognuno si prenderà le proprie responsabilità del fatto di riuscire a condividere pienamente o meno, di adeguarsi o meno. Siamo un gruppo grande e possono certamente esserci dei distinguo che vedremo come andranno a finire».

Centrodestra unito

«Avevamo presentato in Consiglio regionale una legge che prevedeva l'elezione diretta del presidente della Regione. Per noi quella rimane ancora oggi la formula migliore, ma in politica bisogna sapere anche guardare all'obiettivo che per noi è dare un'alternativa a questa Regione che può essere data da un centrodestra unito» afferma Emily Rini, coordinatrice regionale di Forza Italia.

Sull'elezione diretta del presidente della Regione «nessuno ha fatto dei passi indietro», chiarisce Alberto Zucchi, coordinatore regionale di Fratelli d'Italia. Che spiega come il suo partito, così come Forza Italia e Noi Moderati, «aveva indicato un altro modello, quello dell'elezione diretta, ma abbiamo ritenuto che l'importanza del centrodestra unito nell'individuazione delle regole del gioco fosse assolutamente prioritaria. Ed è per questo che abbiamo operato una sintesi che ha esclusivamente un valore politico». Orlando Navarra, segretario regionale di Noi Moderati, aggiunge: «La tecnica viene dopo l'accordo politico che è significativo. L'aspetto tecnico è infatti un vestito che si cuce addosso a un accordo politico. Abbiamo raggiunto una soluzione che soddisfa tutti, forse non è la soluzione perfetta ma è un ottimo accordo che sancisce un cambiamento di rotta per il futuro».

Chiude Marialice Boldi, segretaria regionale della Lega: «Questa è una legge frutto di un impegno politico molto importante. Ognuno di noi ha dovuto rinunciare a qualche cosa, ma quando si concerta un insieme di cose bisogna trovare la quadra per riuscire a trovare un fine comune che per noi è sempre stato quello di andare insieme, di rafforzare la coalizione di centrodestra».

Pour l’autonomie presente

«Non elaboreremo una nostra proposta ma discuteremo quelle presenti sul tavolo». Lo annuncia Pour l'autonomie, partito della maggioranza regionale, riferendosi alla riforma del sistema elettorale valdostano. Il movimento dichiara che «da tempo sta lavorando all'approfondimento del tema ed all'esame delle proposte ad oggi presentate da diversi schieramenti e partiti politici valdostani».

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