Le straordinarie proprietà dell’imperatoria svelate nella tesi di laurea di Chiara Luciani
Chiara Luciani di Sarre ha conseguito a pieni voti venerdì 12 aprile scorso la laurea in Scienze erboristiche all’Università di Pisa discutendo una tesi dal titolo “Imperatoria ostruthium L. in Valle d’Aosta: aspetti botanici, usi popolari e proprietà farmacologiche”. E’ stato così coronato il lungo percorso di studi, ricerche ed esami che la 33enne ha iniziato diversi anni fa e che ha scelto di dedicare alla più conosciuta e utilizzata pianta medicinale della nostra regione. Nella sua tesi di un centinaio di pagine, ne emergono i molteplici usi nel passato, per collegarsi al presente e aprire nuove prospettive nel prossimo futuro: all’importanza nella medicina popolare di quella che in patois è chiamata “agrou”, infatti, si è affiancato nel tempo un grande interesse anche da parte della medicina ufficiale.
«Ho scelto l’imperatoria come soggetto della mia tesi in quanto ho iniziato anni fa a soffrire di un’infiammazione e, non volendo più affidarmi a metodologie invasive, mi fu fatta conoscere proprio questa pianta che ha il potere di fare maturare gli ascessi. - spiega Chiara Luciani - Nell’arco di pochi giorni questa pianta è divenuta sacra ai miei occhi e l’ho da allora considerata la panacea di vari miei malesseri seguendo le indicazioni della tradizione valdostana nei suoi possibili utilizzi, che sono davvero tanti. Nella mia tesi, mediante la definizione stessa di etnobotanica - che è una branca scientifica interdisciplinare comprendente anche l’antropologia culturale, la linguistica e la medicina - ho potuto delineare tutte le tappe evolutive della Imperatoria ostruthium nella cultura valdostana e anche in quella europea. Infatti essa si è originata e diffusa proprio dall’Europa meridionale e centrale. Nel nostro Paese è presente in tutto il Nord e anche in Toscana. I suoi primi utilizzi risalgono a tempi immemori e la sua prima citazione storica ho scoperto che era dovuta a Santa Ildegarda di Bingen».
«Ho vissuto e studiato a Pisa per tanti anni per svariati motivi. - prosegue Chiara Luciani - Come tanti adolescenti valdostani a un certo momento mi sono sentita chiusa in questa valle intra-montes, ma non scelsi Torino bensì Pisa in quanto avevo capito che quest’ultima avrebbe potuto fornirmi le basi scientifiche soprattutto farmacologiche che stavo cercando. Grazie a questa lontananza ho riscoperto la mia identità valdostana e le mie radici ed è allora che la mia esigenza è divenuta quella di ritornare indietro. In questa tesi ho proprio voluto esprimere e comunicare anche la mia identità e l’Imperatoria - che in Valle d’Aosta è pianta sacra anche grazie al suo alone di mistero e spinge i suoi abitanti che ne fanno ricorso a proteggerla - ha fatto sì che io potessi farlo. In questa linea evolutiva delle tappe di utilizzo dell’Imperatoria ho voluto collegare il passato con il presente. Ringrazio per l’aiuto che mi hanno fornito nei loro rispettivi settori Roberto Parmagnani, la dottoressa Fiorenza Cout e il dottor Andrea Nicola, rispettivamente esponente di una certa tradizione locale, esperta in erboristeria e produttore di integratori e creme a base di Imperatoria. Grazie ai due relatori della mia tesi, la professoressa Alessandra Braca e il professor Fabiano Camangi, ho potuto consultare determinate documentazioni scientifiche sia a livello etnobotanico che chimico farmacologico che altrove non erano disponibili».
«A questo punto del mio percorso voglio proseguire gli studi erboristici, continuare a fare la consulente in questo settore, studiare fitoterapia chimica e fare un master su “futuro vegetale”, oltre che proseguire la mia esperienza di professoressa di Matematica a Courmayeur» conclude Chiara Luciani.
«Ho trovato il lavoro della dottoressa Chiara Luciani interessante dal punto di vista scientifico e culturale. - commenta il dottor Andrea Nicola, titolare della storica omonima farmacia di Aosta - Nel suo studio ha evidenziato il valore empirico delle tradizioni popolari che i nostri “vecchi” ci hanno tramandato. Oggi, grazie alla moderna ricerca, le proprietà dell’imperatoria possono essere valorizzate in efficaci integratori e in moderne e performanti formule cosmetiche salutistiche».
«La tesi di Chiara Luciani sull’agrou - chiamata imperatoria in lingua italiana - mi ha veramente sorpreso: ho imparato tantissime cose su una pianta che credevo di conoscere già bene. - dice Adriana Viérin, presidente dell’associazione L’Agrou, il cui nome è dedicato proprio alla pianta in questione - Può essere usata per tantissime problematiche e tutto questo mi ha aperto nuovi orizzonti. All’inizio della tesi Chiara scrive che il suo obiettivo principale è mettere a confronto gli usi dell’imperatoria nella medicina popolare valdostana con quelli noti nella tradizione botanica nazionale e straniera e infine con quelli della medicina ufficiale. Al termine della sua ricerca si augura poi che si studi da un punto di vista chimico farmaceutico questo vegetale perché potrebbe permettere di formulare preparati medicinali da poter inserire in altri ambiti. Sicuramente proporrò al direttivo de L’Agrou di organizzare prima possibile una conferenza con la dottoressa Chiara Luciani in modo che questa illustri i possibili utilizzi di questa meravigliosa pianta a noi tutti interessati alle sue benefiche proprietà».