Le salite di Clavalité e di Cervinia decideranno il vincitore del 59esimo Giro della Valle d’Aosta

Le salite di Clavalité e di Cervinia decideranno il vincitore del 59esimo Giro della Valle d’Aosta
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C'è grande equilibrio dopo 3 delle 5 tappe del 59esimo Giro della Valle d'Aosta e saranno le dure salite di oggi, sabato 15 luglio, negli ultimi 40 chilometri a Fénis di Champremier e Clavalité e domani, domenica, il Col San Pantaleon e Cervinia a chiarire chi ha la condizione per vincere. La carta a sorpresa della francese Groupama Française des Jeux è il 19enne britannico David Joshua Golliker che ha dominato giovedì a Pré de Pascal ma ha sofferto difendendo con le unghie la maglia ieri a Place Moulin di Bionaz. Poi ci sono i 2 grandi favoriti della vigilia che hanno già fatto grandi cose al Giro Next Gen: chi sembra più in palla è il francese Alexy Faure-Prost della belga Circus secondo a 19 secondi dall'inglese dopo il sesto posto di ieri con terzo a 27 secondi l'irlandese Darren Rafferty con già ad oltre 1 minuto di distacco il ceco Pavel Novak a 1'08" e il messicano Isaac Del Toro a 1'25". Nessuno dei 19 italiani in corsa è tra i primi 10 in classifica. Le prime 3 tappe portano la firma di un belga, di un inglese e di un norvegese.

Arvier: allo sprint festa belga

Nelle terre natie di Maurice Garin, primo vincitore del Tour de France nel 1903, in una tappa insignificante di poco meno di 81 chilometri con giri di boa a Saint-Marcel e Chambave e la sola salita da Arvier agli 884 metri del Col d’Introd, ci sono stati tanti tentativi di fuga, il primo ritiro di un messicano staccatissimo sin dai primi chilometri, e la volata con il gruppo allungato, in 6 davanti e a 6 secondi il grosso del plotone. A conquistare la sua prima vittoria nelle gare internazionali è stato il belga Dylan Vanderstorme della Circus-ReUz-Technord, compagno di squadra del campione italiano Marco Busatto, uno dei tanti assenti alla corsa valdostana tra i soli 19 corridori italiani tra i 118 partenti. Il belga ha vinto anche il Gran Premio della Montagna al Col d’Introd e dunque ha vestito la maglia gialla di leader e le maglie della classifica a punti e degli scalatori lasciando solo quella degli sprint catch al campione Under 23 svizzero Elia Blun della Tudor di Fabian Cancellara e dei giovani al portoghese Daniel Lima della Israel. Vanderstorme, superstite dei tanti tentativi di fuga del finale, dopo 1 ora 52 minuti e 3 secondi a 43,320 chilometri orari di media si è imposto davanti al suo connazionale fiamnmingo Witse Meussen dell’Alpecin-Deceunick Developpement, al francese Brieuc Rolland della Groupama con quarto il rossocrociato Elia Blum, quinto il lusitano Daniel Lima e sesto l’irlandese Kevin Mccambridge con a 4 secondi gli italiani Sergio Merisi e Giovanni Bortoluzzi e a 6 secondi il gruppo guidato da un terzo belga, Emiel Vestrynge. Vandenstorme, 21 anni di Geraardsbergen nelle Fiandre con nel suo palmares Uci solo un sesto e un decimo posto in tappe della Corsa della Pace e un settimo posto in una corsa in Belgio, ha annunciato al traguardo di essere qui per aiutare il suo compagno francese Alexis Faure-Prost a vincere il Giro.

A Pré de Pascal impresa dell'inglese Golliker

La Groupama Française des Jeux da 2 anni domina il Valle d'Aosta con il neozelandese Reuben Thompson e il figlio d'arte francese Lenny Martinez e sull'inedito arrivo della seconda tappa di Pré de Pascal, sullo sterrato in Val Veny, giovedì ha lanciato David Joshua Golliker, un corridore di 19 anni britannico di Redhill, nella contea del Surrey, che ha impressionato tutti e con la prima vittoria importante a Courmayeur ha creato un bel divario tra la sua maglia gialla di leader e tutti i grandi favoriti del Giro finiti sgranati tra i primi ai piedi del Monte Bianco. Dopo che il belga Jonathan Vervenne era transitato primo a Verrogne e in quartetto con l'italiano Edoardo Sandri a Les Places, conquistando la maglia dei Gpm, sopra La Salle sui fuggitivi è piombato proprio Golliker che ha subito fatto il vuoto da solo andando fortissimo in salita, vantaggio salito ad oltre 2 minuti e limitato solo nel finale dall'uscita allo scoperto dei big. Dopo 3 ore 45'33" l'inglese, che corre con 4 francesi, ha preceduto di 1'38" il "camoscio" francese Alexy Faure-Prost, già secondo al Giro Next Gen allo Stelvio, il ceco Pavel Novak a 1'45" e l'atteso irlandese Darren Rafferty a 1'46, secondo al Giro Next Gen, a 8 secondi dal suo grande rivale Faure-Prost. Poi a 2'04" il belga Emiel Vestrynghe e gli spagnoli Jorge Gutierrez e Marcel Camprubi Piujan. Il compagno del francese Faure-Prost, il belga in maglia di leader Dylan Vandenstorme, si è sacrificato tanto per il suo capitano con grandi tirate degli inseguitori tra le vigne della Valdigne ma poi è arrivato a 9 minuti e mezzo da Golliker che in classifica era a soli 6 secondi dal belga e che è partito ieri, venerdì, da Saint-Vincent verso Bionaz con 1'38’’ su Faure-Prost,1'45’’ su Novak e 1'46’’ su Rafferty.

Acuto norvegese a Place Moulin con Martin Tjotta

A Saint-Vincent ieri, venerdì, sono partiti in 108 dopo 9 ritiri e 1 olandese fuori tempo massimo e si è a lungo parlato della positività ai controlli antidoping del vicecampione italiano Luca Cretti, non presente al Giro ma della Colpack, in corsa in Valle. Grande protagonista con oltre 100 chilometri di fuga, scattato in compagnia salendo a Perloz e poi in fuga solitaria nel finale verso Bionaz, è stato il vincitore Martin Tjotta, 22 anni norvegese della francese Bourg en Bresse che passerà professionista a fine stagione e che ha già vinto una corsa a tappe in Francia, il Pays du Montbeliard, e tante corse quest'anno. Tjotta era lontano in classifica, 46esimo a 9'38". Il norvegese ha vinto con 12 secondi sul generoso italiano Davide De Cassan del Cycling Friuli seguito a 17 secondi dall'australiano Alex Bogna, quarto a 25" il messicano Isac Del Toro e poi a 27" l'irlandese Darren Rafferty e l'attesissimo francese Alexy Faure-Prost con il leader a perdere 1'20" dai rivali in classifica e a salvare per 17" la maglia gialla. Leader degli scalatori è invece il norvegese Martin Tjotta. Dopo i 12 ritiri di ieri sono rimasti in gara in 96.

Oggi Clavalité, domani Cervinia

Dopo tanta fatica i corridori rimasti in gara affronteranno oggi e domani, sabato e domenica, 2 tappe particolarmente impegnative. Oggi, via alle 10.40 da Verrayes, la quarta tappa porterà per la seconda volta nella storia i corridori a Clavalite, 1.504 metri sopra Fénis, dopo 172 chilometri con Gran Premio della Montagna all’ultimo chilometro allo scollinamento verso la piana a quota 1.528. I corridori dovranno affrontare ben 5 salite. Dopo i giri di boa a Issogne e Pont-Saint-Martin si salirà agli 898 metri di Fabiole per scendere da Perloz e affrontare da Challand-Saint-Victor il Col d’Arlaz a 1.030 metri e dopo la discesa a Montjovet tornare da Champagne ai 1.015 metri di Verrayes e poi da Chambave raggiungere prima Brissogne e poi Fénis per affrontare gli ultimi 40 chilometri infuocati salendo prima a Champremier a quota 1.387 e poi a Clavalité con 23 chilometri di dura salita. A Champremier il Giro d’Italia transitò nel 1992 nella tappa vinta dal tedesco Udo Bolts a Pila con il navarro Miguel Indurain lanciato a vincere il primo dei suoi 2 Giri e poi nel 1997 quando con in fuga Paolo Savoldelli, Ivan Gotti rispose con intelligenza agli attacchi di Luc Leblanc e Pavel Tonkov per poi affondare i colpi proprio nella salita da Champagne sul versante più duro del Col San Pantaleone e andare a vincere a Cervinia la tappa e il suo primo Giro. A Clavalité invece il Giro della Valle è arrivato nel 2016 con la classifica generale finale decisa propria su questa salita con vincitore lo svizzero Kilian Frankiny davanti allo spagnolo Enric Mas, caduto alla prima tappa del Tour di quest’anno dove era un atteso outsider. Domenica si chiuderà con la Valtournenche-Breuil Cervinia con 109 chilometri, partenza alle 11.40 per una discesa sino a Châtillon, giro di boa di Pollein prima delle salite agli 889 metri di Grand Brissogne e, transitando da Fénis e Pontey, virata a Châtillon arrampicata da Champagne ai 1.666 metri del Col San Pantaleon, discesa su Antey e arrivo ai 2.000 metri del Breuil.

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