Le rievocazioni, gli alpini, il canto, la fotografia: la vita di passioni di Renato Pozzi

Le rievocazioni, gli alpini, il canto, la fotografia: la vita di passioni di Renato Pozzi
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Un uomo buono che affrontava la vita con entusiasmo, coltivando mille passioni. Ha destato incredulità e tristezza l’improvvisa scomparsa, ad appena 49 anni di età, di Renato Pozzi, mancato per un malore nella sua casa di Antey-Saint-André nella mattinata di lunedì scorso, 28 dicembre. Da circa 30 anni gestiva il negozio edicola Le Petit Bazar nella centrale piazza Zerbion, a Saint-Vincent, dove non faceva mai mancare il suo sorriso e una battuta ai clienti abituali, per i quali passare “da Renato” era un rito quotidiano. Tutti ne apprezzavano la gentilezza e la cortesia, così come il proverbiale buonumore.

Originario di Ivrea, fin da bambino ha sempre avuto un forte legame con la Valle d’Aosta, in particolare con Antey-Saint-André dove, nella casa di Buisson, veniva con la famiglia a trascorrere estati di gioco e di divertimento insieme agli amici. L’entusiasmo del ragazzo, Renato Pozzi non lo ha mai perso. Lo si vedeva nel suo modo scanzonato di affrontare le difficoltà, così come nell’impegno con cui si dedicava alle tante cose che gli piaceva fare: il collezionismo di cappelli e divise militari degli Alpini (una raccolta tra le più importanti in Italia, con alcuni “pezzi” esposti in una vetrinetta all’interno del suo negozio), la fotografia, i viaggi, i giri con la sua splendida Harley Davidson in livrea militare americana, le escursioni in montagna e le passeggiate con il suo adorato pastore australiano di nome Bush. Alpino e orgoglioso di esserlo, molti lo conoscevano per la passione per le rievocazioni storiche: con il suo gruppo “J Amis dël Quart” ha partecipato a tutte le adunate nazionali con mezzi e divise d’epoca delle Penne Nere, molto applauditi da centinaia di migliaia di persone, e fu l’organizzatore e il principale promotore di HistoricAntey, il raduno in cui si mettevano in scena battaglie dal tempo dei Romani fino alla Seconda Guerra Mondiale. Per lui, che fin da piccolo coltivava uno straordinario interesse per le vicende del passato, questi eventi erano - diceva - «un po’ come raccontare la storia, ma senza i libri».

In tutto ciò che faceva, dedicava impegno e attenzione. Così è stato anche per la fotografia, un hobby che con il tempo gli valse prestigiosi premi e che lo portò pure a viaggiare in giro per mezzo mondo - dal Botswana al Canada fino alla Groenlandia - per poi tornare con un bagaglio di esperienze e di immagini di natura selvaggia che presentava durante le serate organizzate in collaborazione con la Biblioteca di Antey. Nel 2020 sarebbe voluto andare in Giappone ma poi la pandemia lo ha costretto a rimandare l’ennesimo viaggio: non poteva sapere che il destino glielo avrebbe precluso per sempre.

Grande tifoso del Torino - che seguiva anche allo stadio ogni volta che poteva e sulle cui (dis)avventure spesso discuteva con scherzi e battute in negozio insieme ai compagni di “fede” - delle origini eporediesi aveva conservato la fiera appartenenza al rione degli aranceri Asso di Picche. Amava pure il canto ed era componente del Coro Ana Monte Cervino.

La perdita di Renato - che lascia l’amata mamma Graziella Caserio - ha colpito molti, come molte erano le sue passioni, che lo hanno portato ad incrociare tante strade, facendosi sempre volere bene. Il funerale è stato celebrato nel pomeriggio di giovedì scorso, 31 dicembre, ad Antey.

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