Le parole più belle…

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Il “ghiacciaio”, il “transatlantico” o “la nave”, come lo chiamano i valdostani, ancora non apre i suoi battenti, sembra infatti che l’Università della Valle d’Aosta sia afflitta da una serie di “coincidenze avverse” che ne tardano di continuo l’apertura.

Ora è la fornitura delle dotazioni tecnologiche ad essere in ritardo, non ho ben capito perché, poiché sembra che la procedura sia stata avviata solo da poco per adeguare le richieste alla tecnologia più attuale. Pare infatti che la vecchia gara, ormai datata anni orsono, prevedesse una tecnologia superata e che si sia reso necessario un adeguamento di richieste. La procedura d’appalto verrà quindi ultimata nei prossimi mesi, poiché manca la visione delle offerte e l’aggiudicazione dell’appalto.

A questo “intoppo” si aggiunge un ultimo stralcio di interventi, finanziato nell’ottobre del 2022 con 1,2 milioni di euro circa provenienti dal bilancio di previsione della Regione, che avrebbe dovuto consentire di completare il parcheggio del secondo piano interrato e di prolungarne la rampa di accesso dedicata.

L’assessore Jean Pierre Guichardaz riferisce in Consiglio Valle che questi ultimi lavori non “pregiudicheranno in senso tecnico l’utilizzo della sede universitaria” e che pertanto verranno ultimati insieme all’inaugurazione della stessa.

Ci preme però ricordare che la fantomatica inaugurazione è stata rimandata e promessa innumerevoli volte, ultima quella in cui era stata annunciata con certezza che la nuova sede sarebbe stata pronta per l’anno accademico iniziato da poco.

Parlano i fatti più che le parole, come sempre, e gli studenti si recheranno ancora, e per l’intero anno di studi, nelle sedi di Saint-Christophe e di viale dei Cappuccini ad Aosta, nonostante qualcuno provi a crederci ancora in questa università, visto il celebrato incremento delle iscrizioni del 20 per cento.

Di certo, non avendo potuto visitare ancora l’ateneo valdostano, non siamo in grado di dire quanto si presenterà all’avanguardia e quanto sarà attrattivo come polo culturale, ci auguriamo per ora che possa almeno aprire e non diventare la solita beffa burocratico-politica che l’Italia (in questo caso la Valle d’Aosta) propina con assoluta inadeguatezza… perché alla fine le parole più belle sono sempre i fatti.

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