Le infiammazioni da cibo e le sue conseguenze “Un test per rimodulare le abitudini alimentari”
Stanchezza cronica, mal di testa, gonfiore, diminuzione delle performance sportive: sono alcune conseguenze della cosiddetta “infiammazione da cibo”, un problema - misurabile con un test - sempre più diffuso nella popolazione. A fornire utili indicazioni e suggerimenti in merito è la dottoressa Caterina Tubère, farmacista alla Farmacia Dottor Nicola in viale Federico Chabod, ad Aosta, laureata in Scienza Motorie e successivamente in Farmacia specializzata in omeopatia e fitoterapia alla Scuola Smb di Torino.
Si sente sempre più parlare di questa tipologia di infiammazione, da cibo o da zuccheri. Di cosa si tratta? E, quali disturbi può causare?
«Partiamo da una premessa: nessun cibo è un nemico. Il modo in cui ci alimentiamo ogni giorno può indurre molteplici aspetti infiammatori, ma il cibo non va eliminato, quello che va corretto è il rapporto con esso. Oggi sono conosciuti e studiati almeno tre tipi di infiammazioni correlate al cibo che interagiscono tra di loro. Una deriva dall’assunzione ripetuta di alimenti, una dall’assunzione ripetuta di zuccheri ed infine vi è una infiammazione da errato bilanciamento di nutrienti a ogni pasto. Quando una infiammazione si mantiene nel tempo i suoi effetti possono risultare negativi e procurare diversi disturbi, come ad esempio dermatiti, colite, asma, emicrania, rinite, acne, candidosi, tiroiditi, malattie autoimmuni, cistite e gonfiori vari. Queste patologie sono l’espressione del surriscaldamento infiammatorio dell’organismo, come se fossero le valvole di sfogo di una simbolica pentola a pressione che rappresenta l’infiammazione».
Il dottor Attilio Speciani, stimato medico milanese, ha ideato un test per la misurazione scientifica, attraverso la consulenza di un farmacista, di alcuni parametri dell’infiammazione. Qualora il test risultasse positivo quali sarebbero le indicazioni che questo esperto proporrebbe?
«Il dottor Speciani e il suo team hanno messo a punto per me un test che consente di controllare contemporaneamente i tre diversi aspetti infiammatori legati all’alimentazione, che possono essere la causa dei disturbi ai quali ho accennato in precedenza, indicando il percorso e lo stile di vita alimentare adatto alle esigenze di ogni persona. Grazie a questo test è possibile conoscere il profilo alimentare individuale e il livello dei marcatori di infiammazione, la personale sensibilità agli zuccheri e le eventuali predisposizioni genetiche presenti nell’organismo. Questo risultato può fornire indicazioni pratiche per modificare alcune abitudini alimentari, per controllare in modo personalizzato il rapporto con gli zuccheri e conquistare e mantenere uno stato di benessere generale. Verranno suggeriti su base scientifica e personalizzata i cibi da gestire per modulare al meglio le risposte infiammatorie, arrivando a mantenere senza un particolare sforzo uno stile alimentare sano, completo e variato. Questo test si effettua direttamente in farmacia ed è sufficiente a questo scopo un piccolo prelievo di sangue capillare dal dito. Misurando appunto i livelli di infiammazione - e a questo proposito uno dei motti del Dottor Speciani e del suo team è appunto che “misurare è meglio che supporre” - si può poi proporre un’alimentazione personalizzata per arrivare quindi ad abbassare i precedenti livelli di infiammazione e giungere ad uno stato di benessere generale. Questo test può indicare un grado di infiammazione più o meno alto, e quindi sulla base di questi valori si possono attuare accorgimenti alimentari differenti, più o meno ristretti secondo i livelli di infiammazione».
Dottoressa Caterina Tubère, lei che oltre ad essere farmacista ha anche una laurea in Scienze Motorie, e dunque conosce bene le esigenze degli sportivi, quali suggerimenti potrebbe offrire ai dilettanti, e non solo, in campo nutrizionale per migliorare la propria forma fisica? Esistono degli integratori specifici e vi sono indicazioni personalizzabili?
«A maggior ragione uno sportivo, in particolare se pratica attività in modo regolare ed intenso, sarà molto più soggetto a delle infiammazioni rispetto ai non praticanti, e questo proprio perché già uno sforzo fisico, dunque muscolare, può causare un’infiammazione. Per questo motivo dovrebbe tenere sotto controllo la sua infiammazione generale. Quindi un test come quello che ho appena descritto è particolarmente indicato per uno sportivo, anche perché andando a rilevare la sua sensibilità agli zuccheri potrà pure migliorare la sua performance sportiva e il suo livello energetico. Dunque un suggerimento che potrei dare sarebbe proprio quello di effettuare questo test per valutare il grado di infiammazione di partenza per eventualmente migliorarlo con un tipo di alimentazione adeguata. Per quanto riguarda gli integratori specifici si dovrà sempre partire dal livello di infiammazione generale, e comunque sicuramente con degli ossidanti, in quanto gli sforzi fisici comportano un consumo muscolare ed energetico, e dunque un aumento dell’ossidazione che può portare ad un aumento dell’affaticamento dei muscoli coinvolti. In aggiunta agli ossidanti proporrei degli antiinfiammatori naturali che possono risultare utilissimi per uno sportivo per evitare di avere danni causati dalle suddette infiammazioni. Le indicazioni poi possono essere senz’altro personalizzabili perché il test di cui abbiamo ora parlato viene fatto “ad personam”, quindi i risultati saranno personali e dunque anche i relativi suggerimenti legati allo stile di vita di ogni individuo e all’attività sportiva dallo stesso praticata».
Per altre informazioni e per prenotare il test si può telefonare allo 0165 31379 o scrivere a info@dottornicola.it.