Le incursioni dei cinghiali fanno paura “E’ diventato un problema di sicurezza”
La recente e devastante incursione di cinghiali sui prati curati all’inglese del lago Sirio, gestiti dalla Società Canottieri di Ivrea, ha riportato alla ribalta, o per meglio dire ha riacutizzato, un’emergenza di fatto mai risolta, quella appunto dei rovinosi spostamenti di questi animali dalle zone alte di montagna a quelle basse, in cerca di cibo su terreni resi morbidi dalle scorse precipitazioni piovose e quindi facilmente rovinabili dall’azione di scavo e ribaltamento della cotica erbosa.
Ormai le invasioni degli ungulati si fanno sempre più ardite, non arrestandosi neppure di fronte agli specchi d’acqua, che attraversano nuotando in branchi, come testimoni dichiarano di aver visto proprio sul lago Sirio.
A questo proposito, sabato scorso, 1° maggio, il Comune di Quincinetto ha scritto una lettera indirizzata alla Regione Piemonte, alla Città Metropolitana di Torino, alla Prefettura di Torino e agli Ambiti Territoriali di Caccia e Comprensori Alpini delle aree di competenza, con la richiesta di intervento urgente per arginare il problema della gestione degli animali selvatici.
«Ne parliamo da ben quarant’anni, di questa emergenza. - evidenzia il sindaco di Quincinetto Angelo Canale Clapetto - Oggi si tratta proprio di un urgente problema di sicurezza pubblica, sanitaria e ambientale che le attività di contenimento attuali non sono riusciti a risolvere. Ne risente fortemente la sicurezza stradale, dato l’alto numero di incidenti registrati, e quella pubblica e privata, visto che i cinghiali sempre più si avvicinano a zone abitate, rischiando tra l’altro la diffusione di malattie o agenti patogeni e concorrendo a devastare la biodiversità del patrimonio ambientale e animale».
La missiva auspica nuove ipotesi e soluzioni esecutive al problema, basate sulla collaborazione delle autorità e delle Amministrazioni coinvolte. Quincinetto si fa dunque portavoce di un dialogo e di un confronto atto a garantire ai cittadini sicurezza, salute e preservazione ambientale e alle imprese agricole operanti sul territorio la possibilità di affrontare una criticità che rischia di minare l’intera continuità della filiera agro-alimentare.
Renzo Galletto, sindaco di Montalto Dora, uno dei Comuni eporediesi più interessati dal fenomeno dei cinghiali in libertà, fotografa la situazione del territorio in modo lampante: «Si tratta di un problema grave e irrisolto, che è peggiorato negli ultimi vent’anni. E’ ormai una vera e propria invasione di ungulati, di razza ibridata, che scendono dalle montagne e raggiungono impunemente l’abitato, devastando cortili e proprietà dei contadini. Per non parlare dei campi di mais e dei vigneti del nostro territorio, che è per due terzi di origine collinare, quindi campo ottimale per le incursioni dei suidi. Sulla Statale 26, tra Montalto Dora e Borgofranco d’Ivrea, gli incidenti stradali non si contano, anche se ancora non gravi, per fortuna». «Di fatto - continua Renzo Galletto - il nostro territorio è ormai colonizzato da questi animali, che si diffondono sempre più e non bastano le reti di contenimento per fermarli, com’è successo al lago Sirio, visto che sono in grado di scavare sotto anche di diversi metri».
A Carema, invece, si è ormai configurata una sorta di rassegnata accettazione dei danni inferti al territorio dai cinghiali. «E’ raro che mi vengano notificate situazioni di disagio in questo senso da parte degli allevatori o agricoltori. - riferisce il sindaco Flavio Vairos - La presenza distruttiva di questi animali è considerata alla stregua della grandine, un’occorrenza naturale contro cui si può fare poco, e ancor meno si confida nell’accelerazione dei processi di risarcimento da parte degli enti preposti. Oramai si dà per scontato questo problema. Proprio alcuni giorni fa abbiamo seppellito nella calce viva un cinghiale di circa settanta chili, trovato morto in una pozza d’acqua, in altura, con intervento del veterinario».