Le giornate chiusi in casa: consigli ai nonni che devono gestire la «reclusione»

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Le giornate in casa diventano lunghe, soprattutto quando si è piccoli e il sole, fuori, chiama a giocare. Gestire la famiglia, tra smartwork dei genitori e lezioni a distanza dei figli, richiede un nuovo approccio, per condividere la connessione ad Internet, i tempi per stare assieme e la convivenza. La pedagogista Licia Coppo, che ha una lunga esperienza nel supporto ad adulti, genitori, insegnanti ed operatori sociali, suggerisce orari più morbidi, l'alternanza tra computer, videogiochi e lavoretti in casa. Tiene conto anche delle situazioni famigliari in cui i bambini sono affidati ai nonni, mentre i genitori lavorano.

«Credo che, con le nuove restrizioni per contenere il contagio, questa situazione sarà sempre più rara. - spiega l'esperta - Uno dei due genitori, nei prossimi giorni, facilmente sarà a casa, ma se così fosse, invitate i nonni a insegnare ai nipoti quelle arti, come il cucito e il ricamo, che la nostra generazione ha perso». I «lavoretti» della scuola di una volta, quelli che occupavano i pomeriggi e che si esponevano alla fine dell'anno scolastico, ora diventano appannaggio di chi ancora li ama e ha il tempo per occuparsene: il cuscino a mezzo punto, la scritta a punto croce, le lunghe sciarpe confezionate a maglia, i centrini all'uncinetto.

Con i nonni ai tempi del cellulare

«Oppure si può provare un po’ di sano lavoro con legno, chiodi e martello, per chi ne ha la possibilità. - suggerisce Licia Coppo - E imparare a giocare bene a carte! Come sapete, le persone anziane sono i soggetti più a rischio, quindi in questa fase è bene tutelare loro e i vostri figli, ed evitare troppi contatti. Però ricordiamoci che la tecnologia può essere una bella risorsa, anche in questo caso. Se i nonni sono dotati di smartphone, con una videochiamata possono rimanere in contatto con i nipotini e, perché no, magari insegnare un nuovo passaggio del punto croce anche a distanza».

Le giornate davanti allo schermo

«La didattica a distanza obbligherà però i nostri figli ad usare di più il computer. - continua Licia Coppo - Come possono i genitori evitare che questa sia una scusa per poi rimanere lì a giocare o guardare video su youtube? Che siamo on-line o off-line, l’unico mezzo che abbiamo sempre è la relazione, che è fatta di due parole chiave, se parliamo di relazione educativa: presidio e ascolto. Presidiamo cosa fanno al pc con la scuola, stiamo in zona mentre seguono la lezione di scienze o di storia connessi su Meet, potrebbe essere anche interessante per noi! Mentre cuciniamo, riordiniamo casa o facciamo il nostro lavoro al pc, buttiamo sempre un occhio al loro lavoro didattico. Diamo una mano con la scuola se serve, ma mai lì seduti accanto a loro, magari per ore a discutere. Questa esperienza di didattica a distanza può potenziare la loro capacità di studio autonomo, se noi non andiamo troppo in loro soccorso».

Il momento dell'ascolto

«Ascoltiamo i nostri figli in questo periodo. - raccomanda ancora Licia Coppo - Ascoltiamoli di più e meglio di prima, ne abbiamo il tempo! Forse hanno delle paure anche loro, anche se sembrano solo felici della "vacanza forzata"; magari hanno letto una notizia su Internet, e vorrebbero parlarne. Hanno di sicuro delle "emozioni in circolo", in questa assurda fase di relazioni anestetizzate e di assenza di socialità. E’ una fase complessa, anche per loro. Ascoltiamoli, potrebbe fare un gran bene anche a noi».

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