“Le campane disturbano”: diffida al parroco Ma il paese si ribella: “Non bisogna spegnerle”
A volte è difficile abituarsi ai ritmi, agli usi e alle tradizioni del nuovo paese in cui si sceglie di andare a vivere. Ma questa volta la disputa che ne è sorta è davvero curiosa e, per gli abitanti di Fontainemore, inaccettabile. Motivo della querelle: i rintocchi delle campane che secondo un residente del piccolo paese della Valle del Lys - arrivato in paese circa un anno fa - sarebbero eccessivi. Troppo rumorosi e troppo ripetuti nel corso della giornata. La questione viene riassunta dal parroco del paese (che si occupa anche delle parrocchie di Issime, Gaby e Lillianes), don Marian Benchea. «Il problema in realtà è nato 9 mesi fa, a poco tempo dall’arrivo del nuovo abitante, che mi ha segnalato il fatto che veniva disturbato dal suono delle campane. - racconta il parroco - Contattata la Curia, si è scelta la via del dialogo, dell’ascolto, cercando di capire come si potesse risolvere la questione in modo pacifico. Dopo però che mi è arrivata la seconda segnalazione, ho deciso di spegnere le campane di notte. A distanza di qualche giorno sono arrivate le proteste da parte degli abitanti. Le campane devono suonare! Così sono tornato alle vecchie abitudini, assecondando le richieste della maggior parte degli abitanti».
La cosa però non è finita qui. Le richieste di “spegnimento del campanile” sono proseguite. Don Marian ha deciso così di fare regolare i rintocchi da una ditta specializzata, in modo che fosse tolta la ripetizione, ma il tutto non è bastato. Qualche giorno fa è arrivata la diffida ufficiale al parroco da parte di un legale torinese in cui, tra l’altro, si chiede, oltre che di silenziare il campanile nelle ore notturne, di eliminare anche i rintocchi diurni e di lasciare solo quelli in occasione delle celebrazioni religiose. Saputa la notizia, il consiglio pastorale, ha deciso di lanciare una raccolta firme estesa agli abitanti sia di Fontainemore che dei paesi vicini per «salvaguardare le tradizioni e fare sì che tale caso non crei un pericoloso precedente». «Il documento è stato letto il giorno della celebrazione dei Santi e in mezz’ora sono state raccolte oltre 200 firme, anche dai paesi vicini» dice ancora don Marian Benchea. «Le campane rappresentano la voce che scandisce non solo la vita della comunità religiosa ma anche di quella civile» si legge tra l’altro nella petizione.
Esattamente sulla stessa linea, la sindaca Speranza Girod: «Siamo noi per primi a non volere accettare la richiesta di un singolo abitante. Il campanile con i suoi rintocchi, non è solo un simbolo religioso, ma riunisce i valori di tutta la comunità è un simbolo di tradizione, di appartenenza, di cultura». Tra le soluzioni valutate, anche la possibilità di aiutare il residente (che attualmente vive nel capoluogo a breve distanza dal campanile) a trovare un’altra soluzione abitativa.