«Le aziende faticano a trovare lavoratori»
«Facciamo fatica a trovare lavoratori. Non è più solo una questione di stipendio, ma una questione di attrattività di posti lavoro su cui anche le imprese devono lavorare». Lo ha detto l'assessore regionale allo Sviluppo economico Luigi Bertschy, intervenuto all'evento organizzato - martedì scorso, 17 maggio - dalla Chambre Valdôtaine per presentare i risultati del sondaggio sullo stato di salute delle imprese valdostane. «Sono cambiati gli stili di vita - prosegue l'Assessore -, la gente ha bisogno di recuperare dei tempi e sottrarli al lavoro, e a sua volta il sistema deve creare le condizioni per essere attrattivo e permettere alle persone di andare a lavorare, perché gli incentivi non possono sostenere la vita delle persone». «Rilevo - aggiunge - come i dati previsionali sull’occupazione 2022 siano tendenzialmente positivi. Questo dato evidenzia un trend crescente seppur condizionato da molte variabili. Dalle rilevazioni fatte dai nostri uffici emerge come un processo volto a favorire un’occupazione di qualità sia una strategia utile a mettere d’accordo le esigenze dei lavoratori e delle aziende. Il giusto compromesso tra le richieste di professionalità delle imprese e una maggiore attenzione alle condizioni di lavoro e contrattualistiche dei lavoratori e in particolari dei giovani porterà a colmare la distanza tra domanda e offerta di lavoro. Al fine di favorire un’occupazione di qualità stiamo lavorando con il Consiglio politiche del lavoro per definire i contenuti di un’alleanza che ci aiuti a vincere la sfida del lavoro di qualità per tutti».
«Dobbiamo tornare ad investire in infrastrutture materiali e digitali, avviare un processo di modernizzazione della pubblica amministrazione, premiare le competenze perché i cittadini possano tornare a credere nella nostra regione e tutti insieme sperare in un'inversione della curva demografica» ha dichiarato invece il presidente della Chambre Valdôtaine Roberto Sapia, in apertura. «Siamo ormai in un contesto mutevole e imprevedibile - afferma Roberto Sapia - che non costituisce più un'eccezione, ma è appunto la nuova normalità. Chi non si adatta al cambiamento costante, gestendo al meglio le opportunità e i fattori critici, perde terreno». Secondo il Presidente della Chambre, è quindi «fondamentale muoversi per supportare gli imprenditori ad accrescere la propria cultura finanziaria e la capacità di pianificare il proprio business» e lavorare sull'attrattività. A questo proposito, la pandemia ha evidenziato che «l'industria del turismo da sola non è sufficiente a sostenere un'intera economia, è dunque necessario intendere la capacità di essere attrattivi nel senso più estensivo possibile del termine», prosegue Sapia.
I numeri
L'ombra della pandemia è ancora dietro l'angolo, però un primo dato confortante sull'occupazione, in Valle d'Aosta, c'è. I risultati del questionario sottoposto dalla Chambre Valdôtaine alle imprese per valutare il loro stato di salute lo dimostrano. Rispetto agli stessi dati del 2021, raddoppia il numero delle aziende che intendono assumere e si dimezza quello di chi vuole ridurre la forza lavoro. Il questionario ha raccolto 2.872 risposte da altrettante aziende valdostane: di queste, l'11 per cento segnala la volontà di procedere con nuove assunzioni - nel 2021 era il 5 per cento - mentre il 18 per cento - l'anno scorso erano il 40,2 per cento - licenzierà parte dei dipendenti. Il 71 per cento delle aziende non prevede modifiche all'organico, nel 2021 lo stesso dato si fermava al 54,9 per cento. Il settore che risente maggiormente dei possibili tagli occupazionali «è quello del turismo, che include anche la ristorazione - spiega Maria Angela Buffa della Chambre - dove il 27 per cento degli intervistati prevede una riduzione dell'occupazione, ma allo stesso tempo è il comparto in cui si registra la percentuale più alta di imprese che prevedono un aumento occupazionale - 18,2 per cento -, sebbene il saldo tra aumento e riduzione dell'occupazione risulti comunque negativo».
Seguono il settore del commercio - con il 22,3 per cento degli intervistati che prevede un taglio degli occupati - il settore dei servizi alla persona (21,1 per cento) e l'agricoltura (19,4 per cento). Tra i settori disposti ad assumere, dopo il turismo si piazza quello delle costruzioni. La disponibilità ad assumere nuovi dipendenti è strettamente legata alle dimensioni delle aziende in Valle d’Aosta: «La percentuale delle imprese che prevedono una riduzione di occupazione nel 2022 è maggiore per le imprese di piccole dimensioni», aggiunge Buffa, spiegando che i tagli riguardano il 22,3 per cento delle monoaddetto e il 17,7 per cento delle imprese fino a 5 addetti.
Un altro elemento di analisi riguarda l'impatto dei rincari dell'energia e delle materia prime sui costi aziendali: gli aumenti del costo del carburante hanno interessato più da vicino i settori dei trasporti (85,7 per cento), dell'agricoltura (82,3 per cento) e delle costruzioni (70,8 per cento), mentre gli aumenti dei costi delle materie prime e scorte oltre al settore delle costruzioni (83,4 per cento) hanno riguardato in maggior misura anche il commercio (80,3 per cento) e il turismo (78,1 per cento), il quale soffre anche dell'aumento dei costi della manodopera. Tra le misure prioritarie, indicate dalle aziende valdostane per la ripresa e lo sviluppo, ci sono in primis l'abbattimento dei costi delle utenze, in particolare energia e gas, lo stanziamento di contributi a fondo perso per investimenti materiali e immateriali e la messa a punto di finanziamenti agevolati per investimenti, acquisti di materie prime e canoni di locazioni.
Riguardo infine ai cali di fatturato, il settore più colpito è ancora una volta quello del turismo: il 77,29 per cento delle imprese turistiche ha infatti subito un calo rispetto alla loro condizione pre Covid. Seguono il settore dei servizi alla persona (58,53 per cento), il commercio (52,88 per cento) e trasporti (il 52,38 per cento delle imprese ha subito un calo di fatturato e per l'11,11 per cento delle imprese il calo è stato di oltre il 70 per cento). Una maggiore tenuta ha caratterizzato invece i settori delle costruzioni (il 30,67 per cento delle imprese ha subito un calo di fatturato), delle attività manifatturiere (il 30,84 per cento) e dei servizi alle imprese.