Lavoratori della montagna in piazza «Meritiamo rispetto, non Speranza»
Circa 400 persone si sono trovate in piazza Chanoux ad Aosta nella mattinata di giovedì scorso, 18 febbraio, per la manifestazione organizzata dai sindacati Cgil, Cisl e Savt dopo la decisione di protrarre fino al 5 marzo lo stop allo sci alpino da parte del Ministro della Salute Roberto Speranza. «La montagna merita rispetto non “Speranza”» lo slogan che campeggiava sullo striscione portato dai lavoratori degli impianti a fune, arrivati insieme a diversi maestri di sci. «Vogliamo ristori, non continui rinvii delle aperture, è inaccettabile che nel 2021 ci siano code alla Caritas» ha detto nel suo intervento Cristina Marchiaro del sindacato Filt Cgil Valle d'Aosta. «Dovrà arrivare una risposta per tutti anche da parte dell’Amministrazione regionale. In Consiglio Valle vi è un grande impegno per dare una risposta che speriamo sia complementare a quella nazionale» ha risposto l'assessore Luigi Bertschy.
«Il governo deve assumersi le proprie responsabilità» e mettere in campo adeguati interventi «per i lavoratori in cassa integrazione, e anche per gli stagionali che hanno perso tutto. E' una questione di responsabilità politica, economica e morale. Ci aspettiamo che anche la Regione faccia la sua parte» ha detto Alessandro Pavoni del Savt Trasporti. «Negli impianti a fune abbiamo un migliaio di lavoratori, a cui vanno aggiunti quelli dell'indotto. Spero che si possano trovare ristori, indennizzi, per queste persone. Sembra che il turismo a livello nazionale non esista» ha affermato Domenico Crea della Filt Cisl.
«La nostra presenza qui - ha spiegato Ferruccio Fournier, presidente dell'Associazione valdostana impianti a fune - è per dare un sostegno al governo regionale, perché rappresenta noi tutti. E' vero che gli impianti a fune sono la struttura fondamentale per il turismo invernale: aprirli significa dare la possibilità ad albergatori, maestri di sci e ristoratori di poter lavorare».
Le testimonianze
Gianluca Fava, lavoratore stagionale della Monterosa ski, ha riportato la sua testimonianza: «Stiamo parlando di circa 600 famiglie che hanno esaurito gli ammortizzatori sociali, sono fuori dalla Naspi, dalla disoccupazione più o meno dall'inizio di novembre, e che non hanno ricevuto nulla se non in previsione di un eventuale stipendio di luglio». Quindi «è un momento difficile, ed è questa la ragione per cui siamo qui, per chiedere un aiuto, un indennizzo, soprattutto immediato, perché non sappiamo quale sarà il futuro nostro e delle nostre famiglie di qui all'estate».
«Aspetto uno stipendio che non vedo più da marzo dell'anno scorso. - sottolinea Sonia Moratto, di Aosta, cassiera stagionale a Pila - Fortunatamente ho un marito che lavora, altrimenti a quest'ora sarei morta di fame. Noi abbiamo rinunciato a tutto, lo stipendio di mio marito basta essenzialmente per le spese, ho 3 figlie e giustamente si mette tutto lì». E’ poca la voglia di raccontare il proprio disagio: «I lavoratori avrebbero potuto percepire uno stipendio che ci avrebbe permesso di accedere poi agli ammortizzatori sociali. - aggiunge Sonia Moratto - Chi è stagionale e chi ha un'età non più giovanissima non è facilmente reinseribile nel mondo del lavoro, e poi oggi è tutto bloccato, con la pandemia la gente viene lasciata a casa, non viene certo assunta e questa sta diventando una situazione difficile da gestire».
«Non possiamo fare niente, siamo impotenti - aggiunge - ci auguriamo che la cosa si sblocchi, che tutto riparta, però la speranza è poca perché continuano a prenderci in giro, a rimandare questa data».
Pure tra i maestri di sci serpeggia il malcontento. In piazza c’è il loro presidente Beppe Cuc. In pochi accettano di condividere il proprio disappunto: «Potrebbe sembrare che quest'inverno non abbiamo fatto niente, - racconta Matteo Brema, presidente della scuola di sci di Torgnon - invece c'è stato un lavoro continuo da metà novembre fino a domenica, per la preparazione della partenza». «Capiamo e comprendiamo l'importanza della situazione e l'emergenza sanitaria - continua Matteo Brema - però sono state prese tutte le precauzioni del caso per poter operare in sicurezza, garantita anche dalle condizioni nelle quali lavoriamo, visto che pure l'Oms ha dichiarato che il rischio è nettamente inferiore, se non uguale a zero. Di conseguenza ci siamo sentiti presi veramente in giro da un comportamento irrispettoso e senza fondamento. Quello che dà più fastidio è che i sacrifici vengono fatti nel momento in cui si capisce che l'utilità di farli ha una finalità, sostenuta da dati scientifici. Qui è stata fatta una scelta - che ha distrutto un'economia importantissima - sul nulla. E questo è difficile da accettare, visto che per noi l'inverno rappresenta l'equivalente di 9 mesi di entrate di una persona che ha uno stipendio normale».
Una delegazione dei manifestanti è stata ricevuta dalla Giunta regionale. In piazza Chanoux c'erano anche albergatori e ristoratori. Presenti, tra gli altri, il sindaco di Aosta, Gianni Nuti, diversi esponenti della Giunta regionale e del Consiglio Valle sia di minoranza sia di maggioranza.
«Chiediamo interventi forti al Governo centrale e costruiamo soluzioni rapide per le criticità della Valle d'Aosta»: è il messaggio emerso dalla riunione che nei giorni scorsi ha messo di fronte i capigruppo di maggioranza (Union Valdôtaine, Progetto Civico Progressista, Alliance Valdôtaine-Stella Alpina e VdA Unie) e la Giunta regionale. «Al Governo nazionale - concludono - adesso spetta il dovere di intervenire con misure immediate e consistenti, all'interno del cosiddetto “Ristori 5”. A livello regionale servono azioni che intervengano a complemento di quanto farà lo Stato».
«La montagna non può essere dimenticata e soprattutto bisogna avere rispetto per chi ci vive e lavora»: è quanto i Sindaci valdostani vogliono ribadire ai Ministri competenti ai quali hanno chiesto un incontro. Una delegazione vuole recarsi a Roma: l'obiettivo è «Ottenere azioni concrete e veloci in materia di ristori».
La politica fa polemica
Accuse da parte della Lega VdA contro l'assessore Luigi Bertschy, assente alla seduta della commissione Affari generali convocata mercoledì mattina per discutere degli immobili regionali gestiti da VdA Structure. «Abbiamo chiesto il rinvio dell'audizione» spiega Stefano Aggravi della Lega, perché la seduta sarebbe stata in contemporanea alla manifestazione in piazza Chanoux, alla quale Bertschy è intervenuto. E anche Pour l'Autonomie, opposizione in Consiglio Valle, attacca la Giunta: «Speravamo che il Presidente della Regione, come hanno fatto altri presidenti delle Regioni di montagna, aprisse un dialogo con il ministro Garavaglia o con la ministra Gelmini per c avere dallo Stato i dovuti ristori».
«È stato per me personalmente triste - commenta Giovanni Girardini presidente di Rinascimento VdA - assistere ad un siparietto di applausi e adulazioni del tutto autoreferenziali verso i nostri politici. Credo che una fetta di responsabilità sulla situazione per la quale eravamo lì la abbia anche la politica regionale».