Lavoratori agricoli dal Marocco con un volo charter di Coldiretti

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Erano destinati alla Valle d’Aosta 16 dei 142 lavoratori agricoli provenienti dal Marocco e giunti in Italia - precisamente all’aeroporto di Pescara - con un volo charter atterrato lunedì scorso, 19 aprile. «Si tratta di lavoratori agricoli stagionali qualificati che ormai da anni sono impiegati sul territorio, tanto da essere diventati indispensabili per l’attività di molte aziende nostrane, con cui in molti casi sono nati rapporti anche di amicizia. - sottolinea la Coldiretti - Dopo aver trascorso il periodo di quarantena, si impegneranno negli alpeggi valdostani». Il volo privato è stato organizzato proprio dalla Coldiretti dopo che il Marocco, a causa della pandemia, ha sospeso tutti i collegamenti aerei con l’Italia con grandi difficoltà per molte imprese che non possono più contare su storici collaboratori. La comunità marocchina è la più numerosa tra i lavoratori agricoli fuori dei confini comunitari con quasi 36mila persone, il 10 per cento del totale dei braccianti stranieri che ogni anno vengono occupati da nord a sud.

“Lavoro in alpeggio, impossibili incentivi fiscali per i valdostani”

«Nel lavoro in alpeggio sono coinvolte circa 1.000 persone, di cui 300 tra conduttori e familiari coadiuvanti e 700 dipendenti stagionali. La quasi totalità di quest'ultimi è composta da stranieri provenienti da Romania, Albania e Marocco, mentre sono poche decine i salariati di origine valdostana. Il problema della mancata assunzione di lavoratori valdostani non è sempre dovuto alla mancanza di posti lavoro, quanto piuttosto alla poca appetibilità che il lavoro di alpeggio rappresenta». Lo ha detto giovedì scorso 22 aprile, l'assessore regionale all'Agricoltura Davide Sapinet rispondendo a un'interpellanza di Pour l'Autonomie sull'assunzione negli alpeggi di giovani valdostani. «La normativa dell'Unione europea e le regole del libero mercato - ha aggiunto Davide Sapinet - non consentono di privilegiare l'assunzione di manodopera locale in sostituzione di quella straniera: allo stato attuale, pur condividendo il principio, non è quindi possibile prevedere incentivi fiscali per chi assume giovani valdostani. Diverso, invece, il discorso se parliamo di incentivi all'assunzione di personale, indipendentemente dalla provenienza». «I tempi sono stretti: bisogna agire adesso, altrimenti nel momento in cui ci sarà la monticazione non si troverà nessuno. - ha replicato il consigliere Augusto Rollandin - Dobbiamo ricercare, con urgenza, un modo per incentivare i lavoratori, come si è fatto in altri settori, altrimenti il problema esploderà. Bisogna avere uno sguardo sul futuro della nostra montagna e della sua conduzione attraverso i giovani, che vanno formati e motivati. Nel caso non si riuscisse a portare avanti progetti concreti per l'agricoltura di montagna e per l’impiego delle giovani generazioni nella cura della nostra terra, giornate come l’Earth Day rimangono soltanto vuote celebrazioni».

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