Laurent perruchon racconta le sue 20 vette in 20 giorni

Laurent perruchon racconta le sue 20 vette in 20 giorni
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Più di 6.500 chilometri alla guida di un furgone, altri 200 a piedi e 30mila metri di dislivello. E’ questo il bilancio del progetto Mountain Tour of Italy 20x20x20 di Laurent Perruchon, alpinista e maestro di sci di Cogne, che ha scalato 20 montagne in 20 regioni in 20 giorni per “Spirito di avventura, desiderio di vedere nuovi scenari montani e di mettersi alla prova su traguardi ambiziosi soprattutto in quanto ravvicinati. Nell’estate 2020 una ragazza altoatesina aveva impiegato 80 giorni per fare tutto il giro, io non avevo tutto quel tempo e l’ho intesa più come una sfida”.

Il viaggio è iniziato il 25 giugno dalla cima più alta della Liguria, il Monte Saccarello (2.200 metri), che gli è servito da allenamento prima della vetta più alta d’Europa, il Monte Bianco, raggiunto alle 5.30 del 26 giugno dopo una notte al Rifugio Gonnella di Courmayeur. Nel pomeriggio del 26 era già al Rifugio Mantova per provare, l’indomani, la punta Dufour (4.634 metri) in Piemonte. Ha dovuto, tuttavia, fermarsi alla Zumstein (63 metri sotto la Dufour) a causa di condizioni non favorevoli. Successivamente è stata la volta del Piz Bernina (4.049 metri) in Valtellina e l’Ortles (3.905 metri) in Trentino Alto Adige, tappe alpinistiche con ghiacciaio affrontate insieme agli amici Tommaso Bection di Morgex e Mauro Darioli di La Salle. L’intento era quello di togliersi “Le montagne più dure nei giorni di meteo favorevole”. Quando gli amici sono rientrati in Valle Perruchon ha proseguito da solo verso la Punta Rocca sulla Marmolada (3.343 metri) in Veneto e verso il monte Coglians (2.780 metri) in Friuli Venezia Giulia. Poi è iniziato un lungo trasferimento, di circa 400 km, per raggiungere la Toscana alla volta del Monte Prado (2.054 metri): a seguire il Monte Cimone, il più alto dell’Emilia Romagna (2.165), il Monte Vettore (2.476 metri) e la Cima del Redentore (2.448 metri), rispettivamente nelle Marche e in Umbria. E ancora il Monte Gorzano (2.458 metri), nel Lazio, prima di dirigersi verso l’Abruzzo con il Gran Sasso (2.912) il Monte Meta (2.242 metri) in Molise. In Campania ha scalato la Gallinola (1.923 metri), in Puglia il Monte Cornacchia (1.151 metri, il più basso del progetto) e - per rimanere sulla penisola - il Monte Pollino in Basilicata (2.248) e il Serra Dolcedorme in Calabria (2.267). Giovedì 8 luglio, alle 20.30, Perruchon è arrivato in Sicilia, a Nicolosi, dove gli è stato detto che la sera stessa ci sarebbe stata un’eruzione sull’Etna e gli escursionisti sarebbero stati fermati a quota 2.800 metri. La sua scelta è stata di salire subito per poter godere dello “spettacolo” in notturna. Il giorno dopo, venerdì 9, ha guidato fino a Napoli per imbarcarsi sul traghetto per la Sardegna, dove il 10 a mezzogiorno era già sul Gennargentu - Punta La Marmora (1.834).

“A parte il piccolo impedimento dovuto al meteo avverso alla Punta Dufour è andato tutto come desideravo. Ho addirittura superato le mie aspettative”, ha sottolineato al suo rientro Laurent Perruchon.

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