«La violenza va combattuta sempre, a prescindere da chi la commette o la subisce»
Il Consiglio regionale è chiamato ad esprimersi sul funzionamento dei servizi sociali regionali a seguito di una lettera inviata da uno dei tanti cittadini “perseguitati” dalla lobby dei servizi sociali e dalla indifferenza di chi li gestisce e dei politici che accusavano questa associazione di faziosità e, addirittura, di discreditare una struttura che, a dire dell’ex-assessore Baccega, erano i migliori d’Italia.
Le parole del cittadino contenute nella lettera pubblica, fatta propria da due consiglieri regionali della Lega, Manfrin e Ganis, sono pesanti: “quando ho fatto accesso ai servizi sociali mi sono soltanto sentito deriso, preso in giro, minacciato e inascoltato, non mi viene fornita alcuna spiegazione e tendono spesso ad alzare la voce. Se questo è il supporto che devo avere da queste figure professionali”. Ed ancora il signor G.M. sottopone alla riflessione pubblica “ulteriori atteggiamenti poco corretti e per nulla trasparenti assunti dai servizi sociali e dell’Assessorato sanità e politiche sociali in merito alla ricusazione dell’équipe psico-Sociale”.
Disarmante la risposta della referente del Centro antiviolenza “la referente in servizio si limita a informarmi che il centro non si occupa di violenza sugli uomini” e ancor più preoccupante la risposta dei funzionari della Questura: “in Questura mi consigliano di non denunciare perché reputano sia brutto che un domani il bambino sappia che il papà ha denunciato la mamma e mi invitano a farmi seguire dalla mediazione famigliare e dai servizi sociali; le referenti della mediazione mi sgridano per aver coinvolto le Forze dell’ordine”.
Il calvario di questo cittadino è comune a tanti padri separati che, nelle stanze dei palazzi dei tutori dei diritti dei minori vengono discriminati, umiliati, offesi nella loro dignità genitoriale per il solo fatto che sono padri, cioè uomini. Non diversamente si comporta il Tribunale di Aosta dove la logica di genere è preminente e la madre ha sempre ragione.
La nostra associazione da 13 anni denuncia questa assurda discriminazione di genere che caratterizza le strutture pubbliche valdostane sia nelle conferenze, nei convegni e nei comunicati stampa. Abbiamo interessato direttamente i vari assessori ma senza nessun risultato.
I servizi sociali sono una lobby protetta dalla politica e dagli organismi proposti alla tutela dei minori, compresi i tribunali che demandano ai servizi sociali valutazioni sulla assegnazione e gestione dei figli quando i genitori non convivono più assieme senza predisporre, nemmeno quando i padri lo richiedono espressamente, una verifica del loro operato. Una “responsabilità” che nega la giustizia e procura, nei figli coinvolti, un danno esistenziale che condiziona la loro esistenza e il loro futuro di genitori.
C’è da sperare che il coraggio di questo genitore, la cui denuncia risale al 2019 e solo ora verrà discussa dai consiglieri regionali, sia di esempio per tutti coloro che subiscono o hanno subito la pesante ingerenza di strutture pubbliche che non sono affatto imparziali. Le loro denunce saranno la base per una battaglia di civiltà e dignità umana che non può lasciare nella indifferenza nessun cittadino che tiene al futuro della nostra società. Non solo la donna va tutelata dalla violenza. La violenza va combattuta sempre a prescindere da chi la commette o la subisce!
Noi, come da sempre, ci siamo ed aspettiamo una risposta esaustiva da parte delle forze politiche che non abbia riverenze per nessuna istituzione che non rispetta i principi per cui è stata istituita. Nessun privilegio, nessun silenzio, nessuna paura del potere.
per la tutela dei minori