La Valle d’Aosta ripiomba in zona rossa da lunedì 3 però restano aperti i negozi
La Valle d’Aosta torna rossa dopo solo una settimana in zona arancione. Ieri, venerdì 30 aprile, la Presidenza della Regione ha ricevuto da parte del ministro alla Salute Roberto Speranza l’ordinanza che cambierà di nuovo il colore della nostra regione a partire da lunedì prossimo, 3 maggio. Il provvedimento governativo si basa sul superamento della soglia di 250 casi rilevati in una settimana ogni 100.000 abitanti. Nel periodo in esame, da giovedì 22 a mercoledì 28 aprile, i casi rilevati sono stati 331, pari ad un’incidenza di 265 casi ogni 100.000.
La Regione ha avviato giovedì 29 un confronto con il Ministero, sottolineando come l’alto dato sull’incidenza sia da contestualizzare in un quadro di generale miglioramento di tutti gli altri indicatori di monitoraggio, a partire dalla pressione sul sistema sanitario. Dal confronto è emerso anche come, in queste condizioni, la riduzione dell’incidenza sotto la soglia di 250 su 100.000 permetterebbe alla Valle d’Aosta di tornare in zona arancione già a partire da lunedì 10 maggio.
«Solo un impegno collettivo - dichiara il presidente Erik Lavevaz - può permettere la riduzione del numero di casi. I dati migliorano e la campagna vaccinale sta ottenendo i primi risultati, ma la strada verso la normalità è ancora lunga». I numeri del monitoraggio dell'ultima settimana risultano però in lieve miglioramento e l'indice Rt puntuale è sceso da 0,94 a 0,82. Anche la classificazione complessiva di rischio è scesa da “moderata” a “bassa ad alta probabilità di progressione”. «Andiamo in zona rossa per 15 tamponi positivi - commenta l'assessore regionale alla Sanità Roberto Barmasse - e se ne avessimo avuti 15 in meno saremmo passati in zona gialla. Purtroppo in una regione piccola come la nostra numeri del genere fanno la differenza. Il paradosso è che tutti gli altri parametri, dall'indice Rt alla pressione sulle strutture sanitarie, sono estremamente bassi». Dal Bollettino di aggiornamento dell'emergenza Covid-19 diffuso dalla Regione, sulla base dei dati dell'Usl, risulta che nelle ultime 24 ore in Valle d'Aosta si sono registrati 3 morti a causa del Covid-19 e sono stati rilevati 48 nuovi casi positivi nelle a fronte di 218 persone sottoposte a tampone. Il numero complessivo delle vittime dall'inizio della pandemia sale a 458. I contagiati attuali sono 749, 15 in più di giovedì 29. I pazienti ricoverati all'Ospedale regionale “Umberto Parini” sono 44, di cui 8 in terapia intensiva. I guariti sono 60.
Dopo il confronto con l’Unità di supporto, il presidente Erik Lavevaz ha quindi firmato un’ordinanza che contestualizza la zona rossa nella specificità del territorio valdostano e della situazione epidemica. L’uscita dal territorio del proprio Comune è consentita unicamente per ragioni di salute, lavoro, necessità e per fruire di servizi e attività non sospesi che non sono presenti nel proprio Comune di residenza o domicilio. In considerazione della specificità della situazione, l’ordinanza consente l’apertura delle attività commerciali di dettaglio e dei servizi alla persona, nello stretto rispetto delle regole di distanziamento e di divieto di ogni forma di assembramento.
Tuttavia non sono mancate critiche severe al ritorno in zona rossa.
Secondo Ambiente Diritti Uguaglianza-Adu, che torna a sollecitare l’attivazione di Covid Hotel, «Se siamo di nuovo in zona rossa vuol dire che qualcosa non ha funzionato e che il Governo regionale può fare meglio. Non bastano gli appelli alla responsabilità dei singoli, né i soliti piagnistei contro Roma. Sicuramente una delle componenti che mantiene costante i contagi sono i familiari dei positivi».
Fratelli d'Italia Valle Aosta chiede le dimissioni del presidente della Regione Erik Lavevaz e dell'assessore alla Sanità Roberto Barmasse perché «Dopo più di un mese di blindatura totale delle attività già duramente colpite da più di un anno e di privazioni di libertà dei cittadini a causa di un coprifuoco assurdo e senza senso» la Valle d'Aosta «È l'unica regione d'Italia fissata in zona rossa mentre tutti già ci sono o guardano al giallo con densità demografiche ben più numerose».