La Valle d’Aosta ha sete: la siccità fa paura
«Il sistema idrico regionale è in crisi per la concomitanza di più fattori: elevate temperature, grave carenza delle precipitazioni e un delicato equilibrio tra il settore irriguo che necessita di una profonda riconfigurazione per poter assicurare nei prossimi anni la disponibilità necessaria a mantenere le colture in atto».
Carlo Marzi: “Al lavoro per aumentare le fonti di approvvigionamento”
Le parole dell’assessore alle Opere pubbliche Carlo Marzi in Consiglio Valle mercoledì scorso, 22 giugno, hanno fatto capire - se ancora ce ne fosse stato bisogno - che il problema della siccità sarà una drammatica urgenza durante quest’estate. E purtroppo non possono bastare a risolverlo le sporadiche piogge di questi ultimi giorni. «Il settore potabile necessita di una razionalizzazione dei prelievi e di un'interconnessione delle reti per far fronte anch'esso alle future carenze idriche. - ha proseguito Carlo Marzi - Il Governo sta valutando con serietà e attenzione quanto sta accadendo e sta monitorando l'evoluzione della situazione che è in rapida evoluzione. Oggi e in futuro è probabile che saremo chiamati ad assumere provvedimenti che potranno sconvolgere abitudini consolidate e diritti che si ritenevano acquisiti. Per far fronte all'emergenza stiamo lavorando con il Bim per individuare le criticità e approvare un primo programma urgente di interventi puntuali per aumentare le fonti di approvvigionamento da realizzare in tempi brevi. Riguardo alle perdite di acqua potabile, segnalo, comunque, che la Valle d'Aosta è la regione migliore in Italia con un dato di perdita che è inferiore alla metà della media nazionale». «Le gravi carenze di acqua potabile e per uso agricolo, il progressivo impoverimento dei bacini e il disseccamento del suolo in tutta la regione rendono necessario pianificare una gestione del rischio per non lavorare in emergenza» ha auspicato Dino Planaz della Lega VdA. «Il Piano di tutela delle acque recentemente presentato in Commissione consiliare che è lo strumento di indirizzo della politica nel settore delle risorse idriche. - ha chiarito l’assessore Carlo Marzi - Gli scenari futuri contenuti nel documento già operano con una previsione, tra le altre cose, di un aumento del riscaldamento di 2 gradi nelle Alpi occidentali; di una diminuzione della precipitazione estiva e di un aumento di quella invernale; dell'aumento del fabbisogno idrico per l'agricoltura e l'allevamento e, nelle annate più calde, dal fatto che la domanda di acqua irrigua potrebbe superare la disponibilità di acqua superficiale in bacini piccoli nivali o con sistemi irrigui a canalizzazione tradizionale».