La Valle d’Aosta ha il suo Presidio Slow Food “Patata Verrayes, varietà da salvaguardare”
La Valle d’Aosta ha un suo Presidio Slowfood: si tratta della patata Verrayes, varietà tradizionale della nostra regione che rischiava di andare perduta e che è stata riscoperta e valorizzata negli ultimi anni grazie al lavoro di un gruppo di appassionati agricoltori che hanno l’obiettivo di ritrovare nella terra le radici della cultura gastronomica alpina più autentica: l’azienda Paysage à Manger di Gressoney-Saint-Jean, l’azienda Ambiente Grumei di Verrayes e la famiglia Favre di Nus con i fratelli Carlo e Sergio e il nipote Edy Favre.
I Presidi Slow Food sono comunità che lavorano per salvare dall’estinzione razze autoctone, varietà di ortaggi e di frutta, pani, formaggi, salumi, dolci tradizionali. Si impegnano per tramandare tecniche di produzione e mestieri e si prendono cura dell’ambiente. Valorizzano paesaggi, territori, culture. Attualmente sono circa 600 in oltre 70 paesi del mondo.
«Da qualche tempo pensavamo di strutturare un vero percorso di salvaguardia, valorizzazione, restituzione e condivisione con il territorio della patata Verrayes. - spiega Federico Chierico, titolare insieme a Federico Rial dell’azienda Paysage à Manger e membro del direttivo Slow Food di Piemonte e Valle d’Aosta - Abbiamo puntato sul Presidio perché valorizza il legame con il territorio e privilegia un modo di coltivare che - secondo il motto di Slow Food - è buono, pulito e giusto».
Il percorso, però, non è stato così facile. «E’ da un anno che lavoriamo con questo obiettivo ma la pandemia ha complicato parecchio le cose. - prosegue Federico Chierico - Slow Food ha inserito il nostro e altri Presidi in un bando più ampio, denominato “Slow Food in azione”. Il vincolo era presentare tutta la documentazione entro la fine dell’anno. E’ stata una corsa, ma ce l’abbiamo fatta».
Per raccontare la curiosa storia della riscoperta della patata Verrayes bisogna fare un passo indietro. Oltre vent’anni fa il tecnico dell’Assessorato regionale dell’Agricoltura Giuliano Martignene fu il primo a ritrovare questa varietà nel villaggio di Covarey, a Champdepraz, da Angelo Berger, che a sua volta l’aveva presa a Champorcher. Per salvaguardarla, Giuliano Martignene mandò qualche tubero alla fondazione ProSpecieRara, in Svizzera, che si occupa della diversità socioculturale e genetica dei vegetali e degli animali. Giuliano Martignene - originario di Arnad ma residente a Verrayes - scrisse sul pacco il suo Comune di residenza, che venne utilizzato come nome della patata dai tecnici di ProSpecieRara. «Ci siamo interrogati sull’opportunità di rivederlo proprio in concomitanza dell’apertura del Presidio ma non avrebbe avuto più senso visto che sono ormai oltre vent’anni che questo nome fa parte della storia della varietà. - dice Federico Chierico - abbiamo testimonianze di coltivazione di questa varietà in diverse parti della Valle d’Aosta per cui nella stesura del Presidio abbiamo optato per un areale che corrispondesse a tutta la regione».
Gli attuali principali coltivatori della patata Verrayes sono appunto le aziende Paysage a Manger e Ambiente Grumei e la famiglia Favre di Nus, che allo scopo ha rimesso in uso i suoi campi ai 1.800 metri di quota nel villaggio di Venoz. Proprio l’altitudine è uno degli elementi fondamentali per la produzione di questa varietà. Nel disciplinare collegato al Presidio Slow Food, infatti, si stabilisce non solo che essa deve essere coltivata senza trattamenti fitosanitari di sintesi, diserbanti né concimi chimici ma pure che i terreni si devono trovare sopra i mille metri di altezza. «La decisione è stata quella di vincolarla alla media e alta montagna. - chiarisce Federico Chierico - Questo perché le testimonianze parlano sempre di coltivazione in altura e poi perché può essere uno stimolo al recupero del paesaggio agrario in quota. D’altra parte, storicamente è attestato che le migliori patate da conserva erano considerate quelle seminate ad elevate altitudini, sia per gusto che per salubrità nonché appunto per la loro attitudine alla conservazione». «Durante questo percorso ci siamo confrontati con l’Institut Agricole e con la Regione e tutti si sono dimostrati estremamente collaborativi ed entusiasti. - continua Federico Chierico - L’idea per il prossimo anno è di imbastire dei progetti di valorizzazione e ricerca relativi a questo primo Presidio Slow Food valdostano».
«La patata Verrayes diventa così il primo vero Presidio Slow Food della Valle d’Aosta: la presentazione ufficiale, con anche una proposta di degustazione, avverrà appena lo consentiranno le norme per il contenimento del contagio. - spiega il fiduciario della Condotta Slow Food della Valle d’Aosta Yves Grange - La Condotta regionale è attiva su diversi progetti contro lo spreco alimentare e il sostegno alle famiglie bisognose e sta lavorando per il ripristino del Presidio della Toma di Gressoney. Infine abbiamo un apicoltore valdostano - Giuseppe Corradi di Verrès - all’interno del Presidio dei mieli di montagna. La patata Verrayes però al momento è il primo prodotto valdostano inserito in questa prestigiosa categoria e la nostra Condotta fornirà il massimo appoggio nell’ottica della sua valorizzazione».