La “terapia della montagna” per il post Covid Un progetto da lanciare alla fine dell’emergenza
«Non appena la situazione epidemiologica lo permetterà, verranno attivati progetti di “montagnaterapia” che coinvolgeranno pazienti guariti dall’infezione respiratoria da Covid 19». Lo ha anticipato giovedì scorso, 18 novembre, in Consiglio Valle, l’assessore regionale alla Sanità, Salute e Politiche sociali Roberto Barmasse. L’ambiente montano potrebbe infatti configurarsi come ideale per ristabilirsi dal cosiddetto “long Covid”, ovvero quei sintomi che tardano a scomparire anche a distanza di mesi dalla guarigione.
L’argomento è stato sollevato da un’interrogazione illustrata da Andrea Manfrin della Lega Vallée d’Aoste che ha chiesto all’Assessore quanti e quali progetti di “montagnaterapia” siano stati organizzati nella nostra regione. «All’interno dell’Usl esistono fin dal 2007 le competenze riguardanti la “montagnaterapia”. - ha riepilogato Roberto Barmasse - In quell’anno fu istituito l’ambulatorio di medicina di montagna con la finalità di occuparsi dell’adattamento all’ambiente montano anche di persone con patologie croniche. Negli anni sono stati svolti da medici dell’Usl numerosi progetti in questo senso, riguardanti patologie oncologiche, cardiovascolari e psichiatriche. Per quanto riguarda le prime, si è lavorato molto con l’associazione Les Amis du Coeur. Sono stati eseguiti inoltre studi clinici nell’ambito di progetti europei che hanno dimostrato l’efficacia dell’attività fisica in montagna nella prevenzione secondaria dell’ictus. In un altro progetto comunitario con i partner francesi della Savoia, si è affrontato l’aspetto della prevenzione primaria e del benessere psicofisico derivante dalla “montagnaterapia”, il cosiddetto progetto Mismi: in tale contesto sono state organizzate passeggiate in piccoli gruppi che hanno dimostrato il miglioramento della prognosi e della terapia in numerose patologie croniche e i cui dati sono in corso di ulteriore elaborazione».
«Il Dipartimento delle Discipline mediche ha inoltre affrontato con le rispettive Strutture complesse temi di primaria importanza come l’attività motoria in ambiente montano per i pazienti oncologici e per quelli affetti da diabete mellito. - ha proseguito l’assessore Roberto Barmasse - Inoltre negli anni sono stati proposti alcuni progetti dal Dipartimento di salute mentale su pazienti con patologie psichiatriche. Nel 2017 è stato organizzato dalla Regione in collaborazione con l’Usl un evento che ha portato all’approvazione della prima carta etica della medicina di montagna - la Carta di Cogne - nella quale la “montagnaterapia” assume un ruolo di rilievo nella prevenzione primaria e secondaria delle patologie acute e croniche. Sono attualmente in corso esperienze di passeggiate del benessere nell’ambito della strategia Aree interne Bassa Valle».
«Sono felice che siano già state poste in essere iniziative relative alla “montagnaterapia”. - ha replicato Andrea Manfrin - Auspichiamo che nel più breve tempo possibile si riesca a ripartire anche con queste attività e che la Valle d’Aosta riesca in questo senso a rivolgersi non solo ai residenti ma che possa espandere questo modello pure al di fuori della nostra regione».