«La sostenibilità: approcci e visioni economiche ed umanistiche»: se ne è parlato a The First Thursday

«La sostenibilità: approcci e visioni economiche ed umanistiche»: se ne è parlato a The First Thursday
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Si può fare innovazione in maniera sostenibile? Come coniugare una visione green in maniera economica, scientifica ed umanistica? L’attualità “internazionale” tocca la Valle d’Aosta e, viceversa, la più piccola regione d’Italia può esportare valore? Quale futuro vedranno le nuove generazioni? Cosa vuol dire parlare di sostenibilità, insomma? A queste ed altre domande si è cercato di rispondere, con ospiti di ampio respiro, contributi video e dibattiti, martedì scorso, 11 aprile, nel corso del primo appuntamento di The First Thursday, “La sostenibilità: approcci e visioni economiche ed umanistiche”, alla Cittadella dei Giovani.

Ad aprire il pomeriggio di lavori i saluti di Jean Frassy e Fabio Bolzoni. «Quando parliamo di sviluppo sostenibile parliamo di futuro, delle condizioni economiche, sociali ed etiche nelle quali i giovani di adesso si ritroveranno tra qualche anno» ha detto Frassy, direttore di Cittadella dei Giovani. «È importante declinare e ascoltare temi come la sostenibilità, che sono cari a giovani e meno giovani e che noi abbiamo molto a cuore» ha concluso Bolzoni, direttore generale della Bcc Valdostana.

Durante il primo talk Stefania Pinna, ricercatrice del centro di ricerca Green Leaf dell’Università della Valle d’Aosta, ha parlato di biofilia e di progettazione biofilica, ossia «la realizzazione, all’interno di spazi confinati, di ambienti che richiamino e rispondano all’innato bisogno di natura che abbiamo, per ricrearne gli effetti benefici». Il primo esempio di progettazione biofilica a livello europeo è stato all’interno di una scuola a Gressoney-La-Trinité, già nel 2015. Proprio il paradigma del design biofilico è messo in pratica nel progetto Biosphera di AktivHaus, con cui Green Leaf collabora da 15 anni, avviato quasi 20 anni fa da Mirko Taglietti, attuale CEO: «L’uomo passa in una “scatola artificiale” l’80 per cento della sua vita. Le nostre case sono “malate”, con Biosphera uniamo architettura e medicina, potendo contare su un pool di ricerca con 70 teste pensanti, più di 50 aziende, 5 istituti di ricerca, 6 università, 4 delle principali certificazioni energetiche al mondo. All’interno delle case del nostro progetto si eliminano gli elementi di “malattia” andando a lavorare sui sensi, utilizzando tecnologie che “copiano” le leggi della natura per tutti gli elementi sensoriali».

Collegato da Bruxelles il valdostano Giorgio Travaini, Executive Director at Europe’s Rail Joint Undertaking, ha parlato di trasporti, in particolare di ferrovia. «Noi seguiamo e finanziamo progetti europei che miglioreranno il settore ferroviario del futuro, che abbiano un’impronta orientata al mercato e all’ecologia, anche in prospettiva della creazione di uno spazio ferroviario europeo unico che ancora non esiste» ha detto.

Dall’Europa alla Valle d’Aosta per parlare di «Fontina Dop Extreme d'Alpage Valle d'Aosta: il futuro diventa sostenibile con il ritorno alla tradizione». Come spiega Andrea Menegazzi, ideatore e coordinatore del progetto, «la Fontina Dop Estrema d’alpeggio è prodotta secondo un sottodisciplinare con criteri molto stringenti». Bernard Clos, presidente dell’Arpav, ha poi dato una dimostrazione “pratica” spiegando e facendone degustare in tempo reale 6 diversi tipi: «Della Fontina si crede di sapere tutto, ma in fondo non si sa niente. È un prodotto estremamente sensibile al clima e dipende completamente dalla natura». Giovanni Guffanti, titolare della storica azienda Luigi Guffanti 1876 s.r.l., ha sottolineato l’unicità del progetto: «Quello che ci ha subito interessato è come questa fontina veniva prodotta. Cosa c’è di più sostenibile di un prodotto che si adatta così tanto alla natura circostante? In quell’ambiente si creano le condizioni per produrre formaggi che hanno caratteristiche specifiche che riprendono le caratteristiche dell’ambiente in cui sono stati prodotti».

A chiudere la giornata l’aperitivo in collaborazione con l’Unione Regionale Cuochi Valle d’Aosta, preparato dagli chef Danilo Salerno e Irene Berriat, rispettivamente neocampione italiano e medaglia d’argento ai recenti Campionati della Cucina italiana, con la Cave Gargantua in veste di wine partner.

L’avvio della lunga giornata di The First Thursday era stato al mattino con una delle novità di quest’anno, il “Day Book”, in collaborazione con la libreria Briviodue, che ha visto Marco Gisotti, giornalista divulgatore, presentare il suo libro «Ecovisioni» (Edizioni Ambiente), un’analisi di oltre 100 film che hanno a che fare con le trasformazioni ambientali. Durante la mattinata uno spazio di approfondimento è stato offerto anche al tema della sostenibilità, con proposte per un «cinema green», e a quello del futuro della sale cinematografiche a cui spetta la sfida di trovare nuove soluzioni per riportare gli spettatori davanti al grande schermo. Edoardo Cremonese di Arpa Valle d’Aosta ha poi evidenziato cosa si stia facendo e cosa di debba ancora fare in Valle d’Aosta in ambito di sostenibilità, Enrica Ellena di Enval srl ha presentato alcuni dati sulla raccolta dei rifiuti nella nostra regione.

I prossimi appuntamenti con The First Thursday sono martedì 18 maggio con «Economia circolare: il futuro parte da qui» e martedì 1° giugno con «L’energia e le prospettive di un futuro possibile e sostenibile».

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