La soddisfazione dei nuovi Chevaliers de l’Autonomie, con un pensiero alla rinascita dopo il Covid: «Vaccinatevi»
L'azzurra di sci alpino Federica Brignone è stata insignita dell'onorificenza valdostana di Chevalier de l'Autonomie, assieme all'imprenditore di Donnas Giuseppe Bosonin e allo scultore Guido Diémoz. L'annuncio è stato dato venerdì scorso, 26 febbraio, nel corso della cerimonia del 75esimo anniversario dell'Autonomia e del 73esimo dello Statuto speciale della Valle d'Aosta.
I nuovi Amis de la Vallée d'Aoste sono invece il mecenate svizzero di Martigny Léonard Gianadda e l'imprenditore di Alessandria Francesco Oberti. La consegna delle onorificenze è stata rinviata a quando la situazione sanitaria consentirà di organizzare una cerimonia in presenza.
Federica Brignone
Alla carabiniera di La Salle - nata a Milano il 14 luglio 1990, figlia di Maria Rosa Quario detta Ninna, sciatrice della Valanga Rosa e di Daniele Brignone, maestro di sci - l’onorificenza ha portato fortuna, visto che solo due giorni dopo - domenica 28 febbraio - Federica Brignone è tornata a vincere in Coppa del Mondo dominando il Super G della Val di Fassa con una gara perfetta. Ciò che non le ha fatto dimenticare la soddisfazione per il titolo di Chevalier appena ricevuto.
«Sono molto contenta e onorata di aver ricevuto questa onorificenza. Per me è un orgoglio portare il nome della Valle d’Aosta nel mondo. - dichiara Federica Brignone - La Valle d’Aosta è dove mi sento a casa, anche se non ci sono quasi mai, e sono contenta di rappresentarla sugli sci in giro per il mondo». A questo si aggiunge l’orgoglio «Di rappresentare una regione dove la bellezza della natura la fa da padrona. Anche in momenti come questo in cui tante persone non possono avere tutte le libertà alle quali erano abituate, solo guardare un bel paesaggio o una bella montagna possono riempire il cuore». Infine un pensiero per lo sport: «E’ importante che arrivi ai giovani il messaggio che lo sport è un mezzo per vivere una vita bella e sana: spero di essere un esempio per loro, uno aiuto a fare movimento. Lo sport può essere duro però può dare grandi soddisfazioni, per questo chiede impegno».
Guido DiémozNato a Doues il 13 novembre 1949, Guido Diémoz è artigiano dal 1977 e ha al suo attivo la partecipazione a numerose edizioni della Fiera di Sant'Orso di Aosta e della Fiera di Donnas. Con le sue sculture realizzate in noce racconta il mondo rurale valdostano e oggi è uno degli artisti del legno più rappresentativi. Personaggio schivo, di poche parole, le sue opere illustrano la fisicità di momenti e azioni che appartengono alla storia dei valdostani.
Ogni anno realizza una scultura monumentale, sia per lo spessore artistico che per le dimensioni: scampoli di una vita passata, che esprimono un percorso artistico, iconografico e documentale.
«Certo, sono davvero grato per questa importante onorificenza. - comunica la sua soddisfazione Guido Diémoz - Per anni ho gestito un ristorante, Lo Bon Megnadzo a Doues» molto conosciuto in tutta la regione, «Poi mi sono dedicato a tempo pieno a una passione che avevo fin da ragazzino, la scultura. Le mie opere sono il frutto anche di ricerche sugli antichi mestieri della nostra storia» spiega. Inevitabile in questo periodo una riflessione sull’emergenza Covid: «Appena sarà possibile, mi vaccinerò. Dobbiamo farlo tutti per tirarci fuori da questa situazione, che mai più avrei pensato di vivere. Se un anno fa mi avessero detto che non si sarebbe svolta la Fiera di Sant’Orso, e che si sarebbero fermati gli sport tradizionali, non ci avrei creduto. Però l’importante adesso è il lavoro. Mio figlio e mia nuora gestiscono delle chambres d'hôtes e il settore è fermo, potete immaginare. Speriamo che tutto riparta al più presto»
Giuseppe Bosonin
Nasce a Donnas il 12 luglio 1927 Giuseppe Bosonin che inizia la sua esperienza lavorativa all'Olivetti nel 1942, quando viene ammesso al centro formazione meccanici, per poi essere a destinato alla Officine Meccaniche Olivetti (Omo). È lo stesso Adriano Olivetti a convincerlo ad abbandonare la frequentazione di un corso di perfezionamento per lavorare nella costituenda Motori Baltea, che però chiude nel 1962. Nel 1963, forte dell’esperienza maturata, intraprende una nuova attività nel locale dell’ex cinema a Donnas, fondando le Officine Meccaniche Valdostane (Omv), che ha annoverato tra i principali clienti la Cogne e la stessa Olivetti. L’azienda assume gradualmente ragazzi «freschi di scuola», portando l’organico nei periodi di maggiore produttività a una dozzina di dipendenti. Cessa la conduzione dell’Omv nel 1990 cedendola alla Simu di Torino e consentendone così l’ingresso nel gruppo Fiat. L’azienda è ancora oggi produttiva e ha sede a Pont-Saint-Martin.
Giuseppe Bosonin si è quindi dedicato alle sue passioni di sempre: l’allevamento di bestiame e la coltivazione della vite. Diversi i suoi contributi in favore della comunità di Donnas: è stato consigliere comunale e vice conciliatore, oltre che Presidente del Consorzio di Miglioramento Fondiario di Grand Vert. Oggi fa parte di un gruppo di ricerca incaricato di riscrivere il patois e di lasciare tracce della vita rurale di un tempo e delle tradizioni del paese.
Sposato dal 1950 con Andreina Pramotton - scomparsa nel 2007 - ha sei figlie - Luciana, Pierangela, Marina, Livia, Silvana e Delia - quindici nipoti e diciotto pronipoti.
«Con tutto quello che ho fatto nella mia esistenza, penso di essermelo meritato questo riconoscimento» rivela Giuseppe Bosonin. «La mia vita è stata completa e ho coltivato due grandi amori: la meccanica e l’agricoltura. - racconta - Però essendo esigente verso me stesso, devo dire che alla fine non ho fatto proprio bene né l’uno né l’altro. Difatti adesso dico ai miei nipoti: se avete un hobby coltivatelo, però non innamoratevene. Un solo lavoro se fatto bene, con giudizio, è sufficiente. Io invece ho dato tanto amore sia alla meccanica che all’agricoltura, però mancava sempre qualche cosa». Detto questo, per Giuseppe Bosonin non possono mancare i ringraziamenti: «Sono molto riconoscente alla Giunta regionale e al Presidente». Della sua carriera lavorativa, Giuseppe Bosonin ricorda quell’interessamento della Société genevoise d'instruments de physique per quanto era stato pubblicato, su di lui, da una rivista specializzata di meccanica: «E’ stata la soddisfazione più grande: mi ha portato notorietà nel mio campo, quello degli utensili di precisione».
Infine il Covid, che sta segnando questi tempi: «Ho già fatto la seconda vaccinazione domenica scorsa, sono uno dei fortunati. Però vedo che c’è tanta confusione. Spero che con il governo Draghi si faccia qualcosa di più concreto. Sono contento della serietà con la quale Mario Draghi sta affrontando la situazione».