La siccità, il lupo, la manodopera Inarpa al via tra le preoccupazioni
Il lupo, la siccità in quota, la difficoltà nel trovare manodopera. Sono questi i principali problemi dell’estate tra i monti che si prospetta per il mondo zootecnico valdostano. Lo dicono gli allevatori: quelli che già sono saliti in alpeggio con le proprie mandrie e pure quelli che in alpeggio ci andranno nei prossimi giorni e settimane.
«Anche nel nostro settore, come succede nel campo del turismo, trovare manodopera è sempre più difficile. - afferma Omar Tonino, presidente dell’Association Régionale Eléveurs Valdôtains - Arev - È un grosso problema che non si riesce a risolvere né a comprendere: molti lavoratori si sono trasferiti in altre zone a lavorare. L’estate in alpeggio, però, ci preoccupa soprattutto dal punto di vista della siccità; vista la poca neve caduta durante l’inverno, ora mancano le riserve idriche e le sorgenti sono già ridotte al minimo. Per quanto riguarda il lupo, è stata approvata una legge che non risolverà i problemi perché è difficile da applicare. Difficoltà a parte, l’inarpa è per noi allevatori un momento bello che ci riconcilia con la natura e con quello che amiamo fare. Per andare avanti ci vuole la sostenibilità economica, tuttavia è quello che facciamo e come lo facciamo che ci dà le motivazioni».
Con la sua mandria di 116 bovine, di cui un centinaio da latte, martedì scorso, 24 maggio, è salito all’alpeggio Met di Sarre l’allevatore di Pollein Remo Dalbard. Anche lui ammette che la mancanza di reperimento della manodopera estiva «è un grosso problema. Forse perché è più facile restare a casa e percepire il reddito di cittadinanza o la disoccupazione che lavorare. Soprattutto la nostra preoccupazione è la mancanza di acqua, la siccità che ci aspettiamo se non dovesse piovere durante l’estate. E poi c’è la questione lupo che deve essere affrontata nelle sedi giuste. A mio parere deve essere abbattuto, e non è solo il mio pensiero! Per chi vive di animali e fa il mio lavoro, il lupo è il più grande nemico!».
Tiziana Mussi e il marito Fulvio Chabloz conducono d’estate l’alpeggio Plan de l’Eyve nella conca di Pila, a Gressan. «L’inarpa è sempre un momento importante nella vita di noi allevatori. - sottolinea - Quest’anno la manodopera non si trova perché ci sono problemi con i flussi migratori e se i lavoratori arriveranno a fine giugno ormai il lavoro più grosso per noi è già avviato. Anche la siccità spaventa. E il lupo che c’è ma ci viene detto che con lui bisogna convivere e intanto niente è stato fatto e niente ancora si farà per permetterci di lavorare senza preoccupazioni. Insomma, una brutta storia».
Giovedì 2 giugno saliranno all’alpeggio Mont Millian, a Perloz, le bovine di Claudia Vallomy. Un alpeggio che si può raggiungere solo a piedi e che, come altri alpeggi simili in Valle d’Aosta, rappresenta l’eroicità di un lavoro duro quale è l’allevamento zootecnico in alta montagna. «Per ora siamo saliti solo con le nostre 14 mucche per cominciare a preparare l’alpeggio, perché nei prossimi giorni arriveranno le bovine di altri allevatori. - racconta Claudia Vallomy - Sarà un’estate difficile per via della poca acqua, qualora non piovesse. Non c’è riserva idrica. Il lupo è un grosso problema: speriamo solo che giri alla larga dal nostro alpeggio perché già l’anno scorso abbiamo subito predazioni».