La sfida della «cultura della specialità» Festa della Valle d’Aosta, le onorificenze

La sfida della «cultura della specialità» Festa della Valle d’Aosta, le onorificenze
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L’amicizia, la speranza e, soprattutto, l’autonomia: il messaggio della presidente dell’Assemblea della Corsica Marie-Antoinette Maupertuis ha sottolineato le somiglianze tra l’isola francese e la Valle d’Aosta, durante la cerimonia, la Festa, che domenica scorsa, 26 febbraio, ha celebrato il 77esimo Anniversario dell'Autonomia e il 75esimo dello Statuto speciale. «Siamo molto simili - ha ricordato la Presidente corsa - regioni di montagna che vogliono essere autonome: voi siete fortunati, da più di 70 anni, noi lo desideriamo da più di 50».

Il messaggio appassionato ha segnato il momento di instabilità, fra la votazione che nella serata di venerdì 24 febbraio ha visto disattesa la speranza di un nuovo governo e quella della mattina di giovedì 2 marzo, quando la stessa proposta è stata invece approvata dal Consiglio Valle.

«Intervenire oggi è per me motivo di grande onore - ha detto nel suo intervento Luigi Bertschy, che ancora per una settimana ha ricoperto il ruolo di presidente della Regione - e, non vi nascondo, un momento non previsto che affronto sentendo la responsabilità e l’importanza con le quali ho cercato di assicurare in questo periodo, breve ma complesso, la gestione delle competenze e delle attività di governo». Un accenno al disegno di legge sull’autonomia differenziata per le regioni a statuto ordinario, la sfida della «cultura della specialità» a fianco dell’altra sfida, quella dei cospicui fondi del PNRR, che stanno arrivando anche in Valle d’Aosta: gli argomenti di Luigi Bertschy hanno rafforzato il cenno della presidente Maupertuis ai vantaggi economici portati dalle autonomie. Hanno anche risposto alle preoccupazioni del presidente del Cpel Alex Micheletto per il fatto di trovarsi, come nei recenti anni delle restrizioni per il Covid, nell’immobilità, con la differenza che «oggi tutto corre ma noi restiamo fermi, impotenti, a guardare gli altri che ci sfrecciano davanti. Non c'è più spazio - ha rincarato - per un’amministrazione ordinaria, ci meritiamo un’amministrazione straordinaria, perché la Valle d'Aosta è straordinaria». «Si aprirà un’ampia discussione sul regionalismo in Italia - ha sottolineato il presidente del Consiglio Valle Alberto Bertin - al quale saremo chiamati a partecipare e che, ci auguriamo, possa essere l’occasione per realizzare, infine, un autentico Stato regionale. Sul piano nazionale, poi, non possono essere sottovalutate neanche le dinamiche di centralizzazione emerse negli ultimi anni».

Gli insigniti

Un momento di particolare affetto ha accolto i premiati, Amis de la Vallée d’Aoste (Domenico Siniscalco e Jean-Louis Hérin) e Chevaliers de l’Autonomie (Marco Camandona, Damien Daudry e Federico Longhi), per il loro legame con la Valle d’Aosta, il senso di appartenenza ad una cultura regionale e per i grandi talenti che li hanno portati agli onori anche al di fuori della regione.

Alpinista di fama internazionale, fondatore di una onlus per aiutare i bambini del Nepal, Marco Camandona ha ricevuto il titolo di Chevalier con grande commozione, sua e dei colleghi guide alpine. «I tre segreti che mi hanno portato qui oggi - ha rivelato - sono la professionalità, la capacità di noi guide alpine di andare in montagna e poi la condivisione di grandi imprese con le altre guide».

Tra i fondatori dell’attuale Société valdotaine de la préhistoire et d’archéologie, il nuovo Chevalier Damien Daudry ha dichiarato: «Ce que j'ai cru bien faire, je le ferais encore aujourd'hui pour la communauté».

La voce potente e raffinata del baritono Federico Longhi ha sottolineato parole e note di «Montagnes Valdôtaines», ripreso a mezza voce da molti degli intervenuti e sottolineata dal quartetto di ottoni del Conservatoire. «Appena sono libero dagli impegni torno nella mia Montjovet. - ha confidato, ricevendo l’onorificenza di Chevalier - E’ qui in Valle che ho cominciato il mio percorso nel belcanto, con il maestro Giuseppe Valdengo a Saint-Vincent».

«Più giro il mondo più torno volentieri a Courmayeur, dove mi sento veramente a casa - ha commentato il nuovo “Ami” Domenico Siniscalco, già Ministro dell’economia e delle finanze e ora presidente della Fondazione Courmayeur - L'autonomia non è un fine ma un mezzo per render il mondo migliore».

Già segretario del Senato francese, l’Ami Jean-Louis Hérin ha un cuore valdostano, date le origini paterne nella Valtournenche. «A’ Paris - ha ricordato - j'ai réussi à entrer au Sénat où j'ai pu travailler sur l'autonomie des collectivités territoriale et la Vallée a été toujours pour moi une référence, un modèle, un exemple pour démontrer que l'autonomie d'une région peut-être compatible avec l'unité et l'indivisibilité de la nation».

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