“La sanità valdostana un’eccellenza? Ricordo di un remoto passato” La Cgil affonda: “Un settore che è lasciato in balia del suo destino”
«C'è stato forse in un passato, ormai troppo remoto, il periodo, in cui la nostra sanità era considerata un'eccellenza. Poi, come in una turbolente storia dal finale amaro, si è andati via via in discesa fino ad arrivare al punto in cui siamo ora con una sanità allo sbando». Lo dichiara, in una nota, Graziano Tacchella, membro della segreteria regionale Spi Cgil.
«Tocchiamo in primis la questione dei Livelli essenziali di assistenza, dove la Valle d'Aosta non spicca per eccellenza. - aggiunge Graziano Tacchella - Ci sono deficit evidenti anche nella prevenzione. Nella nostra regione manca, per esempio, un servizio epidemiologico. Il calo di finanziamenti ha portato a una discesa. Il cambiamento di vertici aziendali sia in Usl che in Assessorato sono stati sicuramente tra le cause di questo decadimento. Un andirivieni di persone, che rivestono ruoli apicali, ha portato al declino, a cui assistiamo». «La Regione - prosegue Tacchella - ha sempre incentrato la sua politica sull'ospedale e, seguendo quell'ottica discutibile, sono stati ridotti i consultori. Senza contare che della Casa della Salute di Châtillon non si è più parlato. Un segno questo di evidente indebolimento di tutta la parte della sanità territoriale, su cui invece, per come è fatta morfologicamente la Valle d'Aosta, si sarebbe dovuto intervenire per potenziarla». E in merito alla questione del nuovo ospedale: «Se si andasse nella direzione della ristrutturazione, l'ospedale necessiterebbe di 160 milioni di euro e ci troveremo, comunque, davanti a un rattoppo. Ci sono studi che, invece, mettono in evidenza come con quella cifra, se ne potrebbe fare uno ex novo. Continuare a insistere sulla ristrutturazione dell'ospedale è uno spreco di soldi. Inoltre è incomprensibile che una regione piccola come la nostra non abbia saputo gestire il flusso epidemiologico. Infatti i dati trasmessi appaiono spesso surreali in termini di controllo. I nostri dati sono sconfortanti e i numeri di morti nelle rsa sono preoccupanti».
«Ho l'impressione che la sanità venga lasciata in balia del suo destino, continuando ad arrancare e a improvvisare. - conclude Graziano Tacchella - L'ingerenza della politica sicuramente non aiuta: essa dovrebbe rimanere distinta dalla parte tecnico-sanitaria. L’autonomia in sanità, per come è stata gestita nel periodo dell'emergenza Coronavirus, è stata utilizzata in maniera errata, perché questo è un settore che ha bisogno di un confronto continuo. Senza tralasciare il fatto che sarebbe necessario, invece, che ci confrontassimo anche con altre realtà. Non siamo i primi della classe e ogni tanto imparare da quelli più bravi non sarebbe un male».