La Salle, i retroscena del delitto della ragazza francese La Procura: «Morta dissanguata, omicidio premeditato»

La Salle, i retroscena del delitto della ragazza francese La Procura: «Morta dissanguata, omicidio premeditato»
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«Non si è trattato di raptus, di gelosia o di passione. Si tratta di un classico femminicidio che è stato determinato da un movente di possesso e di annullamento della volontà della vittima». Lo ha dichiarato il procuratore capo di Aosta Luca Ceccanti durante la conferenza stampa convocata nella caserma dei carabinieri di Aosta giovedì scorso, 11 aprile, nella quale sono state ricostruite le indagini sull’omicidio della 22enne francese Auriane Nathalie Laisne, il cui corpo è stato rinvenuto venerdì 5 aprile da degli escursionisti nell'ex cappella di Equilivaz, a La Salle. Per quel delitto è stato fermato a Lione Teima Sohaib, 21 anni, nato in Italia, a Fermo, e di origini egiziane che è «Gravemente indiziato del delitto di omicidio premeditato e aggravato commesso tra il 26 e il 27 marzo» ha aggiunto il procuratore capo Luca Ceccanti.

Testimonianze e dati incrociati per risolvere il caso

Il sostituto procuratore Manlio D'Ambrosi, titolare del fascicolo sull'omicidio della giovane, ha precisato che il caso è stato risolto «Con l'incrocio di dati: individuando chi era transitato all'interno del territorio nazionale e nelle vicinanze di La Salle è stato possibile dare un’identità certa, anche grazie ad un confronto con le fotografie, alla persona offesa e successivamente si è cercato di comprendere chi fosse la persona che l'accompagnava». Secondo il sostituto procuratore Manlio D'Ambrosi «Le testimonianze raccolte ci hanno indicato come indiziato dal reato il soggetto che è stato fermato a Lione. Una volta individuato il corpo senza vita della giovane era fondamentale capire le cause del decesso. Per questa ragione è stato conferito l’incarico dell'autopsia». Si attendono gli esiti della perizia per capire se la causa del decesso è stato il dissanguamento provocato dalla ferita inferta frontalmente al collo. «Successivamente si è passati a vedere i movimenti tra i soggetti e a cercare il movente. - ha riferito il pm Manlio D’Ambrosi - Il tempo trascorso dal ritrovamento del corpo al momento in cui vi è stata l'individuazione del ragazzo è stato breve, bisogna dare merito ai carabinieri che sono riusciti a far combaciare i dati per dare un'identità e successivamente a localizzarlo». Sull'indiziato pesano «Gravi indizi di premeditazione» per la Procura di Aosta. I due ragazzi avevano «Una frequentazione assidua tra Italia e Francia» ma il rapporto «Non era sereno». Erano stati fermati e identificati pochi giorni prima del delitto, mentre entravano in Italia dal traforo del Monte Bianco. I carabinieri hanno evidenziato che è stata utilizzata un’arma da punta e taglio per l’omicidio. Quest’ultimo - secondo gli inquirenti - è avvenuto «Verosimilmente» all'interno dell'ex chiesetta. L'assassino ha poi «Ricomposto il corpo della vittima, mettendola in una posizione fetale dormiente, con una pietra dietro la schiena per non farla rotolare sul lato». La coppia si spostava utilizzando prevalentemente mezzi pubblici. «Non c'è alcun furgone rosso» hanno precisato gli inquirenti smentendo le ipotesi comparse su alcuni organi di informazione che mettevano in relazione l’omicidio con quel veicolo. Il telefono della vittima non è stato trovato, così come l'arma del delitto.

La vittima identificata grazie a una pennetta Usb

Il ritrovamento di una pennetta Usb ha permesso ai carabinieri di Aosta di dare in poco tempo un nome al sospettato dell'omicidio di Auriane Nathalie Laisne. La giovane era senza telefono e documenti, secondo chi indaga portati via dal suo compagno Teima Sohaib. Nello zainetto vicino al corpo della ragazza c'era una chiavetta Usb che riportava, su un adesivo, il suo nome di battesimo. In questo modo è stato possibile restringere il cerchio. Dall'analisi delle banche dati delle Forze dell’Ordine è emerso che Auriane Nathalie Laisne e Teima Sohaib, lunedì 25 marzo scorso, erano stati controllati insieme al Traforo del Monte Bianco, all'ingresso in Italia dalla Francia, a bordo di un autobus “low-cost”. Poi hanno proseguito per qualche decina di chilometri fino a La Salle, cercando un luogo in montagna dove fermarsi a campeggiare. Il Tribunale di Grenoble ha già convocato Teima Sohaib a seguito di un mandato d'arresto emesso per violazione del controllo giudiziario: venerdì 3 maggio sarà processato per atti di violenza domestica nei confronti della ragazza, per i quali era stato anche disposto un divieto di avvicinamento a lei. La coppia però non si era sciolta ed anzi era partita in vacanza.

Avviata la procedura di estradizione del ragazzo

È stata avviata la procedura che potrebbe portare all'estradizione dalla Francia di Teima Sohaib. Il giovane - secondo quanto riportano i media francesi - comparirà giovedì prossimo, 18 aprile, davanti ai giudici della Chambre de l'instruction della Corte d'appello di Grenoble, che dovranno esprimersi sulla consegna del giovane all'Italia. Infatti è stato raggiunto dal mandato d'arresto europeo spiccato dall'Italia ed «È stato messo in custodia cautelare» ai fini della procedura di estradizione, ha detto il procuratore di Grenoble Eric Vaillant.

«Non ha il profilo di un delinquente»

L’avvocato Julien Paris, difensore di Teima Sohaib, ha sottolineato che il suo assistito «Non ha precedenti penali ed è venuto in Francia per studiare. Ha lavorato nella ristorazione per pagarsi gli studi. Non ha il profilo di un delinquente». «Dobbiamo dividere - ha aggiunto il legale - i 2 casi. C'è quello della Valle d'Aosta per il quale non abbiamo che gli elementi diffusi dalla stampa» e quello per il quale «Dovrà essere giudicato venerdì 3 maggio e che riguarda fatti correzionali. Il mio timore è che in quell’occasione il Tribunale penale di Grenoble assuma le sembianze di una Corte d'assise. L’ombra della Valle d'Aosta non deve arrivare su questa udienza, sulla serenità del dibattito, sulla sua presunzione di innocenza e perché, fino ad ora, pochi elementi del procedimento italiano sono arrivati a noi».

A Fermo, città dove Teima Sohaib ha vissuto per anni, alcuni suoi coetanei lo descrivono come un ragazzo tranquillo, alla moda, sorridente, quindi nulla che potesse far pensare alla possibilità di un atto così efferato e aberrante. Teima Sohaib è nato a Fermo da padre egiziano e madre marocchina. Da anni non viveva più nella cittadina marchigiana, e si era stabilito a Grenoble, ma era solito tornare a trovare i familiari nelle Marche. L'anno scorso era rimasto a Fermo per alcuni mesi. L'ultimo passaggio nella città era avvenuto il mese scorso. Il ragazzo studia da dentista e ha frequentato l'istituto professionale di odontotecnica a San Benedetto del Tronto. Poi si è trasferito in Francia, per continuare gli studi.

La conferenza stampa di giovedì scorso in cui gli inquirenti hanno ricostruito le tappe principali delle indagini sul caso della giovane francese uccisa a La Salle con da sinistra il comandante del Nucleo Investigativo Marco Simoncini, il comandante del Gruppo Carabinieri Aosta Giovanni Cuccurullo, il procuratore capo Luca Ceccanti, il sostituto procuratore Manlio D’Ambrosi e il comandante del Reparto Operativo Tommaso Gioffreda. A destra, il 21enne Teima Sohaib arrestato perché indiziato del delitto. Sotto, l’ex cappella di Equilivaz, a La Salle, dove è stato scoperto il cadavere da degli escursionisti

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