La Salle ha celebrato i cento anni dalla nascita di Jean Domaine: “E’ stato davvero il parroco della gente”

La Salle ha celebrato i cento anni dalla nascita di Jean Domaine: “E’ stato davvero il parroco della gente”
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Il nome del canonico Jean Domaine è un punto di riferimento per la coralità valdostana e i suoi “discendenti” ne hanno voluto celebrare in musica il centenario della nascita. Nato a La Salle nel 1922 e scomparso nel 2006, poeta, cantore, insegnante, ha saputo valorizzare la musicalità che ha riscontrato essere “naturale” nei cantori della Valle d’Aosta. A ripercorrerne la vita è stato il sindaco di La Salle Loris Salice, durante la cerimonia di domenica scorsa, 21 agosto, nel giorno e nel paese natale di don Domaine, officiata dal vescovo monsignor Franco Lovignana insieme ai due parroci, uscente e nuovo arrivato, Silvio Perrin e Paolo Viganò, prima al cimitero di La Salle e poi nella sua chiesa parrocchiale. La Messa cantata ha visto i contributi della cantoria di La Salle, del coro Sant'Orso, con gli ex coristi, e del coro Esprit Domaine. Terminata la Messa, sul sagrato della chiesa le corali hanno proposto altri canti, sempre legati a Jean Domaine, con i balli de Les Sallereins (adulti e bimbi) e dei Tintamaro di Cogne.

«É un’emozione poter ricordare un uomo unico che ha lasciato molto nei nostri cuori - ha detto il sindaco Loris Salice, interpretando i sentimenti dei convenuti - non solo a chi l’ha conosciuto e vissuto ma anche a chi canta ancora le sue canzoni ricche di amore per le persone ed il territorio». «Je propose à nouveau une pensée de Monseigneur l’Évêque, à l’époque Chanoine e Prieur du Chapitre de Saint-Ours, tirée du livre del M.me Cerutti “Jean Domaine: poète et chantre”. - ha citato il Sindaco - “Les montagnes autour de nous peuvent representer une barrière ou une angoisse mais ce n’était pas ainsi pour lui: les montagnes valdôtaines représentaient un point de de référence, une inspiration, une conscience d’identité e d’unité du peuple valdôtain». E ha concluso: «Don Domaine è stato davvero il parroco della gente, colui che sta in mezzo alle persone, che le sostiene e le guida. È stato il parroco dei giovani che sapeva raccogliere attorno a lui con franchezza e genuinità, con gentilezza e cordialità senza alcun giudizio o pregiudizio, senza mai fare sentire in errore il prossimo ma capace di condurlo sulla corretta via».

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