La Resistenza di “Saetta” sull’Appennino reggiano
Nato a Genova l'8 dicembre 1927, Pietro Sentieri ha vissuto a Cerretto Alpi, in provincia di Reggio Emilia, dove la sua famiglia gestiva l'albergo La Gabellina. Suo padre Giovanni era un socialista e fin da subito aveva subito le persecuzioni squadriste e così decise di aggregarsi ai partigiani. Aveva 16 anni e per il primo anno si unì alla 144esima brigata, al distaccamento comandato da Gasparre Cattelani, un insegnante, suo compaesano. Sopra il Passo di Cerreto, nell'Appenino reggiano, trascorse i primi mesi, spostandosi di continuo. Successivamente è entrato nella IV Brigata Apuana sotto il comandante Reclus Malaguti, detto Benassi, dove ha partecipato a molte azioni con il nome di battaglia di Saetta. Una buona scolarizzazione e una mente brillante lo hanno portato dopo l'avviamento a diventare perito industriale facendo 2 anni in 1. La meccanica era la sua passione. Dopo essere cresciuto velocemente a causa della guerra, nel 1947 è morto suo padre e ha dovuto risollevare le sorti dell'albergo La Gabellina facendo trasporti con un vecchio camion residuato bellico che era riuscito a sistemare. La passione per la meccanica infine lo portò nel 1960 in Valle d’Aosta per lavorare l'Ilssa Viola dove divenne capo-sezione. Abitò quindi a lungo a Pont-Saint-Martin dove si trasferì con la moglie Silvana Galli - mancata lo scorso anno - e le figlie Gianna, nata nel 1951 e scomparsa 2 anni fa, Sonia, venuta alla luce nel 1952, e Rita, nata nel 1956. Dal 1995 i coniugi Sentieri vivevano a Gignod. Lui si è spento sabato scorso, 24 giugno, all’Ospedale regionale e i funerali sono stati celebrati in forma privata al cimitero di Aosta.