La Regione stanzia 360mila euro per il progetto della galleria di filtraggio del Mont de la Saxe
“La frana non ha più dato gravi segnali di pericolo ma è sempre lì presente e va tenuta sotto controllo”: parole dell’assessore regionale alle Opere Pubbliche e al Territorio Carlo Marzi dopo che lunedì scorso, 17 maggio, la Giunta regionale è tornata a parlare del Mont de La Saxe. Nello specifico l’esecutivo ha approvato l'avvio di una procedura di progettazione di una galleria drenante/filtrante bypass della frana, “Un’opera che è finalizzata ad aumentare e migliorare la possibilità di asportare l'acqua che si infiltra nella frana e che ne costituisce il primo motore di movimento, oltre a costituire un presidio di ulteriore sicurezza se dovessero avvenire grosse frane con il pericolo di ostruzione del letto della Dora di Ferret”, continua l’assessore Carlo Marzi.
A sei anni dall’emergenza che aveva interessato i villaggi di Entrèves e La Palud si cerca quindi una soluzione più definitiva al problema: nel 2015 i tecnici della Regione realizzarono dei fori drenanti nel terreno, un’applicazione utile a eliminare l’acqua dal sottosuolo e a rallentare la discesa del materiale franoso. “Da allora il fenomeno è continuamente controllato dai tecnici dell'Assessorato e tutti gli interventi realizzati consentono di tenere sotto controllo il movimento franoso e di assicurare maggiore sicurezza agli abitanti e alle attività economiche dell'imbocco della Val Ferret. - continua Carlo Marzi - Più passa il tempo senza che vi siano segnali di importanti dissesti e più possono essere adottate misure volte a ripristinare condizioni di minore vincolo sul territorio. Al contempo però gli uffici vigilano e progettano gli interventi necessari per ridurre ulteriormente il pericolo rappresentato dal movimento franoso”.
La delibera approvata lunedì prevede lo stanziamento di 360mila euro - 200mila questo anno, i restanti 160mila nell’esercizio commerciale 2022 - per la progettazione di una galleria i cui lavori di realizzazione dovrebbero essere finanziati dallo Stato. L’Amministrazione regionale, infatti, ha richiesto all’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale di inserire i lavori di Courmayeur nel programma “Proteggi Italia”: l’ammissibilità degli interventi al finanziamento, però, è soggetta all’avanzamento della loro progettazione.