La proposta del sindacato Savt «Servono i contratti regionali»
«Troppo spesso si assiste al fatto che le aziende o addirittura le pubbliche amministrazioni non riescano a reclutare il personale». In Valle d'Aosta, si assiste al fenomeno del «mancato incontro tra domanda e offerta di lavoro», e per questo il direttivo confederale del Savt - riunito venerdì scorso, 28 aprile - esprime preoccupazione e propone soluzioni: «Per cercare di ovviare alle differenti problematiche della questione retributiva, della qualità e delle condizioni del lavoro e della vita», il Savt sostiene sia «più che mai necessario dare il via a una vera contrattazione territoriale nei diversi ambiti produttivi per dare le dovute risposte economiche e normative. Una maggiore contrattazione territoriale deve essere accompagnata da un salto culturale da parte dei datori di lavoro» per «garantire migliori condizioni lavorative e di ospitalità ai lavoratori con l'obiettivo di fidelizzarli». Per il Savt, il contratto regionale è «la prima grande sfida per il futuro» in Valle. Il Savt ritiene che «una delle tematiche sulle quali si debbano concentrare le maggiori attenzioni per garantire ai lavoratori e ai cittadini condizioni ottimali per poter operare in serenità» è offrire «servizi di welfare all'avanguardia. In Valle molto si è già fatto in questo senso, ma sicuramente ci sono ancora margini di miglioramento. Bisogna soprattutto tentare di abbassare il contributo che viene chiesto ai singoli utenti per usufruire dei servizi offerti dalla pubblica amministrazione, siano essi rivolti ai bambini, agli invalidi o agli anziani». Per il Savt, «tutti questi sforzi devono essere fatti anche nell'ottica di contrastare il preoccupante calo demografico, cercando di mantenere i giovani a vivere in Valle e trattenendo le persone che si avvicinano alla nostra comunità con lavori stagionali».
«Più ombre che luci». È il giudizio del Savt sul decreto lavoro approvato l'1 maggio dal governo di Giorgia Meloni. Per il sindacato, è «sicuramente positivo il taglio del cuneo fiscale anche se sarebbe stata opportuna una maggiore progressività nel favorire i redditi più bassi». E aggiunge: «Una misura così importante dovrebbe però essere strutturale e non limitata nel tempo. Al momento è prevista fino al 31 dicembre 2023, e poi cosa succederà?». Il Savt esprime anche «grande preoccupazione per le norme previste nel decreto in merito ai contratti a tempo determinato», che «rischiano di portare verso una pericolosa precarizzazione del rapporto di lavoro». E giudica «assordante il silenzio sul tema della riforma pensionistica, da troppo tempo e da troppi governi continuamente annunciata e poi rinviata». Per questi motivi, il sindacato condivide «le preoccupazioni e le rivendicazioni portate avanti da Cgil, Cisl e Uil che saranno alla base delle manifestazioni previste a Milano, Bologna e Napoli nel corso del mese di maggio» conclude la nota.