La Procura chiede di archiviare le accuse alla guida alpina per la slavina a Vlatournenche
La Procura di Aosta ha chiesto l'archiviazione del fascicolo per valanga e omicidio colposi aperto dopo la morte del 27enne monegasco Jean-Vincent Lausseure, lo sciatore travolto martedì 14 marzo da una slavina mentre praticava eliski a Valtournenche, nella conca di Cheneil, a 2.500 metri di quota.
Era indagata la guida alpina Nicola Corradi, di Valtournenche, accompagnatore del giovane.
Secondo le testimonianze raccolte dagli inquirenti - della stessa guida e degli altri freerider presenti -, la vittima non aveva seguito le tracce impostate da Nicola Corradi, uscendo dalla traiettoria e finendo travolto da una valanga, che lo aveva trascinato a valle per circa 50 metri. Nella discesa dal Col Croux, a 2.700 metri di quota, erano impegnati 2 gruppi, ciascuno accompagnato da una guida, Nicola Corradi e un collega piemontese.
Lo sciatore deceduto era dotato di tutta l’attrezzatura necessaria all’autosoccorso (pala, sonda e Artva) e ha azionato anche lo zaino airbag, ma non è bastato a salvarlo. All’arrivo del Soccorso Alpino Valdostano in elicottero, il 27enne era già stato estratto dalla neve. Le sue condizioni sono però apparse da subito molto gravi. Il medico dell’equipaggio ha avviato immediatamente le procedure di rianimazione, ma Jean-Vincent Lausseure è morto nel volo in elicottero verso valle.
Il suo decesso è stato constatato in aeroporto. Secondo l’esame esterno svolto dal medico legale sul cadavere, la più probabile causa del decesso era da individuare in un’ipossia, cioè la carenza di ossigeno seguita alla neve che lo ha travolto. Nella zona della tragedia, il bollettino neve e valanghe prevedeva quel giorno un rischio di 3 (marcato) su una scala di 5, individuando in neve fresca e vento la principale fonte di pericolo. Le indagini del Soccorso Alpino della Guardia di Finanza di Cervinia sono state coordinate dal sostituto procuratore Giovanni Roteglia.