La povertà e il disagio sono aggravati dalla pandemia La Società San Vincenzo è sempre in prima linea

La povertà e il disagio sono aggravati dalla pandemia La Società San Vincenzo è sempre in prima linea
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La pandemia in corso da oltre un anno non ha causato soltanto la più grave emergenza sanitaria della storia recente: sono evidenti anche le profonde conseguenze economiche e sociali provocate dal Covid-19, che colpiscono tantissime famiglie. In prima linea nel fornire aiuto, non solo materiale, a chi è in difficoltà, ci sono per fortuna numerose associazioni di volontariato, tra cui per esempio la Società di San Vincenzo. Si tratta di un’organizzazione caritativa cattolica fondata nel 1833 a Parigi dal beato Federico Ozanam e dedicata all’opera del sacerdote francese San Vincenzo De’ Paoli.

«La nostra attività - racconta Nello Fabbri, impegnato nella Società San Vincenzo di Saint-Martin-de-Corléans da circa cinque anni - non si discosta da quella delle altre San Vincenzo: prendiamo in carico alcune situazioni difficili che ci vengono presentate dal parroco oppure segnalate dai Servizi sociali. Con le assistenti sociali c’è una buona sinergia: ci conosciamo da tempo e collaboriamo bene. A volte, invece, sono direttamente le persone in difficoltà che si rivolgono a noi per chiedere aiuto. Attualmente il nostro gruppo, che ha sede nella parrocchia di Saint-Martin-de-Corléans ad Aosta, è formato da una decina di volontari; seguiamo ventidue famiglie, per un totale di settantacinque persone. Una parte dei nostri assistiti sono extracomunitari, ma non tutti: ci sono anche famiglie valdostane. L’epidemia di Covid-19 ha senza dubbio aumentato i problemi economici. Ora le richieste materiali rappresentano l’ottanta per cento di quelle da noi ricevute».

Due volte al mese i membri della Società San Vincenzo incontrano le famiglie per consegnare un pacco con generi alimentari, che arrivano dal Banco Alimentare per la Valle d’Aosta. «In questo periodo - prosegue Nello Fabbri - il contatto con le famiglie è necessariamente limitato, ma non manca mai un piccolo colloquio con i nostri assistiti: non ci fermiamo al mero scambio di oggetti materiali, chiediamo come stanno le persone, quali sono i problemi scolastici e relazionali dei bambini. Nella fase del “lockdown” duro della scorsa primavera, abbiamo mantenuto i contatti attraverso alcune chat. Abbiamo anche potuto pagare qualche bolletta e acquistare medicine e materiale scolastico grazie alle offerte ricevute da alcuni benefattori. In ogni caso speriamo di riprendere, non appena sarà possibile farlo in sicurezza, le visite famigliari che caratterizzano la nostra associazione. Lo spirito della Società San Vincenzo è infatti quello di un approccio globale ai bisogni della persona, con particolare attenzione alle situazioni di solitudine e di fragilità: si crea così un rapporto basato sulla fiducia e sull’arricchimento reciproco».

Marta Furlan, ventiduenne di Aosta, è la responsabile del gruppo giovani della Società San Vincenzo De Paoli della parrocchia di Saint-Martin-de-Corléans. «Siamo quattro ragazzi, tutti studenti tra i venti e i ventitré: oltre a me, Greta Vaccaro, Francesco Stuffer e Francesca Delmonte.- spiega - Al momento affianchiamo i volontari più “grandi” nella preparazione e nella consegna dei pacchi. Appena sarà possibile, speriamo anche noi di poter riprendere in pienezza la relazione con le famiglie. In particolare, vorremmo offrire un affiancamento ai compiti per i bambini e i ragazzi, che ora ci appaiono particolarmente fragili. Un altro obiettivo della nostra della nostra organizzazione è infatti proprio quello di seguire i più piccoli a livello educativo, per far sì che le difficoltà dei genitori, molte delle quali risalgono agli anni dell’infanzia e della scuola, non si trasmettano ai figli».

Per Marta Furlan l’esperienza del volontariato è molto arricchente: «Io ho iniziato cinque anni fa - continua la giovane, studentessa universitaria di Scienze dell’educazione - grazie a un’amica che mi ha parlato del suo servizio con la San Vincenzo. Ho voluto provare e mi sono subito trovata bene, anche se si tratta di un volontariato piuttosto impegnativo. Mi sono trovata di fronte alla povertà, a realtà che non conoscevo ma che non erano poi così tanto lontane. Molti pregiudizi che più o meno consapevolmente portavo con me sono stati abbattuti: per esempio mi sono resa subito conto che i poveri non sono solo stranieri. Inoltre è nato un bellissimo rapporto di amicizia con gli altri giovani che fanno parte dell’associazione, non solo a livello locale. Prima del Covid, infatti, una volta al mese ci riunivamo in diverse città del nord Italia, dove studiavamo con ragazzi delle altre regioni: ci auguriamo, in un futuro non troppo lontano, di poter tornare a incontrarci».

Entrambi i gruppi della San Vincenzo di Saint-Martin-de-Corléans sono aperti all’accoglienza di nuovi volontari. Per informazioni è possibile contattare i numeri 339 8502946 (per gli adulti) e 340 6523105 (per i giovani degli ultimi anni delle superiori e dell’università). L’associazione ha quasi due secoli di vita, ma lo spirito che anima i suoi membri rimane lo stesso dell’ispiratore San Vincenzo De’ Paoli, il quale affermava: «La carità, quando dimora in un’anima, occupa interamente tutte le sue potenze, senza nessun riposo. È un fuoco che agita continuamente e tiene sempre in esercizio, in moto una persona che ne è infiammata».

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