La Polizia Postale: «Attenzione alle false mail di citazioni in Tribunale»
Attenzione alle false citazioni in Tribunale. È l’allerta, ricorda Federconsumatori Valle d’Aosta, che arriva dalla Polizia Postale, alle prese con numerose segnalazioni di cittadini che ricevono e-mail con false citazioni. Le comunicazioni sembrano provenire da Uffici di Polizia e contengono una presunta ingiunzione a presentarsi in Tribunale per gravi violazioni fatte via Internet e legate a molestie su minori.
«Il documento informa il destinatario della comunicazione di essere indagato per reati di pedopornografia e lo invita a fornire giustificazioni entro 72 ore. - spiega la Polizia Postale in una nota - Per evitare di incorrere nelle sanzioni viene proposto il pagamento di una somma di denaro». La Polizia Postale e delle Comunicazioni ricorda che nessuna forza di Polizia, o altra autorità dello Stato, contatta direttamente i cittadini, tramite e-mail o messaggi, per richiedere pagamenti in denaro con la minaccia di procedimenti penali a suo carico.
Una truffa simile era stata segnalata già a settembre ed erano state avviate indagini che avevano permesso di scoprire un giro di illeciti, in circa 2 mesi, di quasi mezzo milione di euro. «Si tratta di una truffa - aggiunge la Polizia Postale - molto diffusa in Europa, soprattutto in Francia, Austria, Spagna, Belgio e Italia. La leva principale è la paura che viene trasmessa alla vittima utilizzando moduli con falsi loghi di Forze di Polizia e dei Ministeri dell’Interno e della Difesa italiani, affiancati a quelli di agenzie internazionali quali Europol ed Interpol». Tutto falso. Non c’è alcuna Brigata di Protezione dei Minori e nessuna citazione in Tribunale.
Truffa su Whatsapp “Mamma, mi è caduto il telefono…”
Un’altra truffa che ha già colpito numerosi malcapitati è tornata a minacciare gli utenti italiani della popolare piattaforma di messaggistica WhatsApp. Il raggiro inizia con un messaggio, spesso con numerosi errori di battitura, tipo questo: «Ciao mamma.... Ho lasciato cadere il telefono in acqua e ora non funziona più. Ho un nuovo numero. Puoi scrivermi un messaggio su whatsapp?».
L’obiettivo del truffatore è quello di far memorizzare il suo numero nella rubrica della vittima al posto di quello del figlio, in modo che il delinquente possa in un secondo momento avviare una falsa conversazione con lo scopo di ottenere denaro, la ricarica di una carta prepagata, le credenziali per accedere al conto corrente e altri dati personali del malcapitato.
Il Commissariato di Polizia di Stato Online sottolinea che queste truffe «Spesso si presentano come messaggi inoffensivi che in realtà hanno lo scopo di agganciare la vittima per esortarla a comunicare dati personali». Pertanto gli agenti avvertono: «Se ricevi un messaggio da tuo figlio che ti avvisa di aver rotto il telefono e ti chiede di salvare il suo nuovo numero tra i contatti della rubrica potrebbe trattarsi di una truffa. Al primo messaggio seguiranno richieste insolite di denaro, la ricarica di una carta prepagata, le credenziali per accedere al conto corrente. Il consiglio: non rispondere al messaggio, cancella la conversazione e, se lo hai salvato, elimina il numero dalla rubrica».