La pellicola polacca “The Wall of Shadows” conquista il 24esimo Cervino CineMountain

La pellicola polacca “The Wall of Shadows” conquista il 24esimo Cervino CineMountain
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Si è conclusa dopo 8 giorni - oltre 30 ore di proiezione, 51 film provenienti da 24 paesi e 25 anteprime - il 24esimo Cervino CineMountain. Un’edizione da record e soprattutto la consacrazione del festival del cinema di montagna, luogo fisico di confronto e incontro tra operatori del settore e il pubblico. Altissima la qualità dei film presentati quest’anno, che hanno reso particolarmente difficile il lavoro della giuria composta dalla regista Irene Dionisio, dal giornalista e vicedirettore di Rai 2 Paolo Corsini e da Benti Banach, membro del comitato di selezione del Dutch Mountain Film Festival. Ad aggiudicarsi l’Oscar del cinema di montagna, il premio riservato alle pellicole già premiate nei principali festival di settore provenienti dal circuito dell’International Alliance for Mountain Film, è stato “The Wall of Shadows” della regista polacca Eliza Kubarska, il documentario che stravolge la struttura narrativa dei film di spedizione spostando il punto di vista del racconto verso una famiglia di sherpa. La giuria ha inoltre voluto dare una menzione speciale per “A Tunnel” di Nino Orjonikidze e Vano Arsenishvil. Il Premio Montagne d’Italia è stato vinto da Dario Acocella con il suo “Paolo Cognetti. Sogni di grande nord”: in questo contesto citazione per “Icemeltland Park” di Liliana Colombo.

Il Premio Montagnes du monde è stato assegnato a “Entre fuego y aqua” di Viviana Gomez Echeverry e Anton Wenzel: il film racconta la storia di Camillo, figlio adottivo di una coppia indigena della tribù dei Quillasinga. Segnalato pure “Wolves at the borders” del regista ceco Martin Páv. Il Premio Montagne tout-court è andato a “Harria Herria” dello spagnolo Oscar Dimegaz al cui interno è rappresentata l’estetica e la spettacolarità della danza verticale, ambientata in una cava, un luogo distrutto dall’uomo: la menzione speciale l’ha conquistata “Piz Regolith” di Yannick Mosimann. Il Premio Sony per la migliore fotografia è stato attribuito a “My Upside Down World” di Elena Goatelli e Angel Esteban, quello del Cai è stato conferito a “A Thousand Way To Kiss The Ground” di Henna Taylor. Il Premio Grand Prix Circuit è stato assegnato a “Ocean to sky” di Michael Dillon; pari merito invece per “Selma” di Maciek Jab?onski e “Songs of the water spirits” di Nicolò Bongiorno per quanto concerne il premio del pubblico. Infine il Premio Mountain Kids è stato vinto da “El gran hito” di Ignasi López Fàbregas.

«È stata un’edizione che ha ottenuto un grandissimo successo a livello mediatico - commenta soddisfatto Luca Bich, direttore artistico del festival - visto che siamo comparsi su varie testate nazionali come ad esempio Studio Aperto e il Tg5. Abbiamo avuto un ottimo riscontro di pubblico, chiaramente rispettando i limiti consentiti dalle leggi attualmente in vigore. Sullo slancio di questo successo ora prepariamo la 25esima edizione del Cervino CineMountain. Oggi tutti i film si allontanano sempre più dall’impresa alpinistica guardando alla montagna da un punto di vista diverso, più profondo, concentrandosi su chi abita questi luoghi e le fatiche che ogni giorno deve affontare. Il film vincitore, “The Wall of Shadows”, restituisce la testimonianza di un alpinismo che deve fare i conti con le problematiche sociali. La cinematografia contemporanea guarda più all’uomo della montagna che non alla disciplina sportive in sé».

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