“La mostra-presepe apre per l’ultima volta” Serafino Servodidio annuncia il suo ritiro

“La mostra-presepe apre per l’ultima volta” Serafino Servodidio annuncia il suo ritiro
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«Penso che questo sarà l’ultimo Natale in cui aprirò la mostra». Serafino Servodidio, 81 anni compiuti di recente, lancia un annuncio che suona clamoroso. Da ormai 30 anni il suo presepe - cresciuto nel tempo e trasformatosi in una grande mostra della civiltà contadina e di Pontey in miniatura - è una della attrazioni principali nella nostra regione durante le festività natalizie e non solo. Da quando veniva allestito in chiesa a quando poi dal 2017 è stato trasferito nei più ampi locali comunali sotto la microcomunità, dove si trova ancora adesso, l’opera ha affascinato migliaia di persone provenienti da tutta Italia e anche dall’estero, «oltre 5.000 ogni anno» garantisce Serafino. In 3.700 hanno lasciato un commento nei 2 “libri delle dediche” zeppi di complimenti che lui mostra con orgoglio. «Ho già 4 pullman di turisti prenotati per i prossimi giorni, il primo dei quali arriva da Lucca sabato, alla vigilia della riapertura ufficiale» rivela.

L’esposizione - animata da 110 motori, 210 movimenti e 250 personaggi - sarà nuovamente visitabile tutti i giorni da domani, domenica 1° dicembre, dalle 10 alle 11.30 e dalle 14 alle 17.30 per tutto il mese di dicembre, così come accade in quello di agosto. Nel resto dell’anno la mostra è accessibile su prenotazione telefonando al 389 7874994. L’ingresso è sempre libero e gratuito, con la possibilità di lasciare un’offerta che sarà utilizzata per la manutenzione della monumentale opera. Come è noto, non si tratta di un semplice presepe, anche se la rappresentazione della Natività - quest’anno arricchita con la musica di un carillon che accompagna il sonno di Gesù Bambino - ha naturalmente uno spazio di primo piano. Vi sono infatti riprodotti in miniatura il paese di Pontey, i principali edifici di architettura rurale della zona e la rievocazione della vita contadina d’antan con le filiere della produzione del pane, della fienagione e della Fontina. I personaggi sono un’infinità e lo sguardo si perde in una miriade di dettagli, ognuno dei quali rivela la passione del falegname in pensione. Tutto ciò, però, richiede tanta manutenzione. E l’età inizia a farsi sentire. «Molti interventi si devono fare salendo sulla struttura o nella parte sottostante e io ormai mi trovo in difficoltà, anche se per tutto l’anno vengo a giorni alterni per effettuare le operazioni che si rendono necessarie per mantenere tutto perfettamente funzionante. - racconta - Da 4 anni cerco una persona che abbia voglia di imparare, a cui io possa passare il testimone insegnando i trucchi del mestiere. Naturalmente si tratta di lavoro di volontariato: io non guadagno un euro da tutto questo. Sono disposto a cedere la mia opera gratuitamente al Comune, a patto che rimanga allestita e visitabile e che qualcuno prenda il mio posto facendosi carico della sua manutenzione. Se nessuno si farà avanti, sarò costretto a smontare tutto. E questo potrebbe essere l’ultimo anno che apro».

Serafino Servodidio ha condotto corsi di cinematismo 2 volte all’anno, per spiegare i segreti dei movimenti della mostra (che si possono scoprire anche in un apposito spazio allestito nella sala che precede l’ingresso all’esposizione vera e propria). Trovare un «erede», però, non è semplice. «Ringrazio il Comune che mi concede questi spazi e che si fa carico dei costi della luce e del riscaldamento. - conclude Serafino Servodidio - E i cantonieri che con il vicesindaco Roberto Favre hanno raccolto il muschio per l’allestimento». E’ difficile immaginare un Natale senza il presepe di Serafino: per fortuna quest’anno la sua magia è ancora aperta al pubblico quindi è meglio non perdere un’occasione che potrebbe anche essere l’ultima.

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