La mostra “Mon cher Abbé Bionaz! Mario Cresci per la Valle d’Aosta” al Castello Gamba di Châtillon
Mario Cresci è uno dei maestri della fotografia italiana che dall’inizio degli anni Sessanta ha contribuito a far evolvere il linguaggio fotografico nel nostro Paese inserendolo a pieno titolo nell’alveo dell’arte contemporanea. Inaugurata ieri, venerdì 31 marzo, la mostra “Mon cher Abbé Bionaz! Mario Cresci per la Valle d’Aosta” allestita nel Castello Gamba di Châtillon potrà essere visitata fino a domenica 18 giugno (dal martedì alla domenica, dalle 9 alle 19). Curata da Luca Fiore e prodotta da Le Macchine Effimere, l’esposizione intende valorizzare le 16 fotografie di Mario Cresci conservate nelle collezioni regionali evidenziando contestualmente il profondo rapporto che lega l’artista ligure al territorio valdostano sin dal 1990.
Il titolo stesso si deve al forte legame instauratosi tra Cresci, dedito sin dagli anni Sessanta e Settanta ad approfondire i diversi aspetti del mondo rurale, e le immagini lasciate dall’abbé Emile Bionaz (1862-1930), scrittore, escursionista e fotografo, ma soprattutto parroco di Saint-Nicolas per 37 anni, che ha documentato con amorevole attenzione la quotidianità contadina in cui operava.
Un altro elemento di interesse per Cresci sono stati gli oggetti conservati al Museo dell'Artigianato valdostano di tradizione di Fénis, appartenenti alla Collezione Ivat e alla Collezione Brocherel (Palazzo Madama - Museo Civico d’Arte Antica di Torino).
Nascono così 2 serie di immagini “Mon cher Abbé Bionaz!” e “Fatti a mano” che, tra fotografia e design, coniugano il linguaggio contemporaneo con i contenuti della tradizione.