La Lega attacca: «Nella residenza sanitaria di Variney un utente rasato a zero per un atto di goliardia» L’assessore alla Sanità Carlo Marzi smentisce: «Capelli tagliati per applicare olio idratante sulla cute»
Polemica in Consiglio Valle dopo un’interrogazione a risposta immediata del gruppo Lega Vallée d'Aoste su un fatto avvenuto nella residenza sanitaria di Variney a Gignod. «Si è verificato un evento gravissimo ai danni di un utente della struttura - ha sostenuto il capogruppo Andrea Manfrin durante la seduta di giovedì 21 novembre - La famiglia riferisce infatti che sarebbe stato rasato a zero senza alcuna motivazione apparente se non per un atto di goliardia motivato dalla volontà di preparare questa persona a un ipotetico matrimonio con un’altra utente della struttura. Ricordiamo che il taglio di capelli forzato rientra nella fattispecie del reato di violenza privata. Chiediamo di sapere se queste informazioni siano state appurate e quali le misure adottate per evitare il verificarsi di simili azioni». L’assessore alla Sanità Carlo Marzi ha risposto che «L’Azienda Usl, nell’ambito del monitoraggio di propria spettanza sull'attività della struttura di Variney, ha prontamente verificato la segnalazione e ha informato che l'accaduto risale a giovedì 14 novembre scorso. L’evento si riferisce alle azioni messe in campo dal personale di struttura a seguito della necessità emersa di procedere a una specifica esigenza di cura di un ospite: dopo il lavaggio del capo risultavano infatti presenti squame e crosticine che impedivano l'applicazione efficace dell'olio idratante. Un infermiere riteneva quindi di procedere al taglio dei capelli per favorire l’applicazione dell’olio idratante sulla cute. Il giorno successivo alla richiesta di chiarimenti da parte dei famigliari venivano fornite le spiegazioni del caso: la famiglia ha dichiarato di avere compreso e accettato i chiarimenti. L’episodio si configura pertanto come un agito nell’ambito di una valutazione dello stato di salute. Troviamo invece inusuale l’utilizzo degli strumenti consiliari per arrivare a un simile dettaglio ispettivo. Perché questo livello ispettivo potrebbe quasi far pensare che spetti al Consigliere questo livello gestionale. Ma siccome non è così, forse, la sola motivazione che resterebbe è quella di crearsi momenti di visibilità politica. Esistono, infatti, strumenti e possibilità dirette di contatto con le strutture per i cittadini più adeguate ed efficaci alle loro esigenze di questa Aula».
«Non ci risulta che la famiglia abbia accettato la spiegazione ricevuta. - ha ribattuto il Andrea Manfrin - Gli autori dell'azione hanno telefonato ai familiari dell'utente per scusarsi e successivamente si sono tenuti vari incontri per chiarire l'accaduto che non hanno spiegato alcunché né placato le contestazioni. Siamo di fronte a un fatto di estrema gravità: limitarsi a riportare le affermazioni dell’Usl senza nessuna attività di approfondimento da parte dell'Assessore appare come uno scarico di responsabilità».