La guerra in atto per il dominio di terra, acqua e altre risorse
Da tempo è in atto una guerra abbastanza silenziosa - e sulla quale i principali organi di informazione generalmente tacciono - per il dominio della terra, dell’acqua e di altre risorse da parte delle multinazionali e di altre grandi concentrazioni di potere. A proposito dell’accaparramento della terra abbiamo già dedicato i due precedenti appuntamenti. Abbiamo già trattato tempo fa anche dei tentativi - a volpe purtroppo riusciti con ovviamente conseguenze pesantemente negative per le comunità locali - di privatizzazione dell’acqua, come accadde diversi anni fa anche in Italia. Parallelamente proseguono le azioni finalizzate ad acquisire un controllo sempre più ampio su risorse fondamentali per la nostra sopravvivenza come i semi. Nel silenzio complice di chi dovrebbe (dal verbo dovere) agire per il nostro benessere e la nostra sicurezza. Infatti non è altrimenti comprensibile che la situazione si sia generalmente degenerata alla attuale stato di cose. Già in tempi quasi non sospetti Henry Kissinger, che fu Consigliere per la sicurezza nazionale e Segretario di Stato degli Stati Uniti, disse che “chi controlla il petrolio controlla gli Stati, chi controlla il cibo controlla i popoli. Più del 75 per cento del mercato del cibo e delle bevande in Italia è ormai controllato dalla Grande Distribuzione Organizzata tramite una rete di supermercati. Su scala più ampia i cosiddetti Big 4 - cioè le quattro “corporation” Bayer (che ha acquisito la tristemente nota Monsanto), Corteva, ChemChina e Basf - controllano oltre il 60 per cento delle vendite di semi proprietari nel mondo. Non si fermeranno certo qui. Secondo Philip Howard, un ricercatore della Michigan State University, gli agricoltori sono le prime vittime di queste concentrazioni che comportano restrizioni sull’utilizzo e lo scambio di semi. Per l’avvocato e giornalista Dario Dongo “la concentrazione aggregata dei conglomerati industriali sementieri investe l’intera economia agroalimentare a livello planetario. Collide con gli interessi pubblici, quelli collettivi e dei singoli operatori ed interferisce con le politiche economiche e di settore. Laddove i plutocrati, in tutta evidenza, hanno facilità a manipolare a loro esclusivo vantaggio le decisioni politiche e influenzare quelle amministrative”. Lo si è visto a livello europeo ed anche nazionale. Leggi e provvedimenti pensati per favorire già grandi interessi, non certo i nostri. L’emergenza nella quale continuiamo a trovarci non ha scalfito il loro potere come invece ha ridotto di molto le nostre libertà. I giovani di adesso troveranno da adulti una realtà molto più difficile di quella attuale, altro che quella di appena un anno fa. La scuola non dovrebbe, o potrebbe prepararli a questo?