La Foire di primavera ispira la creatività degli artigiani
Per la prima Fiera di Sant’Orso primaverile l’entusiasmo degli artigiani - sono un migliaio quelli che oggi, sabato 2, e domani, domenica 3, animano il cuore della città - è immediatamente percepibile.
L’apprezzata scultrice aostana Marina Torchio, ad esempio, evidenzia che «Dopo 9 anni sono tornata all’Atelier in piazza Chanoux. Propongo una novità assoluta: dopo una ricerca storica, ho realizzato in grès delle opere che ritraggono, in piedi e seduti, i pionieri dell’alpinismo. E quindi sono presenti personaggi come Jean-Antoine Carrel, Jean-Joseph Maquignaz, Guido Rey e l’abbé Auguste Petigat, solo per citarne alcuni. Sono felice che la Fiera si faccia anche se non nelle date canoniche: la vogliamo noi, la attende la gente».
Cesare Marguerettaz di Sarre ha il banco in via Croce di Città, all’altezza dell’incrocio con via Monsignor De Sales. «Per questa inedita Fiera ad aprile - annuncia Cesare Marguerettaz - ritorno alle origini. Quindi propongo i miei tatà che non sono in noce ma in acero e cirmolo, essenze che utilizzavo quando ho iniziato a realizzarli. Sono un fanatico dell’arte pastorale, pertanto sono massicci, e li espongo un ratelé».
Non vuole rovinare la sorpresa al suo vasto pubblico Giangiuseppe Barmasse di Valtournenche, uno degli artigiani più rinomati della Foire, che come sempre ha la sua postazione all’ombra della Porta Pretoria. «Non vado alla Fiera di Donnas da anni - racconta Giangiuseppe Barnasse - perché utilizzo gli ultimi giorni prima della Foire de Saint Ours di Aosta per rifinire le sculture. Quest’anno, per la Fiera primaverile, ho preparato un pezzo particolare, una cosa che non ho mai fatto prima e che non è monumentale. Per il resto presento, nel solco dell’arte figurativa che prediligo, delle scene con animali e agricoltori. Speriamo che il prossimo anno la Foire possa essere fatta a gennaio, come da tradizione. Comunque ben venga questa edizione fuori stagione, anche se l’atmosfera non può essere la stessa».
Lea Berard di Cogne, merlettaia che è diventata intagliatrice del legno ed è autrice di pezzi incantevoli, ha il banco in via De Tillier, vicino all’ingresso della Farmacia Papone. «Ho realizzato un grande quadro con il pizzo di Cogne e un Albero della Vita. Però viste le dimensioni, 1 metro e 40 centimetri per 60 centimetri, sono so se riesco a esporlo. - racconta Lea Berard - La novità di quest’anno, comunque, sono i calzascarpe. Poi non mancano le scatole di differenti dimensioni che intaglio in maniera da renderle una diversa dall’altra. Uso solo cirmolo perché noi a Cogne non abbiamo il noce. E poi perché su questo legno i colori risaltano di più. Ho partecipato alla Fiera di Donnas: un po’ sottotono, ma bella».
È di Cogne pure Donato Savin, le cui inconfondibili sculture in pietra stanno ottenendo un successo artistico e di pubblico che ha varcato i confini della nostra regione. «Sono al solito posto in via Porta Pretoria. - afferma Donato Savin - L’unica nota negativa di questa Fiera è che non c’è più il mio vicino di banco, Aldo Ottobon di Hône, improvvisamente scomparso lo scorso mese di febbraio, un personaggio che ha scritto pagine importanti della Millenaria. Per questa edizione della Foire ho realizzato dei suonatori in marmo verde proveniente da diverse cave valdostane. Si tratta di un filone musicale che mi ispira, perché volevo portare un po’ di allegria in un momento storico funestato da pandemia e guerra. E poi il verde è il colore della speranza che è quella che ci fa credere in un futuro migliore».
Non è presente in Fiera, invece, un altro protagonista della Millenaria e del mondo artistico valdostano: Franco Grobberio di Aosta. Tuttavia al Caffè Deorsola in via Gramsci sono esposte fino sabato 30 aprile alcune sue opere: 5 acquerelli e 3 oli su tavola. «È un modo per partecipare alla Foire - dichiara Franco Grobberio - anche se non posso esserci di persona».
Invece alla Galleria San Grato in via De Tillier Lydia Brunod di Châtillon, iscritta all’Associazione Artisti Valdostani, propone la mostra “Mes petites bêtes”. Grande amante degli animali, l’artista dipinge, su legno e jeans, asini, mucche, cani e cavalli. «In occasione della Foire - annuncia Lydia Brunod - ho scolpito su frontalini di vecchi cassetti e su fondi di botti tatà e paesaggi innevati con il Cervino». Oggi, sabato 2 e domenica 3 aprile, l’allestimento è aperto dalle 10 alle 22 con orario continuato. L’esposizione proseguirà fino a venerdì prossimo, 8 aprile, tutti i giorni dalle 10 alle 12.30 e dalle 16 alle 18.30.