“La felicità è avere una bovina alla Regionale” La numerosa pattuglia dei debuttanti all’arena
Ogni anno c’è qualche allevatore che partecipa per la prima volta con una propria bovina alla finale regionale. In questa edizione la pattuglia dei debuttanti è quanto mai numerosa. Ognuno con la propria storia da raccontare. Nelle parole di tutti loro, immancabilmente, emerge che è già una soddisfazione esserci. Ma si sa, sognare non costa nulla…
Un regalo di Natale che è diventato una reina
Spesso l’allevamento è una storia di famiglia. E’ così per gli Squinobal di Gressoney-Saint-Jean, dove la passione del nonno Carlo è condivisa dalla figlia Ivonne e ora dal nipote diciassettenne Marco. Nella stalla di Blatto, allevano una quarantina di bovine, che hanno trascorso l’estate nell’alpeggio Muntil, di loro proprietà, sotto la Testa Grigia. La loro Coucou si è qualificata alla Regionale con il terzo posto in prima categoria a Montjovet. «Io avevo portato già tante volte le mie bovine a combattere ma non ero mai riuscito a qualificarne. - dice il nonno Carlo, 63 anni - Da un paio di anni non avevo neanche più partecipato. Mio nipote Marco, però, ci teneva, e così gli ho regalato per Natale Coucou, comprandola da mio cugino Gianni Peretto, che a sua volta l’aveva acquistata dai Clos di Jovençan. L’ha portata in campo Marco ed è andata bene! Essere in finale è già una gioia, qualunque cosa faccia».
«L’abbiamo allevata noi, un motivo di orgoglio»
André e Davide Follin sono 2 fratelli di Châtillon, rispettivamente classe 1996 e 2000. Il primo ha studiato all’indirizzo professionale dell’Institut Agricole, il secondo falegnameria al Don Bosco. Per entrambi, ora, l’allevamento è una passione. Con la ciliegina sulla torta della qualificazione di Reinon con il terzo posto in prima categoria a Verrayes. «Papà Domenico è mancato nel 2009 e mia mamma Giulia Meynet ha portato avanti l’azienda. Ora siamo entrati anche noi. - racconta André Follin - Abbiamo una cinquantina di mucche ma solo 5 o 6 “nere”, le altre sono tutte pezzate rosse e passano l’estate in alpeggio a Cervinia, alcune da Jean-Antoine Maquignaz e le altre da Mauro Chatrian. Reinon non l’ho comprata ma l’ho allevata e questo è un grande orgoglio. Avevo acquistato, quando era manza, sua nonna Promise dai Quendoz di Jovençan. Domenica saremo tutti in arena e sarà bello per una volta non andarci semplicemente come spettatori». Aspettative per la finale? «Io per natura non sono ottimista. - ride André - Non mi aspetto niente. Se farà anche solo una bella battaglia sarò contento, altrimenti andrà bene lo stesso!».
«Che bello questa volta essere sotto “la tettoia”»
«Finalmente domenica sarò anche io sotto “la tettoia”, come la chiamiamo noi allevatori». Sylvie Mathiou ha 20 anni ed entusiasmo da vendere. Quest’anno per la prima volta ha portato alle battaglie a suo nome ed è andata subito alla grande con la sua Fontaine che ha conquistato a Valpelline il bosquet di terzo peso. «Ho frequentato l’Institut Agricole e poi 2 anni in Francia di specializzazione in caseificazione. - sottolinea - Circa un anno fa ho iniziato a lavorare a tempo pieno nell’azienda di famiglia nata a Nus dalla società agricola Maison Rosset di mia mamma Elena e mio zio Camillo (sindaco di Nus ndr). Quando ancora studiavo, mio papà Silvano Mathiou mi ha regalato la prima mucca, Farinella, che purtroppo non ha mai potuto combattere prima perché è arrivato il Covid e poi perché è rimasta “vuota”. Mi è spiaciuto tanto. Così ho deciso di andare dai Clos, che sono amici di famiglia da una vita, e da loro ho acquistato Fontaine. Sono entusiasta di quello che ha fatto a Valpelline!».
Nathan Cerise, debutto in arena ad appena 19 mesi
Con ogni probabilità sarà il più giovane proprietario di una reina in arena. Nathan Cerise ha solo 19 mesi e a suo nome Tonnère è stata reina di terza categoria a Valgrisenche. Per ora la porta in campo ancora papà Marco ma la passione per le mucche già si vede! «Abbiamo in tutto 24 bovine a Valgrisenche, che d’estate salgono all’alpeggio Leytanaz da Giulio Borbey, a Saint-Nicolas. - spiega Marco Cerise - Le ho sempre portate a combattere a mio nome, oppure con il doppio cognome mio e della mia compagna Stefania Bethaz, ma ci è sempre andata male. Quest’anno per la prima volta ho deciso di portarle a nome di Nathan e mi ha portato fortuna! Questa qualificazione è dedicata a lui! Tonnère l’abbiamo comprata da Michel Squinabol di Pollein ed è figlia della sua vice reina regionale Brunie. All’eliminatoria di Valgrisenche era appena scesa dall’alpeggio, non credevo potesse vincere. Invece è andata di lusso! Abbiamo cercato di prepararla bene ma alla Regionale è un altro mondo, ci sono bovine fortissime. Domenica se farà una bella battaglia sarò già stracontento».
Mathieu Gnémaz, in finale al primo tentativo
Ci sono allevatori che provano per anni prima di qualificare una bovina alla Regionale. Altri che non ci riescono mai. Poi c’è chi - come Mathieu Gnémaz di Saint-Christophe - è baciato dalla fortuna e ci riesce al primo tentativo. «Reinoun l’ho acquistata quando era manza da Rudy Fiou dell’azienda agricola Verney di Gressan. - dice - A Brissogne era la prima volta in assoluto che portavo una bovina a combattere ed è andata subito bene visto che è arrivata terza di terza categoria». Mathieu Gnémaz, 25 anni, è figlio di papà Giuseppe e di mamma Chantal Certan, ex assessore regionale all’Istruzione e Cultura. Lavora nella stalla dell’azienda di Elio Ottin, dove sono ricoverate anche le sue pochissime mucche, un paio in tutto. «Cosa mi aspetto per domenica? Reinoun è in forma ma ci ha già fatto un gran regalo!».
«Finalmente la qualificazione sfiorata tante volte»
Come si diceva, per alcuni la partecipazione alla finalissima è un sogno che sembrava non realizzarsi mai. Roberto Bacci di Fénis ci era andato vicino tante volte ma le sue bovine si erano sempre fermate a un passo dalla qualificazione. Intanto anche il figlio Mathieu ha sviluppato la stessa passione, premiata dal terzo posto in seconda categoria a Charvensod della loro Samba. «Abbiamo pochi animali, una decina in tutto, perché non è un impegno a tempo pieno. - spiega Mathieu, che ha 17 anni e studia all’indirizzo professionale dell’Institut Agricole Régional - Mio papà lavora alla Cogne mentre mia mamma Cristina Piccot è segretaria a scuola. Non ce l’aspettavamo che potesse qualificarsi, anche se speravamo che potesse fare bene. E’ una soddisfazione». «Abbiamo acquistato Samba da Daniel Berriat quando ha fatto il primo vitello. - prosegue Mathieu Bacci - Dalla Regionale non mi aspetto nulla, il livello è troppo alto, è già andata bene così». E comunque, per Mathieu la carriera è solo all’inizio. «La mia intenzione è, una volta terminati gli studi, di ampliare l’azienda - conclude - Però, si sa, non si vive solo con le “nere” ma servono anche le altre».
Una protesi al corno per essere alla Regionale
«Il momento più bello è stato quando ho visto le lacrime di gioia dei miei figli nel momento in cui Furie ha conquistato la qualificazione a La Salle. Non lo dimenticherò mai». Daniel Pariset, 41 anni, di Introd, non è un allevatore di professione. Lavora alla Cva ma quella per le bovine è una passione che ha nel sangue: erano allevatori di mucche da latte suo papà Arnaldo, sua mamma Leony e suo fratello Louis, prematuramente scomparsi. Il legame con gli animali continua a vivere nella sua famiglia grazie a lui e ai suoi figli, Sebastien e Vincent, che hanno rispettivamente 15 e 14 anni e frequentano entrambi l’Institut Agricole. «E’ stato soprattutto per loro che, quasi come una scommessa, ho acquistato questa unica mucca da battaglia dai miei cugini Roger e Luca Viale, che gestiscono un agriturismo a Bien di Valsavarenche. - dice Daniel Pariset - Furie ha debuttato facendo una gran bella figura al Combat Evènement del 2020, l’anno del Covid. Quest’anno a La Salle, con un po’ di fortuna, è arrivata fino alla semifinale». Proprio nella semifinale contro Brunette di Davide Bieller, a Furie si è rotto un corno. L’avvicinamento alla Regionale, così, è stato particolarmente prudente, con Furie che è stata tenuta a valle insieme a una bovina piemontese per evitarle combattimenti. «Rinaldo Navillod le ha realizzato un innesto con un cornetto e una benda gessata per poter essere all’arena. - continua Daniel Pariset - Ci sono allevatori che hanno le stalle piene di mucche e non riescono a qualificare e noi che ne abbiamo solo una abbiamo la possibilità di esserci, non volevamo sprecarla. Abbiamo però sempre il benessere dell’animale come priorità. Oltre al fatto che non si faccia male, ci ha preoccupato un po’ il peso: ci piacerebbe entrasse bella pesante di seconda categoria piuttosto che leggera di prima. Tuttavia non abbiamo voluto fargli fare una dieta eccessiva, soprattutto considerato che è gravida». «Ringrazio tutti quelli che mi hanno aiutato. - conclude Daniel Pariset - In particolare i miei nipoti Didier e Simon Pariset che mi hanno tenuto Furie nella loro stalla».