La falegnameria «a mano», la musica, la lettura Ninetto Vairetto, una vita ispirata dalla bellezza
E’ arrivata l’ultima pagina del libro della vita di Alidoro Vairetto, da tutti conosciuto come Ninetto. Un bel viaggio che aveva il profumo del mestiere abbracciato da giovanissimo, quello del falegname, e il ritmo delle passioni che hanno accompagnato i pochi momenti liberi che gli lasciava il lavoro: la musica e la lettura.
Nato il 18 luglio 1930 a Bollengo, Ninetto Vairetto vive i primi anni della sua esistenza a Rhêmes-Saint-Georges. Da lì con il padre Vincenzo inizia appunto a fare il falegname. Un mestiere che si porta dietro di casa in casa, con sè solamente gli attrezzi e la capacità di costruire cose belle, a mano. La prima macchina, una pialla spessore, arriva negli anni Cinquanta. Quindi è il tempo di dotarsi di un laboratorio, prima a Introd, poi a Ozein di Aymavilles. Qui nel 1954 sposa quella che sarà la donna della sua vita, Erica Chapel, scomparsa nel 2006 lasciandolo nello sconforto. Dalla loro bella unione nascono cinque figli: Anna Luisa nel 1960, Antonio nel 1963, Enrico nel 1966, Sergio nel 1968 e Marina nel 1970. I figli maschi lavorano tutti con Ninetto, dal 1984 la falegnameria è a La Crete, villaggio di Villeneuve, e diventa ancora di più una bella realtà imprenditoriale, conosciuta in tutta la Valle d’Aosta e non solo.
Parallelamente Alidoro Vairetto coltiva la sua grande passione per la musica, che aveva imparato a leggere durante gli anni della guerra. In particolare apprezza i canti religiosi, il gregoriano. Passione che trasmette ai figli e che arriva fino ai nipoti, tanto che ieri - venerdì 8 - alla cerimonia a Aymavilles a suonare l’organo era la pronipote Marisol.
Oltre ai figli e alle loro famiglie, Ninetto lascia la sorella Renata, chiamata come una sorellina venuta a mancare a soli 6 anni e della quale rimpiangeva spesso di non avere nessuna fotografia. Renata era adorata da Ninetto, la sostenne negli studi: nulla di scontato per l'epoca e per le origini umili. D’altronde per Vairetto la cultura era importante. Nella sua casa senza televisione c’erano tantissimi libri, dal Corano a Dostoevskij. E nei cassetti le fotografie di portoni, finestre, scale: immagini scattate in giro per l’Italia. Una passeggiata a Torino diventava un sopralluogo, un pretesto per osservare particolari, per carpire segreti e imparare bellezza. Un rappresentante di vernici un giorno, trovandolo sempre dietro agli attrezzi, non si trattenne: «Ma Ninetto quando vai in vacanza?». «Sono tutti i giorni in vacanza qui nel mio laboratorio, con la Grivola davanti a me e il cielo azzurro sopra di noi» rispose innamorato del suo mestiere, che non ha abbandonato fino alla soglia dei novant’anni.